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  • Iturbe, parabola discendente senza fine

    Iturbe, parabola discendente senza fine

    • Aleandro Laudadio
    Strana la storia di Juan Manuel Iturbe. Osservando oggi il giocatore paraguayano, da poco trasferitosi dalla Roma al Torino in prestito con opzione di riscatto a giugno, sembra un ragazzo che ha perduto fiducia in quelle che sono le sue peculiarità fondamentali: velocità e dribbling. In ombra, per utilizzare un eufemismo. Quando nel luglio del 2014 passò alla Roma, dopo un' ottima stagione nel Verona di Mandorlini, per ben 22 milioni di euro più 2,5 di bonus (secondo acquisto più oneroso nella storia del club giallorosso), fu strappato dalla tenace concorrenza della Juventus, per la quale il mancato acquisto fu anche una delle molteplici ragioni dell'addio di Antonio Conte, e da quella, seppur più flebile, del Milan. Fu un acquisto che avrebbe dovuto essere incisivo per la stagione della Roma e per la possibile ambizione allo scudetto. Incoraggiante l'inizio dell'avventura capitolina con il primo gol in Champions League nel 5-1 casalingo inferto al Cska Mosca e, specialmente, il gol del momentaneo 1-2 allo Juventus Stadium su assist di Gervinho contro i padroni di casa. Fu l'apogeo per Juan Manuel. Da lì in poi un calo netto non unicamente nelle prestazioni, ma anche nelle gerarchie dell'allora tecnico della Roma Garcia. Concluderà la stagione con 37 presenze all'attivo, ma solamente 4 reti. Nella stagione seguente a Gennaio, con il ritorno a Trigoria di Luciano Spalletti, il paraguayano è venduto in Premier League, al Bournemouth, in prestito con diritto di riscatto fissato a 22 milioni. Colleziona solo 4 presenze e non viene riscattato. Nella stagione in corso Spalletti gli concede parvenze di minutaggio in Europa league, ma passa alla corte di Sinisa Mihajlovic, sempre in prestito con opzione di riscatto a titolo definitivo a fine stagione. Gioca titolare nell'ottavo di finale di Tim Cup a San Siro contro il Milan e non offre di certo una prestazione esaltante. Nella partita casalinga di campionato contro i rossoneri subentra nel finale di partita, ma sbaglia costantemente passaggi anche scolasticiì provocando il disappunto sonoro dei supporters granata. 

    Nel Torino di Mihajlovic, fortemente incentrato sul contropiede, Iturbe potrebbe tornar a splendere e costituire un' adeguata freccia da scoccare nella faretra del coach serbo, ma sicuramente l'Iturbe di queste prime apparizioni è ancor lontano da quel ragazzo che sorprese tutti con la maglia del Verona. Spetterà dunque a Mihajlovic provar a rigenerarlo, ma la rigidezza del serbo potrebbe ancor più far cadere Juan Manuel nei meandri del valore calcistico.

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