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  • Juve, il calore di Agnelli è tutto per Pirlo: Sarri vale quanto il nutrizionista

    Juve, il calore di Agnelli è tutto per Pirlo: Sarri vale quanto il nutrizionista

    • Nicola Balice, inviato a Torino
    Ore 16.30, in tuta d'ordinanza, Maurizio Sarri ha presentato la partita della Juve con la Roma. Un'ora dopo, non poteva essere più ufficiale la prima conferenza stampa di Andrea Pirlo come nuovo allenatore della Juventus Under 23. Al suo fianco Federico Cherubini, Fabio Paratici e Andrea Agnelli. Ed è proprio il presidente bianconero che ha fatto gli onori di casa, mica poco. Certo, Pirlo non è uno qualunque, anche se alla guida dell'Under 23. Da questa conferenza stampa emerge come Pirlo sia davvero un possibile allenatore della Juve che verrà, tra un anno, due o chissà quanti. Sempre che si dimostri all'altezza. Ma curriculum, faccia, parole, ambizioni, portano proprio a questo: gli esempi si chiamano Pep Guardiola e Zinedine Zidane, guardacaso due tra i nomi (o i due nomi in assoluto) che scaldano il cuore dei tifosi da tempo, forse non solo quello dei tifosi. Certo, servirà tempo e serviranno nuovi meriti sul campo. Intanto Pirlo ci crede, pure Agnelli ci crede, tutta la Juve ci crede.

    I MESSAGGI – Ma parlando di Under 23 e solo di Under 23, non sono mancati i messaggi che permettono di capire ulteriormente quale sia lo stato d'animo in casa Juve. Con uno scudetto in più, il nono di fila. A una settimana dalla Champions. E Agnelli parla chiaro quando ribadisce l'orgoglio dell'impresa tricolore: “Si fa fatica a dire nono scudetto consecutivo. È stato un anno che visto da fuori non è stato capito fino in fondo perché è stato difficilissimo. Però alla fine dell’anno nell’albo d’oro c’è scritto chi vince, non l'asterisco con scritto anno durissimo. Ora abbiamo davanti a noi un altro obiettivo che è la Champions League e siamo tutti focalizzati su quello. La gara col Lione sarà difficilissima e dovremo stare concentrati per arrivare pronti e staccare il biglietto per le finali di Lisbona”. Tra scudetto e Champions, anche il punto un anno o poco più dalla rivoluzione: “È stata dura ma se partiamo dall'inizio, una squadra è fatta di dinamiche, rapporti interpersonali, cenni reciproci tra persone che partecipano a questo gruppo e noi abbiamo cambiato tredici persone nello staff tecnico, che non vengono agli onori delle cronache: abbiamo cambiato nutrizionista, abbiamo cambiato preparatore atletico, i dottori, l'allenatore, lo staff tecnico. Vuol dire cambiare tredici persone, quasi tutto il gruppo che gestisce la squadra. Questo fa si che sia stato un anno difficile da gestire, certe dinamiche devono essere resettate”. Quindi si passa ai complimenti e ai ringraziamenti nei confronti di chi ha il merito di tutto questo: “Non posso far altro che fare i complimenti a Pavel (Nedved), Fabio (Paratici) e Federico (Cherubini) che poi sono i responsabili della parte sportiva, grande merito di aver saputo ricalibrare la macchina e di questo li ringrazio”. Prima di concludere la propria parte: “Nessuno di noi risponderà a domande che non saranno su Andrea (Pirlo) o sul progetto Under 23”. Al netto di domande e risposte, non si può non notare come il grande assente quando si parla di ringraziamenti e complimenti sia uno e uno soltanto: Sarri.

    I DUBBI – Non viene nominato Sarri tra gli artefici di chi ha saputo ricalibrare la macchina bianconera, è tutto merito di Paratici, Nedved e Cherubini. La figura di Sarri viene nominata all'interno di quelle tredici figure che sono state cambiate, anche l'allenatore è diverso rispetto a un anno fa come un nutrizionista o un qualsiasi altro membro dello staff: con tutto il rispetto per le altre figure, ma il ruolo dell'allenatore dovrebbe essere a capo e non un solo componente di questa ampia squadra di lavoro. Non viene mai nominato Sarri, viene ribadita la difficoltà nel vincere questo nono scudetto e la delicatezza della prossima partita di Champions con il Lione: non nominarlo significa tutto e niente, non è una conferma che rischia di essere suscettibile di smentite in breve tempo, non è un atto di sfiducia che a sua volta deve attendere i risultati di agosto. Resta il fatto che Sarri non è stato nominato. Mentre Pirlo è stato presentato come un big, come un investimento solido per tutta la Juve: un'incoronazione o qualcosa di molto simile. Forse addirittura un'assicurazione sul futuro, nel caso in cui lanciasse i segnali sperati in Under 23 ora la Juve potrebbe permettersi il lusso di cambiare anche in corsa, cosa che non ha mai fatto nell'era Agnelli. Poi, se pure Sarri dovesse essere esonerato in caso di eliminazione agli ottavi di Champions, difficilmente ci sarebbe subito posto per Pirlo sulla sua panchina. Intanto però Pirlo c'è e ha la fiducia di tutti. Si è meritato anche l'introduzione del presidente Agnelli. Che ha salutato Max Allegri sedendo al suo fianco. E che poi ha accolto Sarri seduto in prima fila, lasciando oneri e onori a Paratici. Qualcosa, tutto questo, tra detto e non detto, vorrà pur dire.

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