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  • Juve, in ogni trasferta parti sotto 2-0: problema di testa e uomini. E Allegri?

    Juve, in ogni trasferta parti sotto 2-0: problema di testa e uomini. E Allegri?

    • Nicola Balice

    I numeri non sono tutto, ma dicono tanto. E non mentono quasi mai. Quelli della Juve di questa stagione sono impietosi, se si guarda ad una fase difensiva che incassa gol da tutte le parti. Sia facendo riferimento alle zone del campo, sia soprattutto guardando agli stadi dove puntualmente continua a subire reti. In 18 partite sono ben 22 i gol subiti, lontano dallo Stadium non ha subito reti in una sola occasione (a San Siro con il Milan) facendo così crescere in maniera esponenziale la preoccupazione per una difesa colabrodo, almeno fin qui rispetto a sei stagioni di porta blindata a tripla mandata: 17 in 9 partite complessivamente, praticamente uno ogni 45 minuti. E se parti sempre sotto di due gol, è difficile immaginare che qualità ed individualità, magari pure rabbia e personalità, possano portarti a segnare sempre in media 3 gol a partita lontano da Torino.

     

    CRISI DI IDENTITA' – Qualcuno fin qui si starà pure divertendo un po' di più rispetto al passato, a troppi gol concessi agli avversari effettivamente stanno corrispondendo tanti gol in più segnati. Ma nel partito di chi gode, per ora, c'è soprattutto il popolo degli scontenti degli ultimi sei anni. A parole, il problema è chiaro e tutti remano nella stessa direzione: si tratta di atteggiamento, di concentrazione, di fame. Ma dalla Supercoppa in poi, ormai sono tre mesi che si sente sempre lo stesso ritornello intonato dal direttore d'orchestra Max Allegri e ribadito da quei senatori frastornati anche dal disastro della Nazionale: le parole di Chiellini fanno male e fanno riflettere, fanno eco ad altre precedenti dichiarazioni ora di Buffon, ora di Barzagli e tutti gli altri. Si tratta di errori individuali che si ripetono anche cambiando gli interpreti, tra chi non ce la fa più (Lichtsteiner su tutti) e chi non ce la fa ancora (guardando ad altre zone del campo perché non si vive di solo possesso), tra chi si accende e si spegne. Chiari i problemi, le soluzioni lo sono solo a livello teorico visto che la Juve incappa con troppa frequenza negli stessi black-out figli anche di un passagio tra vecchia e nuova generazione che per ogni passo avanti ne vede seguire uno indietro. Certo, il dopo Cardiff è meno traumatico del dopo Berlino, in fondo la Juve a questo punto della stagione deve recuperare “solo” 4 punti e non ipotizzare un rimontone impossibile come quello di due anni fa. La differenza è che le altre corrono, la differenza è che chiunque ora sa che contro la Juve sognare si può perché segnare è diventato facile: subire gol al primo tiro, è un limite, un difetto, non un alibi. Due, tre o quattro punte poco cambia, se il problema è nella testa e non nelle gambe: Allegri è uscito fuori vincente da situazioni ben più complicate, ma queste sabbie mobili progressivamente stanno impantanando una Juve che non può più perdere tempo.


    @NicolaBalice
     


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