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Juve, l'afflittività ora è un problema reale: senza Champions il rischio è di partire da -200 milioni

Juve, l'afflittività ora è un problema reale: senza Champions il rischio è di partire da -200 milioni

  • Redazione CM
Domani, lunedì 22 maggio, la Corte federale d’appello emetterà la nuova sentenza sulle cosiddette plusvalenze fittizie della Juventus, che è impegnata sul campo dell'Empoli nel posticipo. Occhi al Castellani e orecchie in aula, per provare a capire quale sarà la vera situazione di partenza della stagione 2023-2024 e di conseguenza organizzare l'area mercato con la figura di Cristiano Giuntoli in attesa del doppio via libera, quello di De Laurentiis per il Napoli e quello dei bianconeri. 

AFFLITTIVITA' - Bianconeri che però, senza l'accesso alla Champions League che al momento sarebbe certificato dal secondo posto in classifica, dovrebbero rinunciare, secondo quelli che sono i magri incassi della stagione in corso, ad almeno 50 milioni di euro. Questo perché il girone è stato chiuso al terzo posto senza qualificazione alla fase a eliminazione diretta, altrimenti gli incassi sarebbero stati assai maggiori. E la non partecipazione al torneo più importante d'Europa comporta anche la svalutazione del brand e dell'attrattiva sul mercato. Per questo l'afflittività, cioè la la proprietà della pena di causare afflizione per provocare pentimento e ravvedimento, potrebbe abbattersi sulla squadra di Allegri con una stangata di entità connaturata alla lontananza del limitare della zona Champions. 

RIENTRI INGOMBRANTI - Poi c'è da considerare che Kulusevski, Zakaria, Arthur e McKennie potrebbero tutti tornare dai loro prestiti a Tottenham, Chelsea, Liverpool e Leeds senza aver attivato i rispettivi diritti di riscatto, cancellando 140 milioni dalle future entrate bianconere. Arthur è già una certezza, sugli altri tre arriveranno presto novità. Unendo questo possibile squarcio ai sopra citati 50 milioni, che sono una stima a ribasso, ecco che si arriva intorno ai 200 milioni di euro di "perdite". 

FUGGI FUGGI - Di conseguenza, come scrive oggi La Gazzetta dello Sport, Rabiot e Di Maria sarebbero i primi ad andarsene senza la vetrina europea, mentre sarebbe da monitorare con attenzione la situazione di Dusan Vlahovic e Federico Chiesa: il primo diverrebbe il principale sacrificabile per ovviare all'emorragia delle casse societarie, il secondo ha il contratto in scadenza nel 2024 e la sua posizione, specie in uno scenario come questo, non sarebbe delle più salde. 

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