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  • Mancini, il silenzio degli indecenti

    Mancini, il silenzio degli indecenti

    • Michele Dalai
    Cosa resterà di questi anni ’10 non lo sappiamo, ma c’è una buona notizia. Non ricorderemo il nome dell’arbitro di Juventus-Napoli, nonostante il lavorìo incessante dei complottisti. Ricorderemo una partita combattuta, tirata sul filo dei nervi, arbitrata straordinariamente bene, che poi è quel che capita quando… Non ricordi il nome dell’arbitro.

    La Juventus è una macchina perfetta o almeno quasi perfetta. Vincere aiuta a vincere e così anche un gruppo che pareva messo insieme alla meno peggio ha preso il volo. Alla Juventus si lavora, si lascia che siano gli altri a parlare e si continua a costruire incessantemente un vantaggio (in termini di organizzazione e struttura societaria), in Italia ormai incolmabile, che poi chissà che tutto questo fiorire di trespoli per la sfida di Champions non sia pure di buon auspicio.

    Il Napoli si è scrollato di dosso il primo posto, ha perso di misura e ora è nella condizione ideale. Davvero, mica sono andato a sbattere contro Zaza e ho perso lucidità, l’impressione è che quel primo posto pesasse un po’, che tirare la volata fino alla fine fosse complicato. Ora ricomincia la Champions, non ci sono più Juventus da incontrare e c’è sempre Sarri, il suo gioco e un gruppo meraviglioso.

    Fosse un film si chiamerebbe il Silenzio degli Indecenti. L’Inter perde la sesta partita di un campionato folle (il suo), indecifrabile (il suo), e molto avvincente (quello degli altri). Granitica fino a dicembre, fragilissima subito dopo, in grande difficoltà oggi. Dopo aver incolpato gli allenatori delle squadre avversarie, i giornalisti tutti (che non guasta mai e spesso qualcuno ci casca), i propri giocatori, la Banca Centrale Europea, le variazioni climatiche e la forma sferica del pallone, forse Mancini avrebbe potuto approfittare dello scivolone di Firenze per regalarsi e regalarci dieci secondi di autocritica, ma non è andata così. Tutti in silenzio, in fila per 9 diviso 9, come i punti delle ultime 9 partite.

    La Roma vince senza convincere che è pur sempre meglio di quando si convince senza vincere che è sempre meglio di quando si perde senza convincere. In questo questo casino di equazioni sbilenche, Spalletti sta facendo il suo e sta riportando la squadra dove avrebbe dovuto stare fin dall’inizio.

    Paulo Sousa ha qualche problema con i Della Valle che hanno qualche problema con la tifoseria che ha qualche problema con i Della Valle che hanno qualche problema con Sousa che ogni tanto ha qualche problema con la squadra. In tutto ciò Pradè continua a fare il suo, forse il miglior dirigente sportivo italiano con il problema di avere a che fare con gente che ha problemi con i problemi. Ah, in tutto questo la squadra è terza e Babacar non ha avuto problemi con la respinta folle di Handanovic

    Il Sassuolo ha rallentato, il Chievo ha rallentato, dietro è tutto un tamponamento a catena. Insomma, se si va avanti così la Juventus ne doppia almeno la metà.

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