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  • Juve, macché festa scudetto: il presuntuoso Sarri rischia il grande tracollo

    Juve, macché festa scudetto: il presuntuoso Sarri rischia il grande tracollo

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Sapientone Sarri, quello che non accetta critiche perché crede di saperne più degli altri in forza dei suoi anni nel calcio, come se chi eccepisce si fosse occupato di arte o biogenetica, perde a Udine, in contropiede e al terzo minuto di recupero, la partita che incautamente gran parte della critica aveva presentato come una passerella scudetto.

    Altro che festa. E’ stato un mezzo funerale per una squadra ancora una volta senza logica e senza gioco (cosa ci stessero a fare in campo Danilo, Bernardeschi e Ramsey è un mistero che solo il dotto Sarri potrebbe svelarci se non fosse troppo impegnato a stupire la platea con il turpiloquio), ancora una volta raggiunta, ancora una volta superata, ancora una volta battuta (ed è la quinta sconfitta in stagione).

    Dire che il titolo è ancora in discussione è forse troppo, ma mi piacerebbe vedere la faccia degli juventini che mi hanno sempre sbeffeggiato se l’Atalanta, come può, vincesse questa sera a Milano, contro un avversario rossonero falcidiato da squalifiche ed infortuni. E’ vero che domenica sera la Juve affronta una Sampdoria già salva, ma - come ho detto anche qualche pezzo fa - questa squadra pseudo-sarriana è capace di tutto. Anche di riperdere come è accaduto a Udine.

    Senza che nessuno prestasse la dovuta attenzione o esercitasse un’antica ferocia, la partita si è decisa tra il 41’ e il 47’ del primo tempo. Cioè tra il gol del vantaggio di De Ligt, destro dal limite, dopo respinta aerea sul solito inutile cross (questa volta di Rabiot) e una stessa occasione mancata due volte. La prima da Dybala, che ha voluto concludere anziché servire in mezzo. La seconda da Ronaldo, incapace di addomesticare un pallone che vorticava in mezzo all’area, mentre i difensori udinesi erano statici e frustrati per lo svantaggio appena patito.

    A quel punto ho capito come sarebbe andata a finire perché la Juve è da tempo una squadra malata, guidata da un presuntuoso completamente ossessionato da una vittoria che, ancora una volta, rischia di sfuggirgli e con un parco calciatori iperpagati, ma di una modestia impressionante

    Mi chiedo come Paratici, prima di ogni partita, abbia il coraggio di presentarsi davanti alle telecamere per dire che ad ogni mercato la squadra è stata rinforzata. Questa di Sarri, al di là dell’inadeguatezza dell’allenatore che ha deluso proprio sul piano del gioco, è vecchia, bolsa e individualista. Peccato che nessuno trovi mai il coraggio di chiedere al direttore sportivo juventino come abbia fatto a prendere, coprendolo d’oro, un mediocre assoluto come Ramsey o un sopravvalutato come Rabiot, che ha giocato bene quattro partite in tutto il campionato.

    Poi ci sarebbe da parlare di Ronaldo, anche ieri insufficiente e pretenzioso. Con la Lazio ha segnato su rigore (come con l’Atalanta due volte) e spinto dentro un pallone regalatogli da Dybala. Basta questo per dire che è ancora un fenomeno e conta più di tutti? Per me - che sostengo come la Juve giochi con uno in meno in fase difensiva - evidentemente no.

    Male anche Dybala, poco umile, troppo dedito al virtuosissimo e con qualche pecca dai troppo in fase conclusiva.

    La Juve, comunque, è imbarazzante in fase difensiva. A scanso di equivoci, sia con Bonucci (squalificato), sia con quella sciagura chiamata Rugani. Sarri, che se ne intende, l’avrebbe voluto al Chelsea, l’anno scorso, così certamente ci avrebbe rimesso l’Europa League.

    Ma contro l’Udinese, addirittura più imbarazzanti di lui, sono stati Danilo e Alex Sandro. Il primo, su cross di Ken Sema, ha colpito il palo della porta sbagliata (quella della Juve) a partita appena cominciata. Il secondo ha lasciato liberissimo Nestorovski di indirizzare di testa in occasione del pareggio (7’ della ripresa).

    E dire che l’Udinese era rimaneggiatissima (all’ultimo si è fatto male anche Lasagna) e nel primo  tempo era stata quasi schiacciata dalla Juve. Il problema è che la squadra di Gotti aspettava dietro la linea della palla. Chiudeva e ripartiva. Poco ma ripartiva.

    E la Juve? Incapace di entrare in area con il fraseggio o con i cross, si è affidata al tiro da fuori, sbagliando quasi sempre, soprattutto con Ronaldo. Solo Dybala - una volta - ha impegnato Musso. Mentre De Ligt ha trovato proprio l’angolino alla destra del portiere dell’Udinese.

    Non si può non ammettere che la Juve abbia perso la partita perché voleva vincerla ad ogni costo. Ma a questo hanno contribuito anche i cambi di Sarri. Non che dovesse proteggere il pari o accontentarsi - sarebbe stata un’autentica idiozia -, ma la squadra si era più volte sbilanciata lasciando scoperto il fronte destro, dove agiva Ken Sema e difendeva Cuadrado (e prima Danilo).

    Il gol del 2-1 friulano, comunque, è arrivato dall’altra fascia e per demerito di Rugani che, nel tentativo di servire Ronaldo, ha perso palla facendo ripartire Fofana, in straordinario allungo come un centometrista. Dietro di lui si è perso Alex Sandro, incapace anche di fargli fallo e, per ultimo, De Ligt è stato saltato come un birillo. Szczesny, in uscita, nulla ha potuto.

    Così, questa sera, l’Atalanta, battendo il Milan (e lo batterà), può andare a meno tre. La Juve ha altri tre match ball, ma anche il fiato corto, le idee annebbiate e un allenatore che, anziché interrogarsi sui gol presi (38, altro che miglior difesa) dice che ha avuto dodici rigori contro (sono undici) senza contare i 13 a favore. 




    IL TABELLINO

    Udinese-Juventus 2-1 (primo tempo 0-1)
     
    Marcatori: 42’ p.t. De Ligt (U), 7’ s.t. Nestorovski (U), 45+2’ s.t. Fofana (U)
     
    Assist: 7’ s.t. Sema (U)
     
    Udinese (3-5-2): Musso; Becao (45+5’ s.t. De Maio), Troost-Ekong, Nuytinck; Ter Avest (33’ s.t. Samir), Fofana, De Paul, Sema, Zeegelaar (24’ s.t. Stryger-Larsen); Okaka, Nestorovski. All. Gotti.
     
    Juventus (4-3-3): Szczesny; Danilo (30’ s.t. Cuadrado), Rugani, de Ligt, Alex Sandro; Ramsey (15’ s.t. Matuidi), Bentancur, Rabiot; Bernardeschi (15’ s.t. Douglas Costa), Ronaldo, Dybala. All. Sarri.
     
    Arbitro: Irrati di Pistoia
     
    Ammoniti: 1’ p.t. Ramsey (J), 20’ p.t. Troost-Ekong (U), 23’ s.t. Zeegelaar (U), 38’ s.t. Cuadrado (J)
     
     

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