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  • Juve-Inter è l'ultima occasione: Allegri si gioca contro Inzaghi il poco che gli resta

    Juve-Inter è l'ultima occasione: Allegri si gioca contro Inzaghi il poco che gli resta

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Juventus-Inter è la più importante delle partite del week-end anche se somma meno punti (46) sia del derby romano (49) sia ovviamente della sfida fra Atalanta e Napoli (59), rispettivamente seconda e prima in classifica. Un criterio, quello di sommare i punti per fissare le gerarchie del week-end (allora domenica, e con tutte le partite in contemporanea) fissato 50 anni fa niente meno che da Gianni Brera, che lascia però spazio all’interpretazione, soprattutto in un turno come questo.

    Juventus-Inter vale sempre più di qualsiasi partita, e paradossalmente stavolta persino più del solito, proprio perché le due squadre chiudono la fila delle prime in classifica. Una sfida delicata, il cui valore va oltre i 3 punti in palio e proprio per questo, per una volta non siamo allineati col sempre preciso e lucido commento di Alberto Cerruti, che ieri ha scritto su calciomercato.com come sia l’Inter la squadra che “se vuole tornare in corsa per lo scudetto, deve vincere a Torino”. A meno che non consideriamo la Juventus già fuori da ogni discorso, prima ancora di giocare.

    Il commento di Cerruti era ampio e articolato, ovviamente. E metteva in fila gl’incontestabili progressi dell’Inter nell’ultimo mese. Tutti da verificare e ribadire contro la Juventus. E la squadra di Allegri, diciamo noi? La sconfitta col PSG è stata accolta e commentata quasi unanimemente come un risultato positivo. La retrocessione in Europa League come una vittoria per lo scampato pericolo di restare totalmente fuori dall’Europa. Addirittura si fanno i calcoli su quanto la Juventus potrebbe incassare vincendo la Coppa e si parla della possibile qualificazione alla prossima Champions, proprio attraverso questa strada che invece è decisamente tortuosa. Questo perché probabilmente intorno alle prestazioni della Juventus c’è spesso un po’ di timore reverenziale: incredulità se le cose vanno male, ottimismo appena arriva qualche risultato.

    C’è ancora qualcuno che pensa che questa Juventus possa rimontare, come fece quella del 2015-16. Ma non si considera non solo che nel frattempo la squadra non è più la stessa, ma anche che non è più lo stesso nemmeno la concorrenza, oggi molto più evoluta e vasta di allora. Inoltre, la Juve capace di quella rimonta era una Juve già vincente nelle stagioni precedenti, già “squadra”, non un cantiere continuo come questa, che dopo un anno e mezzo non ha nemmeno risolto il dubbio se sia meglio giocare con la difesa a 3 o la difesa a 4. Al netto degl’infortuni che certo non hanno aiutato Allegri.

    Detto questo, meglio per l’Inter se vince a Torino, ma se non vince la Juventus, che ne sarà del suo campionato già oggi ampiamente compromesso? Il dentro o fuori è perciò secondo noi più di Allegri che di Inzaghi, che peraltro di suo, un traguardo l’ha già centrato (gli ottavi di Champions), con un bel po’ di milioni (che poi se va vadano in fumo con gl’interessi passivi che Suning deve pagare per bond e prestito, ha un po’ il sapore della scoperta dell’acqua calda).
    @GianniVisnadi
     
     

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