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  • Jacobelli:| 'Crisi del calcio italiano? Fiducia ai giovani'

    Jacobelli:| 'Crisi del calcio italiano? Fiducia ai giovani'

    • Vincenzo Vitiello

    In estate, forse, abbiamo avuto il peggior mercato della storia del calcio italiano. L'ultimo riferimento è agli anni 70 quando fu dato spazio all'autarchia e questa forma di autosufficienza produsse la più grande ascesa di talenti nostrani che avrebbero, poi, portato soddisfazioni e trofei (Mundial '82). Ora si verifica una vera e propria involuzione dovuta ad una crisi che, per il momento, sembra irreversibile in Italia. Per analizzare questo ed altri aspetti inerenti al Mondo del pallone, EuropaCalcio.it ha intervistato, in esclusiva, Xavier Jacobelli, noto giornalista, opinionista televisivo e Direttore Editoriale di Calciomercato.com:

    Per ovviare alla crisi che investe il calcio italiano una soluzione potrebbe essere quella di puntare a valorizzare i vivai effettuando oculate programmazioni? Dirigenti e, più velatamente, gli allenatori non sarebbero favorevoli perchè animati dalla voglia di vincere subito. Come se ne esce fuori da questa situazione? E' un calcio senza idee in attesa che passi questo momento difficile?

    "In questa situazione di crisi o si subisce supinamente, come accade attualmente, oppure si aguzza l'ingegno. Penso che, nonostante ci siano difficoltà, vi sono giovani che si stanno mettendo in mostra. Penso ad El Shaarawy, De Sciglio, Destro, tutta la generazione degli anni '90 che sta facendo bene in questo campionato -spiega il direttore Jacobelli ai microfoni di EuropaCalcio.it- Con i giovani, però, bisogna aver pazienza e dare loro fiducia. Penso che, ad esempio, il Napoli con Lorenzo e Roberto Insigne ha dato un segnale molto chiaro dopo aver ceduto Lavezzi e mi pare che, senza di lui, la squadra azzurra abbia dodici punti in più rispetto allo scorso anno. Credo che il problema del calcio italiano non sia tanto legato ai risultati ottenuti sul campo perchè, attualmente, abbiamo due formazioni agli ottavi di Champions League e tre squadre ai sedicesimi di Europa League. La Nazionale di Prandelli, vice campione d'Europa, è quarta nel ranking della FIFA. Il problema del calcio italiano risiede nel 'Palazzo', in chi lo governa. Noi, piuttosto, abbiamo registrato un immobilismo spaventoso perchè non cambiano mai, ci sono delle beghe di potere, perchè la preoccupazione principale di molti club e dei presidenti riguarda, solitamente, i diritti televisivi. Poi, accade -come oggi- che esce la classifica dei primi venti club più ricchi al Mondo e si notano, ai primi tre posti, Real Madrid, Bercellona e Manchester United, all'ottavo il Milan, al decimo la Juventus, al dodicesimo l'Inter, al quindicesimo il Napoli, in salita per le prestazioni effettuate nella scorsa Champions League, ed al diciannovesimo la Roma. Fino a quando non si risolvono i problemi strutturali, in primis gli stadi con l'eccezione molto positiva dello Juventus Stadium, è evidente che il calcio italiano debba fare di necessità virtù perchè non ha i mezzi, soldi, i patrimoni che possono garantire investimenti sul mercato e gli impianti di proprietà. Stiamo perdendo un sacco di tempo ma la colpa è anche della 'casta' politica che ci ritroviamo, di qualunque colore essa sia: in questi anni non è riuscita a trovare investimenti sugli stadi che sarebbero stati un propellente importante per cominciare a risolvere il problema ma il tutto è stato fatto morire con la legislatura. Diciamo, quindi, che la questione è più politica che tecnica. Sotto l'aspetto tecnico, è vero che sono partiti Thiago Silva, Ibrahimovic, lo stesso Verratti e Lavezzi però è pur vero che i nostri giovani non avrebbero trovato lo spazio che stanno trovando se ci fossero stati ancora questi giocatori. L'importante è aver fiducia nei giovani perchè questa è l'unica strada da percorrere".

    Tra pochi giorni anche il mercato invernale di riparazione chiuderà i battenti: si intravede, almeno, un mercato intelligente? Quali club stanno attuando, questa eventuale strategia? Quali si stanno maggiormente attrezzando per conseguire gli obiettivi programmatici?

    "Partendo dalla basso verso l'alto, è evidente che il Palermo ed il Genoa siano i club maggiormente attivi sul mercato perchè hanno una situazione di classifica abbastanza critica. Gli eccessivi cambiamenti che hanno fatto in questi anni, sia il Palermo che il Genoa, a livello di giocatori e di allenatori si sono ripercossi sui risultati. E' difficile per qualunque tecnico costruire una buona squadra se gli cambiano, continuamente, l'organico. Vedo molta confusione per il Milan e l'Inter. Siamo arrivati alla sera del 24 gennaio e non hanno sciolto ancora i nodi riguardanti la due società. L'Inter ha bisogno di un centrocampista. Il Milan ha trascorso giorni e giorni a baloccarsi tra kakà, Balotelli e Drogba e non ha preso ancora un difensore di qualità oltre ad centrocampista".

    La crisi finanziaria a livello mondiale e, soprattutto, europeo, genererà un'inversione di rotta da parte degli operatori di mercato che, eventualmente, dai paesi sudamericani verranno a fare spese in Italia e in Europa?

