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  • Juventus all'Antimafia: dallo sciopero del tifo all'indagine della Procura

    Juventus all'Antimafia: dallo sciopero del tifo all'indagine della Procura

    In una serata che ha di fatto intensificato le ambizioni della Juventus per il cammino in Champions League, con la seconda vittoria sul Porto e il passaggio ai quarti di finale archiviato, non tutto è andato per il verso giusto. Perlomeno dal punto di vista del tifo, con momenti di assoluto silenzio che hanno fatto quasi sembrare lo Stadium un covo di supporters dei Dragoes, come sempre scatenati. Un mutismo, ingiustificabile vista l’importanza del palcoscenico, da spiegare anche con la prosecuzione dello “sciopero” del gruppo ultras Viking in curva Sud.

    VIKING - Tutto è cominciato con la decisione da parte della Questura di Torino di revocare per l’intera stagione “striscioni e bandiere permanenti riproducenti il nome e la simbologia del gruppo”, provvedimento motivato in relazione a “episodi e comportamenti tenuti dagli appartenenti e dai leader Viking da qualche tempo poco inclini a rispettare la normativa vigente e soprattutto il regolamento d’uso d’impianto sportivo, sia sotto l’aspetto penale che amministrativo”. Come a dire che fumogeni, braccia tese e cori antisemiti non sono ben accetti in uno stadio a misura di tifoso. Ma la questione nasconde lati ancora più oscuri. Perché a guidare i Viking c’è Loris Grancini, nei cui confronti la polizia ha chiesto la sorveglianza speciale al Tribunale di Milano. Grancini, non indagato nell’inchiesta “Alto Piemonte” sui presunti contatti tra esponenti della ‘ndrangheta e dirigenti bianconeri, sarebbe “molto vicino alla criminalità organizzata milanese” come dichiarato da un’informativa della Digos di Torino dello scorso settembre.

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