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  • Juve, il Paredes dell'Argentina non è quello di Torino: il dato che fa riflettere
Juve, il Paredes dell'Argentina non è quello di Torino: il dato che fa riflettere

Juve, il Paredes dell'Argentina non è quello di Torino: il dato che fa riflettere

  • Andrea Ajello
Leandro Paredes è stato uno degli acquisti maggiormente voluti da Massimiliano Allegri e aspettati dalla Juventus. Il regista che a questa squadra mancava da anni e che Locatelli non era riuscito a fare in pieno. Le difficoltà dei bianconeri però hanno inglobato anche l'argentino, che anche escludendo il calcio di rigore concesso nell'esordio contro la Fiorentina, non è ancora riuscito a prendere in mano la squadra nonostante la sua diversità rispetto a tutti gli altri centrocampisti a disposizione di Allegri si è vista.  Questo non certo perché non in grado di farlo, come dimostra l'ultima gara dell'ex Psg con l'Argentina, in cui è stato il fulcro del gioco, ma per il contesto generale e il momento che sta vivendo tutta la Juventus.

DALLA JUVE ALL'ARGENTINA - Confrontando le tre partite di Serie A disputate fino a qui da Paredes e il match di ieri con l'Albiceleste, il dato è emblematico. 165 passaggi totali in 265 minuti di gioco in campionato contro i 101 effettuati nei soli 64 minuti con la maglia dell'Argentina. Si passa da una media di 55 passaggi a partita contro 137. Il campione è ancora piccolo per poterne trarre conclusioni definitive ma è chiaro come il Paredes dell'Argentina, tranquillo, fiducioso e consapevole dei compagni che ha intorno, non sia quello di Torino. 

AL CENTRO DEL PROGETTO - Nonostante ciò, Allegri lo ha inserito fin da subito e non l'ha più tolto, segno che il tecnico livornese ritenga che la crescita della Juve passi direttamente dal centrocampista; tutto da solo però non può fare considerando anche che è arrivato da meno di un mese. I rientri di Rabiot e Locatelli possono aiutarlo sul lato strettamente tecnico ma anche su quello delle energie. Da Firenze a Monza, cinque partite in sedici giorni senza praticamente mai uscire, un po' troppo per un giocatore che arriva da un anno in cui è stato più volte in panchina che in campo.

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