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  • Non è vera Juve, pesa la Champions

    Non è vera Juve, pesa la Champions

    • Filippo Bonsignore
    Prima l'impresa europea, poi la caduta in campionato. La storia si ripete per la Juve. Martedì la grande vittoria contro il Celtic, ieri la sconfitta con la Roma. All'Olimpico è andato in scena lo stesso film del novembre scorso a San Siro, quando la Juve, pochi giorni dopo aver strapazzato il Chelsea aveva giocato la più brutta partita dell'anno, perdendo contro il Milan. La Champions League, dunque, regala tanto in termini di soddisfazioni ai bianconeri ma, è evidente, li prosciuga nel fisico e nella testa. E ha ragione Conte quando dice che ''dopo aver fatto due passi avanti martedì, ne abbiamo fatto uno indietro''.
     
    Quella di ieri non è stata la vera Juve, molle in troppi uomini decisivi, Vucinic e Vidal su tutti, ma anche Asamoah e Pogba; il ritmo dei bianconeri è rimasto sempre basso. Solo nella seconda metà del primo tempo la squadra di Conte ha preso in mano le operazioni ma il prodotto è stata la punizione di Pirlo, la prima della due occasioni prodotte nei novanta minuti (la seconda è la volée di Vucinic di inizio ripresa, finita a lato). 
     
    Nel complesso, nessuna occasione costruita con le trame solite della Juve, senza gli inserimenti degli interni di centrocampo (nell'occasione Vidal e Pogba) tutta la fase offensiva ne ha risentito. La statistica dice che l'ultima volta che la Juve non è andata in gol in campionato è stata proprio dieci gare fa con il Milan, guarda caso nell'altra serata negativa. Poi, alla lunga, la stanchezza per il terzo impegno consecutivo in sette giorni ha fatto il resto.
     
    Per la squadra di Conte c'è la necessità di far tesoro della caduta per evitare che si ripeta in futuro, visto che il cammino in Champions League è destinato a proseguire almeno per un altro turno.

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