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  • Jacobelli: Icardi, i tifosi dell'Inter meritano rispetto. Testa bassa e correre

    Jacobelli: Icardi, i tifosi dell'Inter meritano rispetto. Testa bassa e correre

    Andrea Belotti, 21 anni e Manolo Gabbiadini, 23 anni, hanno due cose in comune: sono nati a Calcinate (Bergamo) e hanno il vizio del gol. Belotti non ha mai giocato nell’Atalanta, Gabbiadini sì: tutti e due hanno fatto un grande favore alla Dea. L’ex Albinoleffe ha firmato la vittoria palermitana che ha catapultato il bravissimo Iachini in zona Europa League, battendo il Verona, diretta concorrente dei nerazzurri  nella lotta per la salvezza. L’ex Samp ha realizzato la prima rete con la maglia del Napoli (7 le aveva siglate per i blucerchiati), regalando a Benitez la terza vittoria consecutiva in campionato, tris mai registrato prima e affondando il Chievo, altra rivale dei bergamaschi nella corsa per non finire in B.
    Frena la Juve che, a Udine, ha rischiato di perdere e oggi aspetta Matri. Frena la Roma e i sette punti di distacco fra le duellanti rimangono tali. Ma è  proprio il Napoli, sempre più terzo, a guadagnare terreno nel turno in cui la Lazio è rovinosamente caduta in casa di un Cesena alla seconda vittoria consecutiva e sempre più convinto di non essere affatto spacciato. Adesso, i partenopei hanno il secondo posto nel mirino, essendo a soli 4 punti dalla squadra di Garcia, in vistosa crisi di gioco. E, se è vero che la Roma non perde da 11 partite, è altrettanto vero che non vince da novembre (4-2 all’Inter); ha inanellato il quarto pareggio consecutivo, il sesto nelle ultime otto gare; ha perso Iturbe dopo avere lasciato per strada Strootman e De Rossi; aspetta come la manna dal cielo il rientro dalla Coppa d’Africa di Gervinho e Doumbia (il giocatore più pagato sul mercato di gennaio: 14,4 milioni di euro, pagamento triennale più 1,5 milioni di bonus). Nel frattempo, Sabatini ha preso pure Ibarbo dal Cagliari, anche se il colombiano sta guarendo da un infortunio; entro oggi, inoltre, dovrebbe arrivare Vlad Chiriches, difensore centrale romeno del Tottenham. 
    Come dire che Pallotta crede ancora fortemente nello scudetto e, forse, ci crede più lui che la squadra, alla quale Garcia ha chiesto essere più forte di tutto. Il problema è che la Roma sembra in riserva: se così fosse, all’inizio di febbraio Garcia sarebbe davvero nei guai. Aggiungete il disastroso arbitraggio di Russo che ha danneggiato l’ottimo Empoli di Sarri, così come pessima era stata la direzione firmata Di Bello, subentrato all’infortunato Rizzoli, sabato sera a Marassi, in tempo per convalidare il gol irregolare di Gonzalo Rodriguez che ha permesso alla Fiorentina di pareggiare contro un Genoa comprensibilmente imbufalito. Anche perchè, gli uomini di Gasperini nelle ultime 4 gare hanno incassato 5 reti, tutte da annullare. Strano: è un po’ di tempo che Nicchi non ci viene a dire come i suoi sodali siano i migliori del mondo: dev’essere un soprassalto di senso del pudore, per quanto minimo.
    Fa rumore il tonfo sordo della Samp a Torino, teatro del Quagliarella show: mai la squadra di Mihajlovic, pur sempre quarta in classifica, aveva preso cinque gol tutti insieme in 90’. Con la franchezza che lo contraddistingue, l’allenatore ha chiesto scusa ai suoi tifosi e si è vergognato pubblicamente per la batosta, poi ha revocato il giorno di riposo, ha ordinato una settimana di allenamenti doppi ed è prevedibile che a Bogliasco i muri rimbomberanno. 
    Mihajlovic non perdona ai suoi il calo di concentrazione susseguente al colpo Eto’o ed è certo che saprà raddrizzare la situazione. Il Toro, intanto, si gode la terza vittoria consecutiva, dà l’ultimo assalto a Ilicic mentre a Cairo sempre meno tifosi rimproverano di avere il braccino corto.
    Sul mercato non ce l’ha il Milan che ha piazzato cinque acquisti (Cerci, Suso, Bocchetti, Destro e Antonelli), il sesto si chiama Paletta, ma deve ringraziare Menez (12 reti) e l’uno-due con il quale il francese ha affondato il Parma che mostra orgoglio e dignità nella stagione più disgraziata della sua storia ed è stato affondato anche dal gol dell’ex Zaccardo, professionista esemplare al debutto in campionato dopo estenuante attesa.
    La vittoria di San Siro ridà fiato a Inzaghi.  All’angolo, ora c’è Mancini, travolto a Reggio Emilia dal più bel Sassuolo della stagione. Vedendo come segna Zaza si capisce perché Squinzi abbia posto il veto alla sua cessione alla Juve durante la sessione invernale. L’Inter è tredicesima in classifica, staccata di dieci punti dal terzo posto e, se continua così, ai nerazzurri non resta che tentare di vincere l’Europa League.
    E’ vero che Thohir e Ausilio stanno rifacendo in corsa i connotati alla squadra, che Mancini ha bisogno di tempo, ma ormai sono quasi tre mesi che siede al posto di Mazzarri e ha fatto meno punti del predecessore. Se ne desume che non fosse tutta colpa sua, mentre Icardi deve darsi una calmata dopo il deprimente teatrino inscenato con i tifosi, insultati dall'argentino per avergli restituito la maglia che lo stesso, assieme a Guarin, aveva lanciato loro. Se Icardi pretendeva fiori e applausi, ha sbagliato momento: questo è il momento di tenere la testa bassa e correre. Il giorno in cui alcuni giocatori dimostreranno che i tifosi meritano prima di tutto rispetto, sarà un bel giorno.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com
    Twitter: @xavierjacobelli  Facebook: XavierJacobelliofficial

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