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  • Italia Under 19, Bollini a CM: 'Ecco il segreto per l'Europeo. Razzismo? Serve più cultura'

    Italia Under 19, Bollini a CM: 'Ecco il segreto per l'Europeo. Razzismo? Serve più cultura'

    • Emanuele Tramacere
    L'Italia Under 19 sarà impegnata mercoledì a Lecco nell'ultima amichevole che precede la fase Elite dell'Europeo contro la Svizzera. A Marzo l'Italia ospiterà le tre gare del girone contro Islanda, Slovenia e Norvegia e per fare il punto sul torneo l'allenatore della Nazionale Under 19 Alberto Bollini, si è concesso in esclusiva a Calciomercato.com.

    Bollini innanzitutto complimenti per il percorso svolto finora con la qualificazione alla fase Elite di qualificazione agli Europei che andrà in scena a fine marzo. A che punto è questo gruppo?
    "Siamo in un punto importantissimo e cruciale della stagione sia per i ragazzi, sia per i club e di conseguenza per la Nazionale. La metto al terzo posto, ma c'è da sottolineare l'ottimo rapporto e ottima sinergia che c'è fra la nostra federazione, i nostri allenatori, e i responsabili dei settori giovanili dei club. Stiamo lavorando molto bene, a ogni raduno c'è sempre molto entusiasmo e sono molto contento. E' il momento clou della stagione, come detto, ma ci consente di arrivare all'Europeo al meglio possibile anche per la Nazionale. In più giochiamo in casa perciò ci teniamo tutti in modo particolare"

    Tanti degli allenatori che hanno allenato l'Under19 hanno lamentato lo scarso utilizzo nelle prime squadre dei ragazzi che arrivano agli eventi importanti con pochi minuti nelle gambe…
    "Sono anni che se ne parla. In certe nazioni per la stessa categoria ci sono 3 step, da noi c'è solo la Primavera. Il campionato si è alzato per tenore agonistico, ma il campionato Primavera è diverso da quello della prima squadra. Noi dobbiamo tenere in considerazione il minutaggio, i carichi, gli infortuni. Non dobbiamo dimenticare che ci sono ragazzi che giocano alcuni poco, alcuni molto, altri sono impegnati in tre competizioni, quindi è tutto da tenere a mente al momento delle scelte. Tutto sommato, il minutaggio è buono per il campionato in cui giocano".

    È stato allenatore di diverse formazioni Primavera nel corso degli ultimi anni (vincendo anche due scudetti con la Lazio) e ha vissuto il cambiamento di questo campionato che però sembra ancora poco formativo. In cosa si può crescere ancora?
    "Credo che crescere si possa sempre crescere. Chiaro, i club che hanno una vicinanza di un certo tipo nelle giovanili alla prima squadra hanno una doppia mandata per la valorizzazione nella prima squadra. Chi ha un distacco notevole, come squadre di prima fascia, bisogna continuare ad adattarsi e continuare ad elevare il livello del campionato. Mi auguro non sia solo attraverso la ricerca del risultato, ma anche e soprattutto attraverso la cultura del lavoro e credo siamo sulla giusta strada".

    Tornando all'Europeo, che insidie possono nascondere le sfide contro Slovenia, Islanda e Norvegia?
    "Sono tre squadre diverse, ma hanno tutte e tre un calcio moderno. Soprattutto l'Islanda ha dato filo da torcere alla Nazionale Under 21 con un calcio fisico, ma strutturato. La Slovenia può contare su ragazzi che giocano di fatto già nel campionato nazionale, che non è competitivo come la nostra Serie A, ma ad un livello da Serie C lo potremmo paragonare per tenore agonistico e senso del risultato. Infine la Norvegia che fa un calcio molto fisico e di potenza, ma che ha messo in difficoltà il Portogallo e ha battuto la Germania 3-0 e ha individualità di primissima fascia".

    Da questo gruppo in tanti si aspettano grandi risultati, non c'è il rischio di "sovraesporre" o "bruciare" questi ragazzi?
    "Non credo si possa parlare di rischi con ragazzi dei settori giovanili. Se un giocatore così giovane viene gestito nella maniera corretta, con la giusta educazione alla professionalistà, non c'è alcun rischio di bruciarli. Forse si possono creare aspettative, ma anche questo va gestito con serenità ed equilibrio. Lo storico del minutaggio e della condizione è importante, ma sarà determinante la condizione del singolo o del gruppo in generale al momento della chiamata".
     
    Parlando dei singoli, a inizio anno è stato Sebastiano Esposito il trascinatore dell'Italia. C'è felicità nel vederlo in prima squadra con l'Inter? 
    "Sicuramente quello che posso confermare è che quando Esposito è venuto con noi per giocare le qualificazioni a novembre ha avuto un comportamento sia da ragazzo che a livello professionale estremamente esemplare. Poi per lui è tutto di guadagnato". 
     
    Ntube, Okoli, Tongya, Gozzi, ma anche Salcedo, Gyabuaa, Udogie, è sempre più una nazionale multietnica. Come si vive il problema del razzismo negli stadi con ragazzi così giovani che forse più di altri sono e si sentono italiani al 100%?
    "Io ho allenato per 13 anni le squadre primavere e già allora con squadre così variegate c'era un senso di coinvolgimento e accoglienza sempre molto alto. Qui il discorso è ancora più alto perché tanti di questi ragazzi sono nati in Italia, si sentono italiani, hanno una cultura italiana che ci porta a vivere il tutto con grande naturalità. Poi se si dà importanza ad atteggiamenti degli stupidi di turno o cori di una minoranza si scende nell'ignoranza e per "curare" l'ignoranza serve parlare alla base con la cultura. Credo che servano progetti di cultura nelle scuole, nello sport, dell'errore e del risultato e vedrete che questi atti non succederanno più".

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