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  • Juve, Allegri preoccupato: da Szczesny a De Ligt, ora è la difesa il reparto meno affidabile

    Juve, Allegri preoccupato: da Szczesny a De Ligt, ora è la difesa il reparto meno affidabile

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Cristiano Ronaldo non abita più qui e così i suoi compagni, che mugugnavano in privato per l’egocentrismo del portoghese, non avranno più alibi e dovranno dimostrare di saper tornare a vincere senza di lui. Ma soprattutto i gol del grande “ex” dovranno essere distribuiti tra tutti, a cominciare dal ritrovato bianconero Kean che nel frattempo è bentornato in Nazionale con la sua doppietta di ieri sera alla Lituania. Allegri, che lo lanciò nel suo primo ciclo juventino, lo stima da sempre e siccome non ha mai sbagliato i giudizi sui giovani Kean sarà sicuramente una freccia in più nel reparto avanzato, insieme con i vari Morata, Kulusevski e Chiesa. I problemi della nuova Juventus, quindi, non sono certamente lì, perché i limiti sono negli altri reparti, come si è già visto l’anno scorso. Locatelli è un rinforzo importante per il centrocampo, ma il suo equilibrio tattico non basta. Ci vorrebbero la qualità e la continuità, come ai tempi recenti di Pirlo, Pogba e Marchisio, le caratteristiche dei campioni che non possono offrire Rabiot, Bentancur, Ramsey e McKennie.

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    E’ facile, quindi, individuare nel centrocampo il punto debole della Juventus. Eppure, anche se meno evidente, il reparto meno affidabile in prospettiva ci sembra la difesa. Storicamente è stato questo il vero punto di forza della squadra bianconera e non a caso la difesa è stata la meno battuta nei campionati dei primi otto scudetti consecutivi, con Conte (cinque volte) e Allegri (tre). Guarda caso, però, con il progressivo calo di Chiellini e Bonucci, nelle due successive stagioni con Sarri e Pirlo in panchina, la migliore difesa del campionato è stata quella dell’Inter. E le prime due giornate di questo nuovo campionato hanno subito confermato questi dubbi, perché Szcesny ha regalato i primi due gol a Udine e poi non è riuscito a evitare quello del clamoroso successo dell’Empoli. Morale: due partite e tre gol al passivo, una media non da Juventus in generale, non da una squadra da scudetto in particolare. Ma al di là dei nuovi dubbi sull’efficienza del portiere polacco, preoccupa l’età di Chiellini che guarda caso, a 37 anni compiuti il 14 agosto scorso, dall’inizio della stagione ha giocato soltanto una partita intera su cinque (due della Juventus e tre della Nazionale) quando è stato in campo dall’inizio alla fine contro la Svizzera.

    In teoria la sicurezza in difesa dovrebbe arrivare da De Ligt, che di anni ne ha soltanto 22 ed è già stato capitano in Olanda. Se persino il c.t. della sua Nazionale lo ha lasciato in panchina nell’ultima partita di martedì contro la Turchia, è lecito chiedersi però perché gli sia stato preferito De Vrij, guarda caso interista, al fianco di Van Dijk. Il tempo sta dando ragione a Van Basten che lo ha criticato in passato per la sua scarsa personalità, un difetto emerso anche nella Juventus dove De Ligt troppe volte è sembrato più un gregario che un leader del reparto.

    Se a tutto ciò aggiungiamo che nella difesa a quattro di Allegri i due esterni sono Danilo (o Cuadrado) e Alex Sandro, più portati a spingere sulla fascia che a chiudere, e che la prima alternativa per il ruolo di centrale è Rugani, sempre in attesa della definitiva maturazione, è difficile essere ottimisti. Perché, con o senza Ronaldo, la Juventus ha sempre segnato. Ma, con o senza Ronaldo, continua a prendere troppi gol. E se non si ha più la miglior difesa del campionato non si rivince lo scudetto.

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