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  • Juve, Bonucci ora è da solo: fra record e dubbi, per salvarlo serve la difesa a tre

    Juve, Bonucci ora è da solo: fra record e dubbi, per salvarlo serve la difesa a tre

    • Gianluca Minchiotti
    Per Leonardo Bonucci domani inizia una nuova era. Per la prima volta è da solo, l'ultimo reduce di una difesa (portiere compreso) che ha fatto la storia della Juventus e del calcio italiano. Gigi Buffon non c'è più, Andrea Barzagli anche, e con la fine della scorsa stagione ha salutato anche Giorgio Chiellini. Leo ora è da solo, con la fascia da capitano finalmente sua e pronto anche a superare una leggenda come Dino Zoff per quanto riguarda le presenze in partite ufficiali con la maglia bianconera: con il match di Ferragosto contro il Sassuolo, il numero 19 arriverà a quota 477, lasciandosi alle spalle il portiere campione del Mondo del 1982 e issandosi al settimo posto nella classifica dei più presenti con la Juve, dietro a Del Piero, Buffon, Chiellini, Scirea, Furino e Bettega. 

    I DUBBI - Sono numeri assoluti quelli di Bonucci, come assoluta diventa ora la sua responsabilità, come leader di una squadra chiamata a ritrovare se stessa e, soprattutto, a riconquistare quello scudetto che manca ormai da due anni, dopo essere stato per nove lunghe stagioni una piacevole consuetudine. Fin qui la 'cartolina', poi arrivano i dubbi: quelli sulla tenuta fisica del centrale di Viterbo (35 anni) e sulla sua tenuta, atletica e tattica, in una difesa a quattro. Dubbi accentuati dalla partenza di Matthijs De Ligt (e dallo scambio di vedute, a distanza, fra i due) e dall'arrivo di Gleison Bremer, miglior difensore della Serie A nel 2021-22 nella difesa a tre del Torino e in difficoltà nell'inserirsi nella linea a quattro bianconera durante il pre campionato (Morata docet).  

    LA SOLUZIONE - Le perplessità di cui sopra sono anche quelle di Allegri, che starebbe pensando di passare alla difesa a tre, per far nuotare Bremer in acque conosciute e per accorciare gli spazi di copertura a Bonucci, favorendone al contempo la capacità di impostare il gioco. E l'arrivo del jolly Kostic, anche in questa chiave tattica, può favorire questa piccola rivoluzione

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