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  • Jacobelli:#SaveACMilan, Berlusconi e Galliani, tempo scaduto. C’è Barbara

    Jacobelli:#SaveACMilan, Berlusconi e Galliani, tempo scaduto. C’è Barbara

    Ormai è un disco rotto. Da quando è stato scaricato Pirlo, il peccato originale della crisi tecnica e di programmazione che oggi attanaglia il Milan, la palla di neve è diventata una valanga. Eppure, ogni volta che i tifosi protestano e ne hanno tutte le ragioni, la risposta di Galliani è sempre la stessa: "E' già successo in passato e ci siamo risolllevati. Ricordo che il presidente ha preso il club quando c’erano i libri in tribunale. Questa società ha vinto 28 trofei durante la gestione Berlusconi. Io sto con Berlusconi”, ha sentenziato il vicepresidente esecutivo e amministratore delegato.
    Che Galliani stia con Berlusconi è assodato. Anche se il 29 novembre 2013, dopo il durisismo attacco Ansa del 3 novembre, si era dimesso (“Con o senza accordo sulla buonuscita, mi dimetterò per giusta causa fra pochi giorni, forse aspetto la partita di Champions contro l’Ajax.  Ho ricevuto un grave danno alla reputazione”), salvo fare dietrofront il 30 novembre 2013, quando un comunicato del MiIan annunciava:  "Adriano Galliani rimane vicepresidente vicario e amministratore delegato con delega all'area sportiva del Milan con un contratto fino al 2018, Barbarba Berlusconi diventa invece nuovo vicepresidente e amministratore delegato con delega alle funzioni sociali non sportive".
    Nessuno, i tifosi per primi, ha mai sottaciuto, nascosto, cancellato, gli enormi meriti accumulato da Silvio Berlusconi da quando ha salvato il Milan dal falllimento a quando l'ha portato sul tetto del mondo, allineando nella spendida sala dei trofei di Via Aldo Rossi quei 28 titoli fra nazionali e internazionali, che hanno già consegnato alla storia del calcio mondiale l'ex premier.
    Il problema è che il Milan ha conquistato il diciottesimo e sinora ultimo scudetto della sua storia il 7 maggio 2011; che fra poco si compiranno quattro anni senza vittorie e, peggio ancora, è che in questi quattro anni la situazione è precipitata al punto che la stagione in corso, dopo sedici anni di partecipazioni consecutive, è la prima fuori dalle Coppe europee per uno dei tre club più titolati al mondo; che tre allenatori si sono susseguiti fra gennaio e luglio 2014: Allegri, Seedorf, Inzaghi tuttora al comando, ma ogni giorno che Dio manda in terra, costretto sulla graticola dalla ridda di congetture sulla successione, su quanto tempo resisterà, se sia meglio cacciarlo ora oppure tenerlo sino alla fine della stagione.
    Un trattamento inaccettabile, insopportabile, indegno di un grande del Milan e del calcio italiano qual è l'ex bomber che in maglia rossonera ha totalizzato 300 presenze e 126 gol; nell'arco della carriera professionistica ha totalizzato  623 partite e 288 gol; è il sesto marcatore di tutti i tempi della Nazionale con la quale nel 2006 è diventato campione del mondo (57 presenze, 25 gol) e in bacheca conta 14 titoli.
    Il problema è che, anziché, rivangare il passato, Berlusconi e Galliani dovrebbero rispondere subito a ciò che i tifosi hanno chiesto con il comunicato della Curva Sud che non sarebbe potuto essere più chiaro e preciso:
    1) "Stiamo vivendo una situazione assurda da troppo tempo. E’ inutile soffermarsi ancora sulle campagne acquisiti, ne abbiamo già parlato troppo ultimamente, e non vogliamo nemmeno parlare di scelte tecniche. Qui si parla di sentimenti e di passione, e l’appello arriva proprio da chi ha sempre vissuto il Milan come una priorità.  Quante volte abbiamo fatto delle rinunce per il Milan? Quante volte abbiamo risparmiato per poterci comprare la nuova maglia, per poter andare allo stadio, per rifare l’abbonamento? C’è una cosa che è venuta a mancare e che ora vogliamo in quanto tifosi del Milan ed innamorati di questi colori, la Chiarezza!".
    2) Perché per anni ci avete buttato fumo negli occhi promettendo un pronto ritorno ai fasti del passato, salvo poi nei fatti iniziare tanti progetti poi abbandonati nel giro di qualche mese? Ci piacerebbe davvero capirlo al fine di evitare di sentirci presi in giro per l’ennesima volta. 
    3) 
    Quanto c’è di vero nelle voci di una cessione, parziale o totale delle quote societarie? 4) Se l’intenzione è vendere la società in maniera parziale per poi restare in questa situazione di stallo allora vale la pena cedere la totalità della società e lasciare che qualcun altro prenda in mano la situazione. Quanta voglia ha ancora di riportarci sul tetto del mondo?
    5) E se non ne ha voglia, perché prolungare l’agonia di questa mediocrità che ci sta lentamente portando verso il fondo? Noi siamo ancora grati per quanto fatto in questi 29 anni, ma ormai abbiamo toccato il fondo e non vorremmo doverci ritrovare a scavare. 
    6) 
    Vuole portare avanti la storia della sua famiglia, legandola ancora al Milan? Noi appoggeremmo sicuramente questa scelta, ma se si trattasse di una scelta portata avanti con criterio, lasciando la società in mano a Sua figlia senza l’impedimento di terze persone che ormai hanno fatto il loro tempo (ed i propri interessi), ma soprattutto con un portafoglio da dedicare al Milan e alla ricostruzione del Milan. Questo perché solo così potrebbe portare avanti la storia di una famiglia milanese e Milanista che guida un club di livello mondiale della propria città.
    7) E’ sicuro di amare ancora questa squadra come il primo giorno? Non dimentichiamo di certo quanto ha fatto per noi, prendendoci in un tribunale e portandoci in pochi anni ad essere sul tetto del mondo. Ma purtroppo siamo ormai da troppo tempo di fronte ad un immobilismo che ci fa sentire soli, abbandonati a noi stessi e quasi rassegnati.

    Coraggio, Berlusconi e Galliani. Milioni di tifosi aspettano le risposte a queste domande e i tifosi sono l'architrave del Pianeta Milan. A parlare chiaro non si sbaglia mai. Non può certo bastare la vittoria sul Cagliari, offuscata dallìennesima cantonata di Tagliavento che si è inventato un rigore, per fare finta che tutto sia sistemato. Il tempo è scaduto. Tocca a Barbara. Aspettando Mr. Bee.


    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com




     

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