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  • Juve, Ronaldo è un problema

    Juve, Ronaldo è un problema

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Un anno fa Cristiano Ronaldo era considerato da tutti il valore aggiunto, la garanzia per dare l’assalto alla Champions. Come è andata a finire lo sappiamo. Malgrado la sua tripletta per la rimonta contro l’Atletico Madrid e i due gol tra andata e ritorno contro l’Ajax, la Juventus non è nemmeno arrivata in semifinale di Champions. L’ottavo scudetto consecutivo dei bianconeri, il primo per lui, più la Supercoppa italiana contro il Milan, decisa da una sua rete tanto per cambiare, non sono stati sufficienti per cancellare la macchia per la Champions sfumata. Quest’anno si riparte, ma la musica sembra cambiata e CR7 da valore aggiunto sembra declassato a problema. Un paradosso, ma fino a un certo punto, per diversi motivi. Ha incominciato il suo nuovo allenatore Sarri, involontariamente, a complicare le cose, quando è arrivato e ha detto che Ronaldo può giocare dove vuole perché è l’unico indispensabile. Peccato che nel frattempo sia emerso un altro problema, quello dei cosiddetti “esuberi”, parola nuova per un problema nuovo, perché mai la Juventus aveva dovuto escludere due grandi giocatori come Mandzukic ed Emre Can dalla lista Champions, dopo aver cercato invano di cedere Higuain e Dybala. Tutti in discussione, insomma, meno sua maestà Ronaldo, sempre più libero di giocare dove vuole e di tirare quando e quanto vuole, punizioni comprese, anche se con scarso successo.

    Se avesse realizzato il gol del 3-2 al debutto in Champions contro l’Atletico Madrid, Ronaldo sarebbe ancora considerato il valore aggiunto come un anno fa. Invece per molti adesso dovrebbe spostarsi definitivamente al centro per fare il centravanti vero, tra due esterni, o al massimo con un altro attaccante al fianco. Lui, però, non ci sente e Sarri non vuole, o non può, imporgli una posizione in campo. Intanto, però, in occasione della sua prima assenza in campionato, martedì sera a Brescia, guarda caso si è scatenato Dybala, tornato titolare e soprattutto protagonista come nelle sue giornate migliori. Una coincidenza, perché Dybala non era certamente da scoprire adesso, ma intanto è spuntato il maligno sospetto che senza CR7 la Juventus gioca meglio perché i suoi compagni si sentono più liberi, o almeno meno condizionati dalla sua presenza e dalla sua forte personalità, tendente all’egoismo in parecchie occasioni. La verità, al di là dei giudizi contingenti, è che Ronaldo non sarà mai un problema vero a livello tattico, perché è assurdo mettere in discussione un campione come lui. Semmai il vero problema è un altro, legato alla sua età, perché nessuno è eterno e a 34 anni, che saranno 35 in febbraio, può capitare di avere qualche problema fisico, malgrado la straordinaria professionalità di Ronaldo, che si è sempre curato in modo maniacale. E proprio il fatto che non abbia potuto giocare a Brescia per un “affaticamento muscolare” è un piccolo, ma significativo, campanello d’allarme che non va sottovalutato in prospettiva. Perché ammesso che Ronaldo possa essere considerato un problema, sia pure soltanto tattico quando c’è, il vero problema ci sarà se mancherà nelle sfide più importanti. Non contro il Brescia…

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