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  • José Andrade, dal calcio da strada alla scandalosa diva Joséphine Baker, vincendo tutto con l'Uruguay

    José Andrade, dal calcio da strada alla scandalosa diva Joséphine Baker, vincendo tutto con l'Uruguay

    • Alessandro Bassi
      Alessandro Bassi
    Spesso le edizioni delle manifestazioni sportive mondiali sono emblematicamente rappresentate da un atleta che durante quel determinato torneo ha impresso talmente a fuoco il proprio nome da diventarne inscindibile. Il nome di Josè Andrade in tal senso è legato per sempre alla medaglia d'oro dell'Uruguay ai giochi olimpici di Parigi del 1924, quando tutta Europa scoprì il fascino della Maravilla Negra.

    ARTISTA DI STRADA - All'alba del '900 in una cittadina di confine tra Uruguay e Argentina José Leandro Andrade nasce da madre argentina e padre di origini africane. A leggere lo scrittore Jorge Chagas il padre pare fosse uno stregone ultranovantenne e a leggere il suo “Gloria Y Tormento” i sentieri della storia si perdono nelle vie profonde della leggenda e del mito. Il piccolo José crescendo si dà ai lavori più disparati, da lustrascarpe a venditore di giornali, e gioca al pallone. Lo fa nel quartiere di Palermo, a Montevideo, dova va a vivere da una zia. Inizia a giocare per strada dove impara anche l'arte musicale cimentandosi come musicista e ballerino al Carnevale di Montevideo. E così tra un tamburello e un calcio al pallone inizia a mettersi in mostra nel piccolo club del Misiones, ma la sua carriera calcistica inizia sul serio quando nel 1921 entra nel club del Bella Vista, dove gioca assieme a José Nasazzi. Con il Bella Vista Andrade gioca nel massimo campionato e si mette in mostra tanto che nel 1923 esordisce in Nazionale.

    Gli anni'20 sono gli anni di Andrade che dopo aver vestito la maglia del Bella Vista gioca per cinque stagioni nel Nacional di Montevideo, senza peraltro mai riuscire a vincere il campionato. Le soddisfazioni calcistiche gli giungono dalla Nazionale e dalle straordinaria vetrina internazionale: giocherà anche nel Penarol, ma il meglio sul campo da calcio Andrade a quel punto lo ha già regalato.

    LA CELESTE DEGLI ANNI'20 - La sua carriera, la sua leggenda calcistica, Andrade la scrive tutta o quasi con la Nazionale dell'Uruguay. È il grande Uruguay degli anni'20, capace di vincere due medaglie d'oro olimpiche e la prima edizione della Coppa del mondo di calcio, e di quella Nazionale Andrade è una delle stelle. Non l'unica, certo. Quella Nazionale è piena di giocatori di grande talento che la porteranno a vincere titoli internazionali in serie.

    Il secondo decennio del '900 si può dire che sia stato il decennio calcistico dell'Uruguay. La Celeste non solo vince il Campionato sudamericano nel 1920, ma con l'esordio di Andrade vince le edizioni del 1923 – vincendo tutte le gare – , del 1924 e del 1926. Non solo. Nel 1924 e nel 1928 l'Uruguay vince la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici a Parigi e Amsterdam e chiude questo periodo irripetibile aggiudicandosi la prima edizione della Coppa del mondo di calcio che nel 1930 viene disputata proprio in Uruguay. In un decennio, quindi, l'Uruguay si aggiudica 4 edizioni del Campionato Sudamericano, 2 allori olimpici e 1 Coppa del mondo. Il tutto grazie ad una generazione di fenomeni come Nasazzi, Scarone, Petrone, El Manco Castro, Cea e, naturalmente, Andrade.

    PARIS BOHÈME 1924 - Il 1924 è l'anno in cui il mondo intero scopre la forza e la bellezza dell'Uruguay e delle sue stelle. Come detto l'occasione è data dai Giochi olimpici di Parigi durante i quali il pubblico europeo vede e può ammirare la Celeste per la prima volta. La stella tra le stelle del torneo di calcio olimpico del 1924 è proprio José Andrade, il primo calciatore di colore che l'Europa ammira dal vivo. Andrade non si risparmia, né sul campo, né fuori. Andrade è letteralmente rapito dalla notte parigina, terminato il torneo si ferma nella capitale francese dove vive da bohemienne la Parigi più suadente. Il tempo è scandito nei cabaret e nei night di Pigalle da bottiglie di champagne e da donne bellissime, Andrade ha anche una fugace storia con un'altra anima della notte di quei tempi, la scandalosa diva Joséphine Baker.

    LA 'MARAVILLA NEGRA' - Molto della vita e della leggenda di Andrade ruota attorno alla trasferta parigina del 1924. l'Uruguay partecipa al torneo Olimpico per via di una promessa che il Presidente federale Narancio aveva fatto alla squadra nel '23: se vincete il campionato Sudamericano l'anno prossimo si va a Parigi. Detto, fatto. Però la trasferta costa un botto, Narancio per mantenere la promessa deve pure ipotecarsi la casa, ma alla fine l'Uruguay arriva a Parigi, dopo un lungo viaggio in piroscafo sino in Spagna, quindi in treno e tante amichevoli “di avvicinamento” necessarie per finire di pagare le spese.

    L'Uruguay è a Parigi. Non da turista. La Celeste vince tutte le gare, e a parte la semifinale dove incontra parecchie difficoltà ad eliminare l'Olanda, sono tutte partite senza storia, compresa la finale dove l'Uruguay vince 3 a 0 contro la Svizzera. È un trionfo, venato appena da illazioni di alcune Federazioni che mettono in dubbio il regime dilettantistico dei calciatori. Al netto è un'affermazione di forza netta. Per la prima volta gli europei vedono giocare a calcio un nero: è Andrade. Con la sua tecnica e la sua forza Andrade fa divertire il pubblico sugli spalti e ben presto gli viene cucito addosso quel soprannome che lo accompagnerà per sempre, Maravilla negra. Andrade, però, con il suo funambolismo, la sua forte vena artistica, fa divertire – e si diverte – anche fuori dal campo.

    Andrade vincerà ancora tanti titoli, compreso il suo primo titolo di campione dell'Uruguay nel 1931 con il Penarol, ma dopo il Mondiale la sua carriera ormai è avviata verso la fine. Dopo il ritiro del 1935 per Andrade inizia un'ultima fase della sua vita dove i vizi lo porteranno progressivamente a perdere denaro e affetti, finendo per morire in solitudine il 5 ottobre del 1957.


    José Andrade, dal calcio da strada alla scandalosa diva Joséphine Baker, vincendo tutto con l'Uruguay

    José Andrade, dal calcio da strada alla scandalosa diva Joséphine Baker, vincendo tutto con l'Uruguay

    (Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)

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