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  • Jacobelli: Inzaghi paga per tutti, ma il disastro è di Berlusconi e Galliani

    Jacobelli: Inzaghi paga per tutti, ma il disastro è di Berlusconi e Galliani

    Un punto. Un solo punto, sabato contro la Samp e la Juve sarà campione d’Italia per la quarta volta consecutiva, dopo avere battuto la Fiorentina (Llorente e poi doppietta di Tevez, capocannoniere a quota 20) che a Torino s’è buttata via,  sbagliando con Gonzalo Rodriguez il quinto rigore dei sei che le sono stati assegnati in campionato. 
    Tre punti a testa si sono perentoriamente presi la Lazio all’Olimpico (Klose, gol n.12), spazzando via il Parma, aritmeticamente retrocesso in serie B e la Roma a Reggio Emilia, dove ha conquistato la quarta vittoria in trasferta delle cinque che ha inanellato da gennaio ad oggi. Ha segnato Doumbia, finalmente a bersaglio per la prima volta in serie A; ha raddoppiato Florenzi con un missile aria aria; ha chiuso il conto Pjanic secondo il quale, nella Roma non tutti si allenano come dovrebbero. Forse, per una volta tutti gli hanno dato ascolto.   

    Così, aspettando stasera l’esito di Empoli-Napoli, le romane continuano il duello per il secondo posto, mentre la bagarre europea schiaccia la Fiorentina che in campionato seguita a prendere legnate in casa e fuori: allo Stadium ha incassato la quarta sconfitta consecutiva. Si esalta il Genoa, più che mai in corsa per l’Europa League dove oggi giocherebbe assieme a Napoli e Sampdoria. Ma nello spazio di 3 punti ci sono 5 squadre e tutto può ancora accadere.
    Un punto, nemmeno un punto, invece, è riuscito a strappare il Milan alla superba squadra di Gasperini che, per la prima volta dopo 57 anni, ha battuto i rossoneri a San Siro. Il Milan non è più solo uno strazio. E’ un disastro di proporzioni bibliche, una discesa agli inferi che non finisce più, un flagello per milioni di tifosi, fuori dalla grazia di Dio. Tant’è vero che quel “BASTA”, scritto a caratteri cubitali in Curva Sud, era stato un sinistro presagio. Ad Arcore, nel frattempo, Bee Techaubol cenava con Berlusconi per chiudere la trattativa: 51 per cento al thailandese e ai suoi potenti partner cinesi, in cambio di 500 milioni, sapendo di accollarsi anche 250 milioni di debiti con un passivo 2014 di 91,3 milioni di euro. 
    Se Inzaghi è arrivato al capolinea e pagherà per tutti con  Brocchi nominato al suo posto (ma Tassotti mai?), in un calcio normale dovrebbero sparire anche l’ex premier e Galliani, principali artefici della disfatta milanista che affonda le radici in quattro anni di errori senza fine. Invece, nella notte risulta che Mr. Bee, pur di prendersi il Milan, abbia accettato non solo di tenersi Berlusconi come presidente onorario, ma pure Galliani. Il quale dovrà convivere con Paolo Maldini e Barbara Berlusconi. Auguri.
    Trenta gol, spettacolo ed emozioni a go go ha riservato il campionato di notte e, se è vero che a Torino la Fiorentina ha disputato una discreta partita, è altrettanto vero che i viola sono andati a sbattere contro l’orgoglio Juve: la capolista conta sempre 14 punti di vantaggio sulla Lazio seconda. Allegri si conferma la scelta migliore che Agnelli potesse fare per rimpiazzare Conte. 
    Con onestà, Montella non ha attribuito la causa della sconfitta all’errore dell’arbitro da cui è scaturito il pareggio bianconero (il fallo di Neto su Sturaro non c’era): semmai, il tecnico viola ce l’ha con i suoi per avere sprecato l’occasione per uscire imbattuti dallo Stadium. Ha ripreso a vincere la Lazio, dopo la sconfitta con i campioni d’Italia e il pareggio interno con il Chievo. Ha ricominciato a credere in se stessa la Roma: battendo il Sassuolo, la squadra di Garcia ha rialzato la testa. Intanto Toni, 38 anni da compiere il 26 maggio, continua a segnare a raffica: 40 gol nelle 70 gare giocate con il Verona. Una media pazzesca. E gli mancano soltanto tre reti per toccare quota 300 nell’arco dell’intera carriera. Chapeau.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     


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