Jacobelli: Juve, ascolta Allegri e Tevez, mai più quei venti minuti di blackout
Il rilievo dell'argentino è stato condiviso da Marchisio e approfondito da Allegri che ha antenne sensibili e non ha gradito lo sbandamento finale dopo il pareggio romanista: "Ad un certo punto abbiamo smesso di giocare. Non vinciamo in trasferta da tre giornate. E' ora di ricominciare a farlo". Soprattutto, pensando alla Fiorentina e al Borussia. I viola giovedì allo Stadium, i tedeschi il 18 marzo a Dortmund: preoccupano gli sbandamenti della retroguardia e la metamorfosi della squadra che per 70 minuti aveva tenuto bene il campo, salvo andare in confusione negli ultimi venti, subendo il forcing della Roma che ha pareggiato rischiando addirittura di vincere. All'Olimpico è finita bene, ma bastava guardare le espressioni di Tevez e Allegri dopo la partita per capire come i primi a rendersi conto del rischio corso siano stati proprio loro.
La Juve sta entrando nel periodo decisivo della stagione e non deve permettersi nuove sbavature, in considerazione degli avversari che l'attendono sia in Italia sia in Europa.
Può sembrare paradossale, eppure, fra i meriti da ascrivere all'irriducibile Roma, che ha ritrovato se stessa rimontando in dieci contro undici, c'è anche l'allarme suonato ai bianconeri dagli uomini di Garcia. Inopinatamente, la Juve ha finito con il fiatone, prima attonita e poi sbalordita dall'orgoglio giallorosso. Dopodomani allo Stadium, la Fiorentina sarà una controprova immediata per capire se il finale di Roma debba essere catalogato come un incidente di percorso o sia stato qualcosa di più serio. Anche se le urla di Buffon hanno già cominciato a suonare la sveglia.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com