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Jovetic: 'Sono stato vicinissimo alla Juve'

Jovetic: 'Sono stato vicinissimo alla Juve'

Stevan Jovetic con la Juventus ci sarà. Il club bianconero è strettamente intrecciato alla sua carriera come lo stesso attaccante montenegrino ha rivelato ai microfoni di Tuttosport. Tanti i retroscena svelati, ma un unico grande obiettivo: diventare grande e vincere lo Scudetto con l'Inter: "Quando ero a Firenze lottavo per il quarto posto, a Manchester per lo scudetto ed un’altra cosa perché devi vincere sempre e per forza. Succede anche all’Inter e spero che finisca come il primo anno al City in cui abbiamo vinto campionato e coppa. Il mio sogno? Ovvio lo Scudetto. Per ora abbiamo la squadra per un posto in Champions, poi si vedrà".


VICINO ALLA JUVE - "Ai tempi di Conte sono stato vicino alla Juve. L’interessamento c’era quello è sicuro. Loro hanno chiamato il mio procuratore mentre io con Conte non ho mai parlato. Alla fine ho deciso di rimanere al City. Non sono pentito, anche se sono capitate mille cose che non mi hanno permesso di dare bene. Quella a Manchester è stata una grande esperienza. La Juve tornerà, loro sono forti e restano ancora troppe partite e possono sempre rientrare".

'NON SONO ROTTO!' - "Ho perso una settimana di allenamenti però mi sento bene e per domenica sarà pronto. Mi sono rotto il crociato a vent’anni e quello è stato il periodo più brutto della mia carriera. In quei momenti però vedi chi sono i veri amici. Sono sempre stato convinto che sarei tornato più forte di prima. Cosa mi fa più arrabbiare? Quando dicono che sono rotto: non è bello sentir dire su di sé cose che non sono vere".

COME SHEVA MA CON L'INTER - "Il mio idolo? Shevchenko. Arrivare dove è arrivato lui è difficile. Ha vinto Champions, Pallone d'Oro, mentre io sono ancora giovane. Il sogno sarebbe di fare quanto fatto da lui, ma con la maglia dell'Inter".

PRESSIONE ALL'INTER - "La gente parla, parla. Se perdi ma pure se vinci ci sarà sempre qualcuno che dice che hai giocato male. A me basta che arrivino i punti, poi gli altri lasciamoli parlare. All'Inter c’è pressione ma io sono abituato. Al City ce n’era meno: là i tifosi sono molto più tranquilli e se dai il 100% in campo a loro va bene, pure se non vinci".
 


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