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  • Juve, da Ramsey a Rugani e Arthur: tanti esuberi, poche possibilità di monetizzare

    Juve, da Ramsey a Rugani e Arthur: tanti esuberi, poche possibilità di monetizzare

    • Andrea Barbuti
      Andrea Barbuti
    La prima estate post covid sarà molto complicata: i soldi da spendere sono pochissimi, per tutti, il che avrà due ripercussioni sul mercato delle big europee, fra le quali rientra certamente anche la Juve. Se, da una parte, non sarà possibile fare investimenti importanti e compromettenti per i bilanci, dall’altra, le squadre meno importanti, quelle da cui normalmente i grandi club pescano e allo stesso tempo riescono ad affibbiare i loro esuberi, sono ancora più in difficoltà e, senza cessioni importanti, rischiano di ritrovarsi senza liquidità. La Juve viene da una stagione molto negativa e ha la necessità di ridare ordine a una rosa che, negli ultimi anni, ha messo insieme una serie di giocatori che hanno inciso (in negativo) più sul bilancio che sul campo, su tutti Ramsey e Arthur. Nelle condizioni in cui versa oggi il mondo del calcio, sarà però complicato monetizzare cedendo gli esuberi, dai quali difficilmente quindi si riuscirà a ricavare un buon gruzzoletto da spendere sul mercato per rinforzare la rosa. Vediamoli caso per caso.

    RAMSEY – Sarà quasi certamente divorzio, dopo due anni che entrambe le parti in causa dimenticheranno rapidamente. Bisognerà però capire i termini, perché la Juve vorrebbe cercare di monetizzare ma non è nella posizione di fare richieste alte per un giocatore di trent’anni, con un sacco di problemi fisici, che viene da due stagioni non buone e che ha disputato un Europeo fra più ombre che luci. La priorità del gallese è il ritorno a casa sua, all’Arsenal. I Gunners lo riprenderebbero volentieri, ma a zero. Sullo sfondo ci sono anche Crystal Palace, West Ham ed Everton, che però sono destinazioni meno gradite.

    ARTHUR – Anche lui viene da una stagione molto negativa e la Juve lo considera tutt’altro che incedibile. Il problema è che a bilancio pesa ancora 60 milioni, cifra che nessuna squadra può presumibilmente offrire. Quindi può partire solo in prestito (oneroso, per coprire l’ammortamento) o essere inserito in uno scambio, magari con un esubero di un’altra big europea.

    I RIENTRI DAI PRESTITI – Perin, tornato dopo una buona stagione al Genoa, vuole la cessione per trovare continuità. La Juve ha altre idee, però: lo vorrebbe come vice Szczesny e lo può lasciar partire solo alle proprie condizioni (10 milioni). Sempre dal Genoa è tornato Pjaca, la cui stagione è stata molto meno positiva. Non rientra più nei piani della società e il suo contratto scade il 30 giugno 2023. Rugani ha cambiato addirittura due squadre nella stessa stagione, ma non sono cambiate le sue prestazioni, sempre negative. Nonostante questo, piace molto a Pellegrini per il suo Betis. A Siviglia, però, secondo quanto appreso da calciomercato.com, non possono spendere e faranno un mercato a zero, a meno di cessioni molto importanti. In Andalusia troverebbe un maestro di calcio che ha pochi eguali in Europa ed un ambiente perfetto per rilanciarsi, ma è difficile che possa andarci con una formula diversa dal prestito. Non è nemmeno escluso che possa restare agli ordini di Allegri, se si dovesse riuscire a cedere Demiral e a inserire Dragusin nell’affare Locatelli. Infine, De Sciglio, nonostante una stagione tutto sommato positiva, non è stato riscattato dal Lione. Ha comunque i suoi estimatori in giro per l’Europa, Everton e Villarreal su tutti, e la Juve lo lascerà partire per una cifra attorno ai 5 milioni.

    L’unico giocatore che ha mercato e sul quale si può guadagnare una cifra importante è quindi Merih Demiral. Il turco, però, viene da una stagione difficile e da un pessimo Europeo. Lui vorrebbe la cessione, per cambiare aria, ma la Juve non ha intenzione di abbassare la richiesta di 40 milioni. Tutto ruota intorno a lui, quindi, e ovviamente a quello che deciderà di fare Ronaldo. Senza le loro cessioni, Cherubini, alla sua prima estate da amministratore delegato, dovrà inventarsi più di qualcosa per dare ad Allegri una rosa più completa di quella che il suo predecessore aveva consegnato a Pirlo, una rosa nuovamente da Juve, per tornare a competere per il campionato, ma anche per qualcosa di più.
       

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