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  • Juve, non solo Allegri: in conto vanno messe anche le colpe di Agnelli

    Juve, non solo Allegri: in conto vanno messe anche le colpe di Agnelli

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Tutti con l’indice puntato contro Max Allegri: è lui il colpevole della crisi della Juventus. Noi tra i primi, sia chiaro. Non siamo qui per tornare indietro su questioni solari, come la scelta dei giocatori sul mercato, la preparazione atletica, le formazioni, i cambi in corsa come quello dell’altra sera di Di Maria, che indeboliscono la squadra anziché migliorarla. Però è doveroso riflettere sull’esito di un sondaggio lanciato stamane da calciomercato.com (quasi 4 mila voti in meno di 6 ore) in cui i tifosi della Juventus assegnano una larga quota di responsabilità anche ad Andrea Agnelli e in generale alla dirigenza bianconera. Il sondaggio è ancora aperto, chi vuole può ancora dire la sua.

    Premesso che non è possibile vincere sempre, e la Juventus l’ha già fatto quanto mai nessuno in Italia, è doveroso ricordare come ci siano molti modi di perdere, non tutti uguali, non tutti “colpevoli”. E la Juventus in questi anni ha pescato il peggiore, zigzagando fra scelte tecniche contraddittorie, deprimendo il proprio bilancio economico e sportivo, cambiando senza mai ritrovarsi. I tifosi lo sanno, perché hanno memoria lunga, ed ecco perché 1 su 3 pensa che sia Agnelli il vero colpevole dell’attuale situazione, perché c’è la sua firma sotto ogni progetto, oltreché ogni bilancio.

    Di certo è suo anche l’avallo all’aumento dei prezzi, che associato ai cattivi risultati della squadra, sta contribuendo a svuotare lo Stadium, ex fortino inviolabile e sempre esaurito. Delle grandi squadre, la Juventus è l’unica che ha registrato un netto calo di abbonati rispetto al 2020 (20 mila tessere vendute, -27% rispetto al 2020), finora tutt’altro che compensato dai biglietti venduti per la singola partita. In Champions, per dire, nell’annunciata “decisiva” partita col Benfica, c’erano solo 34 mila persone, di cui 2 mila rumorosi (e poi festanti) tifosi portoghesi.

    Da Allegri ad Allegri, passando per Sarri e Pirlo, seguendo di volta in volta i suggerimenti del proprio istinto e di collaboratori con cui ha poi anche smesso di collaborare. Vincolarsi per 4 anni ad Allegri, a cifre in Italia fuori mercato, è un non senso che la Juventus rischia di pagare carissimo. Ma sarebbe stato lo stesso con qualunque altro tecnico. Perché 4 anni? Da quando si fanno contratti così lunghi? Esistono i rinnovi, e si meritano come i bonus: servono i risultati, specchio della realtà. E la realtà attuale sarebbe quella di un allenatore sull’orlo dell’esonero, se non ci fosse quel contratto monstre a garantirlo. Ma come abbiamo già detto e spiegato, nemmeno quei 50 milioni lordi che la Juventus deve versare ad Allegri da qui al giugno del 2025 valgono polizza assicurativa se il trend continuasse al ribasso come in questo primo mese di stagione (2 vittorie su 8 partite, scivolo in Europa League a un passo, ma anche situazione infortunati sempre grave, squadra che gioca male e corre poco, serbatoi ogni volta vuoti dopo mezzo tempo).

    L’altra sera, persa partita e faccia contro il Benfica, tutta la squadra (non Di Maria, che qualcuno già definisce “giocatore dell’Argentina in prestito per 3 mesi alla Juventus”) è andata a farsi insultare e fischiare sotto la curva, perché così pare sia ormai necessario ogni volta che si perde (a noi francamente sembra inutile ed eccessivo). Poi Allegri, impacciato e deluso, ha spiegato a modo suo, ma senza la possibilità delle solite battute, i suoi perché sulla sconfitta, risparmiandoci per una volta gl’infortuni e le assenze. Andrea Agnelli è rimasto un’altra volta in silenzio. Non sapeva cosa dire o non poteva dire quello che avrebbe voluto?

    @GianniVisnadi

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