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  • Italiano del Millennio, si comincia! Inzaghi contro Pirlo, due re e due regni. Chi è meglio? VOTA
Italiano del Millennio, si comincia! Inzaghi contro Pirlo, due re e due regni. Chi è meglio? VOTA

Italiano del Millennio, si comincia! Inzaghi contro Pirlo, due re e due regni. Chi è meglio? VOTA

  • Alberto Polverosi
    Alberto Polverosi
Comincia oggi il referendum di calciomercato.com per nominare il calciatore italiano del Millennio. E' la prima sfida degli ottavi di finale: Inzaghi contro Pirlo. A disposizione ci sono tre punti: 1 assegnato dalla giuria tecnica, 1 dalla redazione di Calciomercato.com e 1 dal voto degli utenti (VOTA). Il sondaggio tra gli utenti si chiuderà alla mezzanotte di oggi, domattina vi sveleremo chi ha vinto questo primo duello e presenteremo il secondo.

Due re, ciascuno col proprio regno e con i propri "sudditi". Andrea Pirlo regnava nella metà campo e aveva Gattuso come scudiero; Filippo Inzaghi regnava un po’ più su, nell’area di rigore degli avversari, e i suoi sudditti erano tutti coloro che gli portavano in dono una palla-gol. Il nostro sondaggio che porterà alla nomina dell’Italiano del Millennio parte con un duello spettacolare. Pirlo ha racchiuso nella sua storia il senso del gioco del calcio, nel modo più completo. Il suo calcio era visione, naturalezza, completezza, eleganza, classe. Probabilmente è stato il più grande regista del calcio italiano dal dopo guerra a oggi, un 10 davanti alla difesa, ma anche un 10 classico quando serviva l’assist. In Nazionale ha raggiunto i punti più alti nel Mondiale del 2006 e nell’Europeo del 2012, momenti fantastici di un giocatore fantastico.

Inzaghi ha avuto la fortuna di giocare nella squadra di Pirlo, così come Pirlo ha avuto la fortuna di veder tradotto in gol il suo elevato pensiero da quel fenomeno da area di rigore. Pippo ha segnato tantissimo, quasi 300 reti in carriera, ma soprattutto ha segnato gol che decidevano le grandi partite. Molti stravedono giustamente per Ibrahimovic, ma se confrontate i numeri in Champions (nelle grandi sfide di Champions) fra Pippo e Ibra non c’è paragone. Inzaghi segnava dei gol che nemmeno lui immaginava, era l’istinto a guidarlo nella zolla dove sarebbe arrivato il pallone. Pirlo rifletteva, Inzaghi intuiva. Un giorno, durante una trasmissione radiofonica, a un suo vecchio compagno del Piacenza venne rivolta questa domanda: ci racconta com’erano gli uno-due con Inzaghi? Sorridendo, rispose: "Gli uno-due? Semmai erano uno-tre...". Un rimpallo, una palla sbucciata, uno stinco messo male, una deviazione impercettibile, un pallone che scappava via come fosse dentro un flipper, tutto serviva a Inzaghi per segnare. Qualcuno sostiene ancora che il primo gol nella finale di Champions di Atene contro il Liverpool sia stato casuale, il gol su punizione di Pirlo deviata da Pippo col petto o forse con l’òmero. Lo diremmo anche noi, se quella deviazione e quella rete non fossere state di Filippo Inzaghi, l’uomo che trasformava l’impossibile in un gol.




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