    "Intanto il fattore arabo ha cambiato già gli equilibri di mercato. Basti pensare al Manchester City ed al PSG - fenomeno in continua crescita- che, guarda caso, hanno alle spalle proprietari arabi quindi gli equilibri sono stati già sconvolti. La Cina, nei prossimi anni, diventerà un nuovo Eldorado così come la Turchia - dimostrato dall'arrivo di Sneijder al Galatasaray- dove la tassazione non è al 50% o al 45% come in Italia ma al 15% ed anche questo è fonte di grandi attrazioni. Il problema delle società italiane è che per anni hanno buttato dalla finestra decine di milioni di euro pagando ingaggi spropositati a giocatori che, purtroppo, si sono dimostrati dei bidoni o, comunque, non meritevoli di questi stipendi. Quando si pagano stipendi di 4-5-6 milioni di euro -moltiplicati per due perchè le tasse sono a carico delle società- queste spese sono zavorre che gravitano sui bilanci delle società ed è difficilissimo poi liberarsene tanto vero che, per esempio, il Milan l'estate scorsa ha raso al suolo l'intero organico. La domanda da porsi è questa: quando il Milan, liberamente, ha concesso questi ingaggi a questi giocatori lo sapeva o meno che poi qualcuno avrebbe presentato il conto al club rossonero? Non ci voleva una laurea ad Harvad per capire che se si concedevano ingaggi di 5-6-7 milioni di euro -moltiplicati per due e per 4-5 anni- il bilancio ne avrebbe sofferto tanto vero è che poi vi è stata l'ispezione della Ciovisoc con il Milan che non è in prima fascia e deve vendere prima di poter comprare cosa che negli anni precedenti con Berlusconi non era verificato".
     

    Trasferiamoci al calcio giocato ed al calciomercato. La Juventus secondo le ultime notizie di mercato sta per chiudere per Lisandro Lopez. Visto che La società bianconera ha preso già Fernando Llorente per giugno, a cosa servirebbe l'acquisto di Lopez? Lei prevede la cessione di qualche attaccante?
    "L'acquisto di Lopez serve perchè il calciatore è la classica punta centrale che la Juventus cerca da un anno e mezzo. Lopez può giocare in Champions, ha una buona media realizzativa in ambito internazionale, è un attaccante di 26 anni dotato nel gioco aereo. Secondo me, ha le caratteristiche giuste per valorizzare e concretizzare l'enorme mole di gioco che la Juve costruisce ma a volte non concretizza -afferma Jacobelli a EuropaCalcio.it- E' vero che la Juve vanta il miglior attacco del campionato ma, più correttamente, bisognerebbe dire che è la squadra che segna di più, infatti centrocampisti e difensori vanno costantemente in goal come dimostrato Peluso nella semifinale di Coppa Italia contro la Lazio. Se arrivasse Lopez, entro il 31 gennaio, Matri e Quagliarella sarebbero venduti perchè di spazi per loro si chiuderebbero".

    Capitolo Inter: con la cessione di Sneijder è possibile l'acquisto, da parte del club neroazzurro, di Paulinho. Il calciatore brasiliano gioca come centrocampista difensivo; all'abilità tecnica abbina forza fisica e buone doti realizzative oltre ad essere bravo nelle proiezioni offensive. E' il giocatore che manca all'Inter?

    "Il paradosso è che, secondo me, il giocatore che andava benissimo all'Inter era proprio Sneijder perchè con questo calciatore l'attacco poteva godere di un supporto di fantasia che adesso non ha. Quando vedo Zanetti e Guarin costretti a fare i centrocampisti centrali e ne l'uno ne l'altro lo sono, vuol dire che qualcosa non funziona. Poi vedo Pereira fuori ruolo, per non parlare di Jonathan. L'unico trequartista di ruolo che ha l'Inter in organico, è Coutinho ma la società vuole venderlo. Coutinho, tra l'altro, è un ragazzo del '92 quindi giovanissimo preso da minorenne. Queste sono le contraddizioni del mercato che l'Inter deve risolvere: se non prende un giocatore di qualità in mezzo al campo, la squadra soffre e l'altra sera con la Roma abbiamo visto come è andata a finire. Paulinho, sicuramente, è un buon risvolto ma non risolve i problemi dell'Inter".

    Campionato: quante possibilità hanno Lazio, Napoli ed Inter per colmare il distacco dalla Juve già da questa stagione?

    "Penso che si giochino due campionati: quello che gioca la Juventus -secondo me, soltanto la squadra bianconera può perdere lo scudetto- e quello che giocano le altre squadra per andare in Europa".

    Si aspettava una capacità di adattamento, così veloce, al calcio italiano da parte dell'allenatore della Lazio, Vladimir Petković?
    "Non lo conoscevo o meglio conoscevo ciò che aveva fatto in passato -prosegue Jacobelli a EuropaCalcio.it- Non immaginavo che fosse così bravo. E' stato umile, ha capito come funziona il meccanismo del calcio italiano, ha valorizzato giocatori quali Marchetti, Hernanes e lo stesso Floccari. Petković, quindi, merita la posizione in classifica che occupa adesso"

    Secondo lei, Mazzarri continuerà ad essere parte integrante del progetto De Laurentiis in un prossimo futuro?

    "So solo che Mazzarri sta raccogliendo il frutto del lavoro di questi anni e mi auguro che possa restare alla guida del Napoli con un Napoli in Champions League. Dopo di che, vedremo a giugno cosa accadrà". Conclude Xavier Jacobelli a EuropaCalcio.it


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