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  • Jovetic:| Le coppe per restare a Firenze
Jovetic:| Le coppe per restare a Firenze

Jovetic:| Le coppe per restare a Firenze

Uno così lo vorrebbero in tanti. Infatti in estate c’erano un bel po’ di club pronti a fare follie per Jovetic. Compresa la Juve, che martedì prossimo gioca a Firenze. Ma Stevan è rimasto. Lo ha convinto Andrea Della Valle e lui ha capito. E ora è il centro del progetto viola. « La Fiorentina è stata costruita per esaltare le sue qualità» ha detto Montella.

Stevan ringrazia e fa gol. Quattro in tre partite. Capocannoniere della Serie A. Un piccolo dettaglio, ma significativo. Perché senza di lui lì davanti la Fiorentina farebbe molta più fatica. E poco importa se quel brav’uomo di Lippi ieri alla radio ha detto che la Juve potrebbe prenderlo a gennaio. Polemiche inutili, perché da qui Jovetic non si muove. Non adesso, almeno. E poi chissà, potrebbe fare come Batistuta. Nove anni in viola e lo scudetto con la Roma. «Vincere a Firenze ha un sapore particolare» ha sempre detto Batigol. Per questo è rimasto così a lungo. Ci ha provato. E qualcosa ha vinto. Poco, siamo onesti, però è stato eccitante. Magari anche Jo-Jo si innamora di Firenze e decide di rimanere. Questione di stimoli. E di procuratori. I suoi sono particolarmente attaccati ai soldi e più che al giocatore pensano agli interessi (i loro). Brutte storie, ma per ora Andrea Della Valle si è difeso bene. Jovetic è qui e la Fiorentina va. Dicevano che era fragile (De Laurentiis), che in fondo non aveva ancora dimostrato niente, così il giovane Stevan (non dimentichiamo che ha solo ventitré anni) si è messo d’impegno e ha ribaltato tutti i cliché. Ha preso per mano la Fiorentina, fa gol, lavora per la squadra. Si sacrifica. Gioca da prima punta, anche se non è il suo ruolo, fa sembrare facili anche le cose difficili, come il gol di Napoli e quello con il Catania. In poche parole, finora è stato determinante. E non è un caso che Montella dica che «può segnare venti gol in campionato » e ieri Pradè abbia detto che «Jovetic può fare gol in tutte le partite». A lui il gol viene naturale, spontaneo.


In questi anni è cambiato Jovetic. Fisicamente si è irrobustito, tatticamente è cresciuto e nella testa è diventato molto più grande di quello che è realmente. Del resto uno che a diciassette anni diventa capitano del Partizan Belgrado rischia di essere un predestinato. E lui lo è. «In questa Fiorentina mi sento bene - ha detto dopo il Catania -. Sono arrivati ottimi giocatori, siamo una squadra forte. Quest’anno ci divertiremo». E lo ha detto convinto. Anche se a quell’età è normale pensare di andare via se ti cercano i club più forti d’Europa. Per questo è rimasto in silenzio per mesi. A riflettere. Poi l’incontro con Andrea, il chiarimento, la scelta di rimanere. E un nuovo campionato da protagonista. L’obiettivo è l’Europa, ma per ora Stevan fa finta di niente. «Lotteremo per fare più punti possibile e alla fine faremo i conti». E chissà che un posto nelle coppe non lo convinca a rimanere ancora. Al di là della clausola che la Fiorentina metterà nel contratto.

«Jovetic è un fenomeno» ha detto Toni, uno che in carriera ha giocato con tanti campioni. Ed è quello che pensano tutti dentro lo spogliatoio. Il talento che Mancini voleva al City e che Vucinic ha consigliato alla Juve. Il ragazzo d’oro della Fiorentina. Quello che un giorno di qualche anno fa, a Bucarest, si emozionò davanti a Mutu e che oggi è pronto a raccogliere l’eredità di quelli come Adrian. Senza paura. Senza problemi. A forza di gol. E tra una settimana arriva la Juventus.


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