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  • Rummenigge e Agnelli attaccano PSG e City: 'Fair play finanziario fondamentale, Abrahmovic e Al-Khelaifi sbagliano'

    Rummenigge e Agnelli attaccano PSG e City: 'Fair play finanziario fondamentale, Abrahmovic e Al-Khelaifi sbagliano'

    • Giulio Alberto Rodino
    Nel corso del seminario Financial Fair Play presso l'Università Bocconi di Milano, Andrea Agnelli, presidente della Juventus, e Karl-Heinz Rumenigge, executive board chairman del Bayern Monaco, si sono confrontati riguardo il tema del Fair Play Finanziario.

    FILOSOFIA TEDESCA - Il primo intervento è quello del dirigente bavarese, che spiega come il Bayern si approccia al mercato internazionale: "Come lo sviluppo si è coniugato con il Fair Play Finanziario? Il Bayern è un club più bavarese che tedesco, siamo diversi dagli altri, è come se fossimo del sud. Dobbiamo cercare di trovare un nostro equilibrio di mercato che è diverso da quello di tutto il resto d'Europa. La cultura tedesca impone che è possibile spendere solo dopo aver ricavato degli introiti. Fin dal 1963 ( ndr anno di fondazione della Federazione Tedesca) siamo costretti a rispondere a delle regole che ci obbligano a controllare le spese, non come succede adesso dove  Abramovich o lo sceicco del PSG ripianano i debiti di tasca loro a fine stagione. La legge per il calcio è una: chi vince in campo è vicente anche fuori. Abbiamo fatto le nostre fortune sfruttando il mercato della Bundesliga quando costava meno di adesso. Mentre all'estero si guardava in Serie A, Premier League o Bundesliga noi scovavamo talenti in Germania. Quando è arrivata la vera svolta per il suo club?  La svolta è stata nel 2010. Dopo la finale persa con l'Inter, infatti, siamo riusciti a stabilizzare due campi fondamentali: quello del calcio e quello del merchandising. All'inizio si vendeva solo qualche sciarpa e qualche maglia, poi ci siamo sviluppati ed espansi. Ora facciamo più di 100 milioni con i nostri prodotti. Quando abbiamo trovato partner disposti a collaborare, abbiamo iniziato una programmazione e un progetto. Nel calcio serve pazienza, devi pescare giocatori buoni con calma. Non si può pensare di prendere 10 giocatori e vincere subito. Chi ha reso possibile tutto ciò? Tutto quanto il sistema Bayern. Anche gli allenatori hanno aiutato. Louis van Gaal, per quanto possa essere difficile come uomo, è un grande allenatore. Con Jupp (ndr Heynckes) abbiamo vinto tutto, l'importante per spendere sul mercato e vincere è non farsi influenzare dalle pressioni di stampa e tifosi. La nostra filosofia di calcio ha due colonne portanti: comprare grandi giocatori come Neuer, Vidal e Martinez. E far crescere la nostra primavera. Ora in prima squadra abbiamo 8 giocatori della cantera come Lahm, Alaba , Muller e Badstuber. Per un tifoso dell'Inter, per esempio, sarebbe meglio avere un giocatore interista cresciuto nel vivaio, piuttosto di uno che viene pagato e basta per giocare. Se continuiamo così, il calcio è destinato a produrre una lega europea che potrà essere privata o  pubblica".

    FILOSOFIA ITALIANA - Il secondo intervento è del presidente Agnelli, che spiega come i bianconeri si approcciano alle indicazioni provenienti dall'UEFA: " E' un piacere essere qui a parlare di queste tematiche molto interessanti con un maestro come Kalle. Lo sviluppo del calcio italiano può avvenire solo confrontandoci con le altre realtà europee. Questi sei anni di Juventus sono stati di grande interesse e soddisfazione, ogni azione compiuta sotto la mia presidenza ha dovuto rispettare i canoni del FFP. I nostri obiettivi erano prevalentemente due: tornare a competere sul campo a livello nazionale e internazionale e arrivare a stabilire un equilibrio di mercato all'interno dalla società. Credo che ciò sia stato possibile anche grazie l'aiuto di Marotta, Paratici e Nedved. Gli obiettivi sono programmati e ponderati. Il museo, lo stadio e i servizi che la Juventus offre servono per garantire una stabilità economica. E tutto il ricavato viene utilizzato per migliorare la prima squadra. La differenza è che il nostro museo fattura 1 milione all'anno, quello del Barcellona, 27 milioni. Da questo punto di vista è difficile competere. Lo stesso discorso vale per lo stadio, il Chelsea, ad esempio, fattura il doppio di noi per quanto concerne i ricavi provenienti dall'impianto sportivo. Noi preferiamo cercare un equilibrio economico proveniente dai nostri meriti sul campo, piuttosto che spendere e spandere come alcune squadre  europee e ripianare i debiti di tasca propria.Nonostante tutto, però, con la passione e l'ambizione siamo riusciti a spiccare rispetto agli altri club. Il difficile arriva adesso, nei prossimi 5 anni dovremo migliorare quanto di buono fatto fino ad ora''.

    @Gibi_r96
     

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