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  • Juve schiacciasassi, Milan indomabile. Moratti, si tenga stretto Stramaccioni

    Juve schiacciasassi, Milan indomabile. Moratti, si tenga stretto Stramaccioni

    Colpo su colpo, il Milan risponde alla Juve e non si arrende.


    Conte sa che lo scudetto è suo se vince due delle ultime tre partite,
    ma Allegri non molla e la volata fra le due Grandi Rivali e’ sempre
    più entusiasmante.

    Anche perché, Cassano è tornato e la differenza,
    fra i rossoneri, si vede: ottime notizie per Cesare Prandelli che, nel recupero del campiojne barese ha sempre creduto.

    Quell’immagine di Antonio che, dopo il
    gol, abbraccia il dottor Rodolfo Tavana, l’uomo che gli ha salvato
    la vita, vale più di cento parole. Mille, invece, saranno

     le recriminazioni dei rossoneri quando si scuciranno lo scudetto
    che, a questo punto, soltanto la Juve può lasciare solo.


     E non si tratterà, ancora una volta, di tirare in ballo la rete negata a Muntari,
    perché francamente ne abbiamo le tasche piene, vero Allegri?


    Il rammarico e la delusione, invece, affonderanno le loro radici
    nell’impressionante catena di infortuni che per lunghi tratti ha
    costretto il Milan a giocare in emergenza totale. Berlusconi (e non
    solo lui), ha già esatto spiegazioni: Milan Lab, i preparatori atletici e
    lo stesso tecnico, il cui futuro rimane pencolante fra esonero e conferma,

    dovranno rispondere e rispondere in maniera esaustiva.

    Tenuto pure conto che Ibrahimovic ha segnato 26 gol  nel campionato di cui è
    capocannoniere e il primo capace di ripetere che il problema del Milan sia
    lui,vince una vacanza con Galliani in Sudamerica alla ricerca di Tevez.
     

    La Juve schiacciasassi ha dato spettacolo anche a Novara, sotto
    gli occhi di Boniperti e Platini. Vucinic due volte,  Borriello, Vidal, palo
    di Pirlo, quinto sigillo ripetutamente sprecato dal redivivo Elia: nel
    collettivo del gol firmato Conte segnano tutti e segnano sempre.
    Non ci sono dubbi su quanto meritato sia il titolo, verso il quale protende

    le mani la squadra imbattuta da 35 turni, titolare della miglior difesa,
    finalista di Coppa Italia con il Napoli che l’attende il 20 maggio, a Roma.


    A proposito, una digressione s’impone per protestare duramente contro
    la scellerata scelta della Lega di aumentare in modo indecente
     i prezzi dei biglietti (fino a 130 euro per assistere alla partita dell’Olimpico) , complici i due club finalisti  che si spartiranno Il 90% dell’incasso.
    Il giorno in cui in Via Rosellini faranno tabula rasa di chi (dis)organizza
    il campionato e la coppa Nazionale, sarà sempre troppo tardi.   

    D’altra parte, se la Lega predica bene e razzola male, la Federazione
    brilla per donabbondismo, come dimostra la sconcertante sortita di Abete
    a proposito della fatidica terza stella che la Juve intende cucirsi sulle
    maglie in caso di scudetto.  “Ne discuteremo a tempo debito”, ha
    avvertito il presidente della Figc., Ne discuteremo? Delle due l’una:
    o la Federazione conferma che le sentenze su Calciopoli sono passate in
    giudicato e quindi non c’è nulla di cui discutere o la Federazione
    sconfessa i suoi tribunali e quindi dà ragione alla Juve che l’ha citata
    per danni chiedendole 448 milioni di risarcimento.


    Dove si dimostra, ancora una volta, che il 18 luglio 2011, decidendo
    di non decidere sul reclamo bianconero richiedente la revoca dello
    scudetto assegnato all’Inter a tavolino nel 2006, la Federalcio si è
    cacciata in un vicolo cieco e a metà maggio ci sarà da ridere.
     

    Anche perché non c’è nessuna norma che vieti alla Juve di fare
    ciò che intende fare, essendo la stella per ogni 10 titoli una
    consuetudine avviata da Umberto Agnelli. Come dire che il cerchio
    si chiude, sebbene Moratti abbia bollato come una provocazione

    il progetto juventino.


    Nell’attesa, il presidente dell’Inter si coccola Andrea Stramacccioni,
     36 anni, 4 vittorie e 2 pareggi nelle prime 6 gare quale sostituto di Ranieri,
    dal quale aveva ereditato soltanto macerie. Il Ragazzo Prodigio ha
    ricostruito il morale della squadra, ha conquistato la fiducia dei veterani,
    ha rilanciato Zarate, giubilato Forlan, riguadagnato clamorosamente la zona Champions.
    Comunque vada, per Stramaccioni sarà un successo. Sommesso consiglio a Moratti: se lo tenga stretto. I Guardiola si costruiscono in casa, Barcellona docet.
     

    E’ vero, Pep adesso è libero e lo vogliono tutti. Ma Stramaccioni merita

    che l’Inter sia sempre più sua. Oggi e domani.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com


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