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  • Juve: niente rivoluzioni sul mercato
Juve: niente rivoluzioni sul mercato

Juve: niente rivoluzioni sul mercato

  • Giuseppe De Los Reyes

La differenza di valori emersa tra Bayern Monaco e Juventus nella doppia sfida di Champions appena conclusa deve servire all'ambiente bianconero come ulteriore step di un processo di crescita avviato da quasi due anni e che procede con ottimi risultati.

Il giorno dopo l'eliminazione dai quarti di Champions League in casa Juve deve regnare la soddisfazione per il buon torneo europeo disputato e la consapevolezza che la strada intrapresa dal luglio 2011 in poi è quella giusta per riportare la Vecchia Signora nell'elitè dal calcio europeo. Antonio Conte è stato realista quando ha ribadito a più riprese che le vittorie non si inventano, si costruiscono con intelligenza, programmazione e tempo. Ad alcuni le parole del tecnico salentino sono apparse quasi un tentativo di mettere le mani avanti prima della sfida con i tedeschi, agli addetti ai lavori, invece, il pensiero di Conte è risultato onesto e lucido. Il tecnico dei bianconeri, in questi due anni di gestione, ha raggiunto risultati straordinari rivitalizzando giocatori che prima del suo avvento sembravano non essere in grado di vestire la casacca bianconera. La Juventus, in Italia è già da mesi superiore a tutte le altre squadre dal punto di vista del gioco e della capacità di gestire i vari momenti della stagione, in Europa, però, deve lavorare ancora molto per raggiungere i livelli dei top club.

Sicuramente, dopo quanto visto nella doppia sfida con i bavaresi, la società bianconera nella programmazione della prossima stagione non potrà più procastinare un pesante intervento nel reparto offensivo per migliorare la pericolosità in avanti. Troppo deficitario, infatti, l'attacco della Juventus al cospetto di quello del Bayern Monaco per impensierire i vice campioni d'Europa.

In casa Juve, però, si devono evitare movimenti di mercato pericolosi, che potrebbero finire per non fare il bene della squadra. La ricerca della punta, del top player, del trascinatore del reparto avanzato bianconero, infatti, deve essere fatta con oculatezza e soprattutto non può comportare sacrifici eccellenti che finirebbero per fiaccare il tentativo di miglioramento. Impensabile, infatti, arrivare all'acquisto di un giocatore del calibro di Higuain, Suarez o Ibrahimovic, sacrificando Vidal. Il cileno, squalificato nella gara di ritorno a Torino, ha dimostrato a Monaco di essere in questo momento l'anima del centrocampo bianconero e di avere una personalità tale da fronteggiare senza paura i migliori calciatori europei. Sarebbe sbagliato pensare, che l'esplosione di Pogba possa permettere di sacrificare, a cuor leggero, Arturo Vidal per ricavare il denaro necessario da spendere per il grande investimento in attacco.

Vidal, stando a quanto emerso nei quarti di finale di Champions, è uno degli elementi cardine della squadra, un uomo dal quale la Juventus deve ripartire e non può assolutamente prescindere per le prossime stagioni. Pogba è una bellissima scoperta, e sicuramente, consentirà un ulteriore crescita al centrocampo bianconero ma non come sostituto del cileno bensì come compagno di reparto.

Il mercato estivo della Juventus, dovrà necessariamente svilupparsi sulle idee e su investimenti oculati ma la società non dovrà commettere l'errore di finanziare il mercato con la cessione dei migliori elementi della rosa, Vidal su tutti. Molto spesso, il mercato si fa con le idee più che con i soldi. Il Bayern Monaco, società che gode di ottima disponibilità economica, ieri sera, come all'andata ha affidato l'attacco al croato Mandzukic prelevato lo scorso anno per circa 12 milioni di euro e che ha relegato Mario Gomez in panchina per gran parte di questa stagione. Se, come precisato ieri da Marotta, arrivare ad un top player, per le casse bianconere è ancora molto difficile, allora bisogna operare con intelligenza ed oculatezza, con investimenti mirati che consentano alla squadra di crescere gradualmente senza smantellare quanto di buono costruito fino ad ora perchè a vincere alla fine è sempre la squadra e non il singolo giocatore.

Antonio Conte, fino ad ora, ha dimostrato di essere un top allenatore per i risultati raggiunti ed il gioco mostrato dalla squadra, ora tocca a Marotta dimostrare di essere un top manager rafforzando la squadra con le idee giuste massimizzando le risorse economiche che avrà a disposizione.

 

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