Un cognome che non pesa, anzi. Un'eredità importante che sembra non gravare affatto su un ragazzo di soli 18 anni ma con le idee piuttosto chiare. Parliamo di Justin Kluivert, sempre più nuovo astro nascente di un Ajax in ricostruzione dopo l'addio di Peter Bosz e una stagione come quella passata coincisa col ritorno in una finale europea a distanza di 20 anni dall'ultima volta. Era un altro Ajax, la macchina perfetta costruita da Louis van Gaal e in cui si affacciava nel grande calcio un attaccante come Patrick Kluivert, padre di Justin, man of the match della finale di Champions League del 1995 contro il Milan, prima di essere protagonista di una deludente parentesi in rossonero e rilanciarsi con la maglia del Barcellona.
SEGUITO DAL NAPOLI - Barcellona che, nella testa del giovane Justin, vuole essere il naturale approdo di una carriera in crescendo, il sogno da coronare per poter ambire a un percorso da grande calciatore. Anche meglio di suo padre, battuto sia a livello di precocità per quanto concerne la prima rete realizzata nel campionato olandese (17 anni e 10 mesi contro 18 e un mese) sia per il numero di triplette realizzate in Eredivisie. Quella contro il Roda di Justin è la prima da professionista, un picco mai raggiunto da Patrick, che a livello realizzativo è esploso negli step successivi della sua carriera. Attaccante esterno di grande qualità tecnica, abbinata a una velocità fuori dal comune, Kluivert jr ha già attirato l'attenzione di diversi club europei, dal Manchester United al Napoli, che in Giaccherini e Ounas non ha individuato alternative ritenute affidabili da Sarri per dare respiro a Insigne e Callejon.