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  • Agnelli: 'Il 14o posto è inaccettabile'
Agnelli: 'Il 14o posto è inaccettabile'

Agnelli: 'Il 14o posto è inaccettabile'

Si è da poco concluso il discorso introduttivo di Andrea Agnelli in occasione dell'Assemblea degli Azionisti della Juventus. Il presidente ha fatto il punto su tutto il sistema calcio italiano e internazionale, partendo però dalla condizione della sua società in un momento particolare. 

LA SQUADRA - "Abbiamo avuto coraggio di rinnovare la rosa al termine di una stagione record sotto tutti i punti di vista. Investire su calciatori poco più che ventenni come Rugani, Dybala, Lemina, Sturaro, Zaza, Pogba, Morata: dimostra coraggio e lungimiranza, questi giocatori ci garantiranno un grande futuro. Abbiamo sempre saputo che avviare una  rifondazione importante come quella avviata quest'estate avrebbe comportato dei rischi nell'immediato, ma in nessun modo l'attuale 14° posto in classifica può essere giustificato". Il presidente, nel pomeriggio, ha spiegato meglio: "La critica sul 14° posto non era verso Allegri, ma riguarda tutti quanti noi. È inaccettabile per tutta la Juve".

LE BATTAGLIE - “Dagli ultimi eventi accaduti dopo la mia lettera agli azionisti emerge l'enorme bisogno di un cambiamento della governance del calcio a livello nazionale ed internazionale che permetta al mondo del calcio di riacquisire la centralità verso tutti gli stakeholder e soprattutto verso i tifosi. Riguardo gli sviluppi di quanto successo nel 2006 la nostra posizione non cambia, stiamo studiando in questo momento i nuovi incartamente come quelli legati a Gazzoni. A tale proposito abbiamo un costante dialogo con il presidente Tavecchio, ma dopo aver studiato il bilancio non troviamo gli accantonamenti annunciati dall'avvocato Medugno. […] Il 2016 sarà un anno chiave, il calcio per restare credibile ha bisogno di persone credibili: serve il cambiamento”

IL SISTEMA - “Abbiamo la consapevolezza che per proseguire il nostro processo di sviluppo dobbiamo aumentare significativamente i ricavi. Tutto il movimento italiano è troppo indietro rispetto al resto d'Europa, per inseguire i grandi club europei come Manchester United, Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco serve un contesto che sappia cambiare. Un dato significativo: il tasso di crescita del nostro calcio nell'ultimo quinquennio è solo del 14%, dietro Spagna, Germani, Inghilterra, Francia, ma anche Russia e Turchia. Il problema degli impianti rimane centrale, basta stadi obsoleti e basta deroghe nella gestione della sicurezza. La riforma dei campionati è necessaria nel minor tempo possibile, l'assenza delle seconde squadre ci costringe ad una gestione sbagliata dei giovani calciatori: basti pensare che in serie A sono quasi 500 i prestiti, solo in Premier si superano i 100 e nel resto d'Europa si rimane al di sotto dei 100 prestit. E dopo la riforma della Lega Pro, lo spazio per l'inserimento delle seconde squadre ci sarebbe assolutamente stato. Oggi il campionato italiano è solo di transito, i grandi campioni non si fermano più da noi e sul mercato siamo costretti a puntare su elementi di prospettiva - il caso Vidal è emblematico – oppure a sfruttare anomalie del mercato come Tevez”.


CASO CALVO - “Calvo è stato un uomo chiave in questi anni di grande crescita. Ha ricevuto un'offerta importante da un club prestigioso come il Barcellona che ha deciso di accettare. In società abbiamo poi deciso di proseguire con le altre persone già presenti in quest'area di lavoro senza sostituirlo. L'entità della buonauscita gode di un patto di riservatezza, ma le cifre lette sugli organi di informazione non corrispondono in alcun modo alla verità".

IL FUTURO - "Sono appena stato confermato alla presidenza della Juventus per i prossimi tre anni, sto bene qui e non ho ambizioni di carriera politica. Almeno per i prossimi tre anni, lavorerò intensamente per lo sviluppo della Juventus e non mi interessano altri incarichi se non quelli funzionali allo sviluppo delle nostre attività".

 


 

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