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  • Juve, Inter, Atalanta, Palermo furiosi con gli arbitri: serie A devastata dagli errori

    Juve, Inter, Atalanta, Palermo furiosi con gli arbitri: serie A devastata dagli errori

    Per capire a che punto sia la crisi degli arbitri italiani, bastava ascoltare stasera il loro presidente, Marcello Nicchi, durante il Gran Galà del calcio. "Facciano parlare gli arbitri: sono bnravi, sono belli, che ci vuole?", l'ha incalzato Michele Criscitiello. E Nicchi, con la solita classe: "Parleranno quando non parleranno più altri".  E poi dicono che Conte e la Juve, così come le altre squadre vessate, non dovrebbero protestare.

    Le figuracce degli arbitri sono come le panzane dei politici in campagna elettorale: infinite. Guida a Torino è andato contromano, Gervasoni a Bergamo è stato un disastro che nemmeno in un torneo dopolavoristico verrebbe tollerato, Massa a San Siro non ha visto un rigore su Ranocchia. Eppure, Nicchi e Braschi ci dicono che viviamo nel migliore dei mondi possibili,  che la moviola non serve, che i giudici di porta sono dei fenomeni e che, quando l'arbitro fischia, non sbaglia mai. Così, Conte e la Juve sono imbufaliti  con il fischietto di Torre Annunziata,  la cui provenienza geografica nonchè la dichiarata fede  simpatia per il Napoli (Internet non perdona) hanno fatto saltare la mosca al naso a Marotta quasi quanto gli errori commessi allo Juventus Stadium.  Dove, sia chiaro, nessuna giustificazione potevano trovare il nervosismo e l'assedio di Conte e soci a Guida, il quale, se è vero che ha detto "era rigore, ma non me la sono sentita di darlo", dovrebbe andare a nascondersi.
     
    Tre rigori per la Juve e uno per il Genoa: gli osservatori neutrali hanno stilato questo bilancio
    e si capisce perchè la capolista senta il fiato sul collo del Napoli, ora a -3, implacabile a Parma (Donadoni, primo ko interno) nell'approfittare della frenata bianconera e ancora una volta esaltato
     dall'immenso Cavani (27 gol in 26 gare ufficiali, fra campionato e Coppe).  Onore al merito: il nuovo Genoa di Ballardini si è battuto con le unghie e con i denti, ma il problema dei campioni d'Italia è che sono spuntati.
     
    La Juve ha una media di due gol a partita, ha il secondo attacco del campionato, ma i numeri dei suoi bomber fanno cadere le braccia, Che poi il quasi trentaquattrenne Anelka, neo n.18,  sia la panacea, è tutto da dimostrare. Domanda facie facile: valeva proprio la pena confinare Del Piero in Australia e prendere prima Bendtner e poi l'ex Chelsea?
     
    Anche  Valeri a Cagliari si è coperto di gloria (non chiamate Zamparini  almeno per 48 ore perchè sta ancora schiumando rabbia) e, guarda caso,  assieme a Gervasoni, Peruzzo, Rocchi e Orsato vive una stagione pessima. Ma Braschi non vede, non sente e purtroppo li designa.
     
    La Lazio è caduta dopo 16 risultati utili consecutivi, fulminata dal Chievo e dai primi, marchiani errori di Petkovic: poichè sono i primi, l'allenatore rivelazione ha diritto alla clemenza.
     
    L'Inter ha sofferto le pene dell'inferno a San Siro per agguantare un grande Toro sul 2-2:  ora è quarta a 3 punti dalla Lazio, a 6 dal Napoli e a 8 dalla Juve.  Stramaccioni si è incartato: se il migliore in campo è sempre il fenomenale Zanetti, molto non va. Ceduto Sneijder, in partenza Coutinho per Liverpool, Branca va su Paulinho che non è il costruttore di gioco necessario ai nerazzurri: contento Branca...
     
    Catania ha tributato a Montella gli onori che merita, ma il Catania non ha peccato di generosità con l'ex che ne ha costruito il trampolino di lancio per sognare l'Europa League: la nuova sconfitta della Fiorentina, scavalcata dal Milan mette a nudo ancora una volta i limiti offensivi di una
    squadra che gioca un bel calcio, ma fatica a segnare.
     
    La Roma è a 9 lunghezze dalla zona Champions League: segna a mitraglia (46), ma perforare la sua difesa (37), è come affondare il coltello nel burro: occhio a Gabbiadini, che a Bologna è diventato grande.
     
    In coda, ci sono 8 squadre in 10 punti. Genoa e Palermo vanno avanti adagio, il Siena è caduto di nuovo. Ma, se l'Atalanta non si sveglia, il futuro è nero.

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