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  • Juve: chi sta ancora con Allegri? Tra fedelissimi e scontenti, così lo spogliatoio si è diviso

    Juve: chi sta ancora con Allegri? Tra fedelissimi e scontenti, così lo spogliatoio si è diviso

    • Redazione CM
    La scelta del ritiro sta tutta nel pensiero di Max: una sorta di extrema ratio, per capire finalmente chi c’è e chi no. Chi è pronto a dar tutto per rialzare la Signora e chi "rema contro", come va di moda dire in casi del genere. Il giorno dopo la disfatta di Haifa, il quotidiano La Repubblica ha svelato alcuni retroscena di casa Juventus. Nonostante la poca simpatia nei suoi confronti da parte di Nedved, vicepresidente bianconero, la società continua a stare con Allegri, che al ritorno a Torino si è trovato subito a dover gestire rapporti non idilliaci dopo l’addio.

    SENATORI - Alcuni legami, come quello con Bonucci, sono stati ripristinati per senso di dovere e responsabilità. Ci sono poi senatori legati al tecnico livornese: Cuadrado, Sczesny e Danilo non gli hanno mai mostrato ostilità, anzi. Nello spogliatoio sono gli uomini a lui più vicini. Altro fedelissimo è De Sciglio, lanciato al Milan e voluto anche nell’esperienza juventina, mentre viaggia a fasi alterne il rapporto con Kean, anche per colpa di una maturità mai trovata dal giocatore. 

    ROTTURE - Nell’addio di Dybala, momento cruciale per le successive mosse di mercato bianconere, il parere di Allegri ha contato e non poco, sottolinea il quotidiano romano. Così come nella separazione con Ronaldo. E per azzerare l’opposizione interna, le altre scelte hanno portato ai saluti di De Ligt, Zakaria e Arthur. 

    SCONTENTI - C’è poi il gruppo degli scontenti, capitanato da McKennie e Locatelli, giocatori di modesta personalità e mai trascinatori. Idem per Rabiot, giocatore di doti tecniche indiscutibili, ma spesso discontinuo e poco tranquillo anche per colpa delle ultime vicende di mercato.

    I NUOVI - I problemi veri si hanno nel legame con i nuovi. Da Di Maria, con cui il rispetto è reciproco ma il feeling fatica a scattare, a Paredes, con cui la scintilla non è mai scoccata. Una situazione difficile con il Mondiale invernale alle porte, che porta a dubbi sulla scelta della dirigenza di puntare su giocatori con la testa altrove. Situazione diversa rispetto a Milik, arrivato a Torino con entusiasmo, ma risucchiato con il passare delle settimane dalla negatività dell’ambiente bianconero. Bremer e Kostic hanno espresso infine perplessità sul modo di stare in campo, vista l’abitudine a lavorare con tecnici molto più "schematici" rispetto a Max. I mali della Juve non sono pochi. E soprattutto, sono di natura diversa.

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