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  • Jacobelli, lo straordinario coraggio di Chantal Borgonovo: "Stefano sarà sempre il mio grande amore"

    Jacobelli, lo straordinario coraggio di Chantal Borgonovo: "Stefano sarà sempre il mio grande amore"

    Oggi sono quarantuno giorni. Stefano Borgonovo se n'è andato il 27 giugno scorso. Eppure, è sempre qui. Lo dimostra l'incessante, silenzioso tributo della gente che l'ha amato e che sostiene la sua Fondazione (www.fondazione.stefanoborgonovo.it). 

    Della Fondazione, Chantal è l'anima, il motore, la benzina. Le parole che ha pronunciato stamane sul Corriere della Sera, nella splendida intervista firmata da Gaia Piccardi, sono una medicina per tutti, come disse Roberto Baggio parlando in morte del grande amico.

    La signora Borgonovo ha conosciuto Stefano quando lei aveva 15 anni e lui 17. Si sono sposati cinque anni dopo. "Era educatissimo, gentile, molto carino... La seconda volta che ci incontrammo mi accostò per strada, in Vespa. Ciao, mi chiamo Stefano Borgonovo e tu? Non ci siamo più lasciati".

    Di Chantal colpiscono il coraggio, l'amore, la forza. Leggendo ciò che dice oggi, ritornano in mente le immagini del giorno del funerale, a Giussano. La fierezza, la compostezza, la dignità della signora e dei suoi figli più grandi (Andrea, 25 anni; Alessandra, 22 anni; Benedetta, 15 anni);  la tenerezza di Gaia, che di anni ne ha soltanto nove e sa che dovrà crescere senza il papà.

    A proposito del quale, Chantal ricorda: "L'ho accudito come un figlio, ma per lui sono sempre stata una moglie, mai una mamma né una badante. A un certo punto, quando cominciava a non essere autosufficiente, mi accorsi che non mi guardava più negli occhi: si vergognava. Lui, il grande ex del Milan, simbolo di salute e vigoria fisica, ridotto nelle condizioni di un bebé. Il Borgo temeva di essere abbandonato. Si è sbagliato, avrebbe dovuto conoscermi abbastanza. Stefano è e sarà sempre il grande amore della mia vita. Il male ha cambiato solo la pratica. Non la sostanza".

    Ha scritto Patty, sulla bacheca del sito della Fondazione: "Caro Stefano, chi ti scrive e' una milanista che ti ha visto giocare sul campo di San Siro. Quanto eri bravo, un vero guerriero. Ti prego aiuta dal cielo, illumina le menti di tutti coloro che stanno lavorando per sconfiggere questa tremenda malattia che e' la sla. Mia cognata ce l'ha da due anni: dacci la stessa forza e il coraggio che hai sempre avuto, lei e a tutte le persone che stanno accanto ai malati. Stefano, prega per noi".

    Sostenere la Fondazione Borgonovo è un atto di civiltà e di solidarietà. Per onorare la memoria di un ragazzo che ci ha insegnato che cosa significhi vivere, anche quando, per quasi otto anni la Sla ti inchioda senza pietà e, alla fine, vince la partita nonostante la porti ai tempi supplementari. Per Chantal che dice: "Stefano è stato generoso. Mi ha lasciato le sue copie carbone. Sì, sono una donna fortunata". 

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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