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  • Jacobelli: 11 luglio, quegli Eroi di Spagna emarginati dal Palazzo del calcio

    Jacobelli: 11 luglio, quegli Eroi di Spagna emarginati dal Palazzo del calcio

    Ne parlavamo la notte scorsa con Marco Tardelli, negli studi Rai di Saxa Rubra, durante una pausa di Notti Mondiali.

    Mezzanotte era scoccata da poco, la mezzanotte dell'11 luglio. Trentadue anni fa, al Bernabeu, l'Italia di Bearzot diventava campione del mondo per la terza volta. Un'impresa leggendaria, unica come gli Eroi che la firmarono insieme con il ct capace di essere più forte di tutto. E di tutti quell che gli tiravano addosso sin dal prima che il torneo si iniziasse.

    Con Tardelli il discorso era scivolato sulla corsa alla presidenza Figc, sull'anno zero di questo calcio, sugli schieramenti contrapposti, sulle polemiche e sugli stracci che in questi giorni volano da ogni parte, con tutti contro tutti.  

    Ad un certo punto, Marco sbotta: "Direttore, la gente ci ama sempre, oserei dire sempre di più anche se sono passati trentadue anni. Ma perché, in tutti questi anni, nel Palazzo non ci hanno mai preso in considerazione? Perché?".

    Perchè eravate, siete troppo ingombranti, troppo scomodi, troppo bravi, Marco. E hai una, dieci, cento ragioni a porti questa domanda proprio in questi giorni in cui il Partito del Mesozoico briga, fa e disfa per garantire la conservazione di un Sistema putrefatto, da spazzare via il più presto possibile. Il pensiero corre anche a Gaetano Scirea: in settembre saranno venticinque anni da quando è scomparso. A Scirea, i quaquaraquà che infestano il Circo non sarebbero stati manco degni di allacciare le scarpe.

    Trentadue anni di ostracismo sono un oltraggio ai campioni del mondo, emarginati con un'indifferenza che grida vendetta e solo per questo motivo bisognerebbe rottamare il passato che non passa mai.

    Platini è stato campione d'Europa ed è diventato presidente dell'Uefa. Rummenigge è stato campione d'Europa e due volte finalista mondiale, ora presiede l'Eca, l'organismo che ha sostituito il G-14 e oggi rappresenta 'Associazione dei Club Europei rappresenta 214 club, di cui 105 sono i club membri ordinari, 109 sono i club membri associati e almeno un club fa parte di una delle 53 federazioni UEFA.​ Beckenbauer è stato tutto: campione del mondo, campione d'Europa, Pallone d'Oro, allenatore, vicepresidente, presidente e ora presidente onorario del Bayern, presidente del comitato organizzatore dei mondiali 2006, ora è membro dell'esecutivo Fifa e Uefa.

    E gli Eroi dell'82? Dovunque, purché fuori dalla stanza dei bottoni. "Eppure non mi sembra che siamo degli incapaci", mormora Tardelli. All'anima degli incapaci. 

    A livello di club, Zoff è stato allenatore, ct, presidente; Oriali ha legato il suo nome alla grande Inter di Moratti; Antognoni è un dirigente federale (sì, ma confinato nelle rappresentative giovanili così non dà fastidio); Gentile ha vinto un europeo e un bronzo olimpico con l'Under 21 ed è stato mandato a spasso senza sapere perché; Bruno Conti è un pilastro della dirigenza romanista; Altobelli, Bergomi, Collovati, Dossena, Graziani, Paolo Rossi sono opinionisti di successo come Massaro, Vierchowod, Giovanni Galli che è stato anche dirigente; Cabrini fa il ct dell'Italia femminile; Baresi è un dirigente del Milan. Per non dire di Tardelli: ct Under 21 campione d'Europa nel 2000, allenatore di club, dirigente della Juve nel 2006-2007, vice di Trapattoni ct dell'Irlanda, opinionista di grido alla radio e in tv. 

    Ma l'importante è che nessuno dei ragazzi di Bearzot ricopra ruoli al vertice della Figc. Il loro problema è che hanno carisma, fama internazionale e spesso sono apprezzati molto più all'estero che in patria. Ma disdegnano camarille e consorterie. Non hanno tessere.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com





     

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