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  • Jacobelli: sì al Metodo Stamina, così gli ultrà di tutta Italia si mobilitano per salvare Nicola, 5 anni e la libertà di cura

    Jacobelli: sì al Metodo Stamina, così gli ultrà di tutta Italia si mobilitano per salvare Nicola, 5 anni e la libertà di cura

    Questa è la storia di Nicola Ghidotti, 5 anni, di Brusaporto (Bergamo). Si è ammalato dopo essere stato sottoposto alla vaccinazione esavalente. Non riesce più a muoversi. Le sue speranza di sopravvivere si affievoliscono giorno dopo giorno. Eppure, una speranza ci sarebbe. C’è. Si chiama Metodo Stamina, trattamento terapeutico a base di cellule staminali, inventato da Davide Vannoni. Ma in Italia non esiste libertà di cura. Questo meraviglioso Paese è ammorbato da una Casta putrida e infame che taglia anche i fondi alla ricerca, difende i propri ributtanti privilegi e calpesta la dignità di chi vuole battere ogni strada per salvare la vita ai propri figli malati. 

    Thomas Ghidotti, il papà di Nicola, è andato a sbattere contro l’ottusità e l’oscurantismo di una burocrazia senz’anima e senza cuore. “Lo Stato ci nega il diritto di curare persone in fin di vita, come mio figlio, al quale viene tolto anche il diritto alla speranza. Per avere la facoltà di ricorrere al Metodo Stamina, la cui sperimentazione è stata bloccata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, centotrenta ammalati si sono rivolti alla giustizia e hanno visto riconosciute le proprie ragioni. Ma, sino a quando il Ministero non cambierà idea, sarà stato tutto inutile”.

    Il 10 ottobre scorso, la Lorenzin, piazzata al ministero da Berlusconi che poi ha tradito, passando armi e bagagli sotto le bandiere di Alfano, ha comunicato la decisione di fermare la sperimentazione, avendo preso atto dei pareri negativi espressi dal Comitato scientifico e dall’Avvocatura generale dello Stato. 

    Secondo il Comitato scientifico,mancano i presupposti di scientificità e sicurezza per avviare la sperimentazione clinica”. Naturalmente, le teste d’uovo se ne infischiano dei malati e dei loro familiari, per i quali, invece, il Metodo Stamina è l’ultima strada da percorrere prima di arrendersi e reclamano il sacrosanto diritto di scegliere come e da chi curarsi. Invece, questo Stato nega un diritto fondamentale, garantito dall’articolo 32 della Costituzione. Se la Lorenzin e i suoi sodali non se lo ricordano, glielo rammentiamo noi: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

    Per questo motivo, lunedì 25 novembre, a Roma si terrà una manifestazione nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sul Metodo Stamina. Da quattro mesi, in PIazza Montecitorio, sono accampati i fratelli Sandro e Marco Biviano, di Lipari, affetti da distrofia muscolare. Come a Nicola, anche a loro è vietato curarsi con lo Stamina ed è vietato anche alle loro sorelle. “La verità - sottolinea Thomas Ghidotti - è che  gli interessi delle case farmaceutiche non permettono la realizzazione della cura”.  

    I fratelli Biviano hanno fondato il movimentovitesospese.it. La settimana scorsa, quando Papa Francesco è andato in visita da Napolitano al Quirinale, Sandro e Marco Biviano, assieme a un altro disabile, Roberto Meloni, sono stati bloccati dai carabinieri all’ingresso del palazzo presidenziale. “Entravano tutti, ma gli unici cui era vietato l’accesso eravamo noi in carrozzella. Indossavo la felpa con la scritta “Io non voglio morire”. Alla fine ci hanno fatto entrare, ma tenendoci d’occhio per tutto il tempo. Poi un uomo in divisa, forse un generale, è venuto a scusarsi per il modo in cui ci avevano trattati». 

    Thomas Ghidotti conosce bene il calvario dei fratelli Biviano. 

    In questi mesi di angoscia, di notti insonni, di proteste e di iniziative per salvare la vita di Nicola, il signore di Brusaporto ha scoperto di non essere solo. E un importante segnale di solidarietà è arrivato dal mondo degli ultrà. Il 10 novembre, sotto la Curva Nord dello stadio di Bergamo, è, stato esposto un grande striscione di sostegno a tutti gli ammalati che chiedono di essere curati con il metodo sperimentale:  “Pretendiamo Stamina! Esigiamo chiarezza!”.

    Iniziative analoghe sono state intraprese dai sostenitori della Roma, della Fiorentina, della Lazio, del Catania, del Brescia, della Cavese e della Salernitana. Già, proprio i salernitani, il cui stadio, sempre il 10 novembre, è stato teatro dell’invereconda farsa inscenata dai giocatori della Nocerina, minacciati di morte da una frangia di delinquenti, qualora avessero giocato tutto il derby con la Salernitana. 

    Annota il papà di Nicola: “Nei tifosi dell’Atalanta ho trovato solidarietà, comprensione, affetto che mi hanno fatto bene al cuore. I malati come mio figlio e i loro familiari hanno bisogno di non sentirsi soli, non possono e non devono essere lasciati soli e spero che anche i mezzi di informazione non ci lascino soli. Questa è una tragedia che non auguro a nessuno, ma che può capitare a tutti”.  

    A tutti. E’ chiaro il concetto, uomini e donne della Casta?

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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