Juve scudetto - La stagione di Paratici: rischiatutto con Sarri per Allegri, dal colpo De Ligt alle 'magiche' plusvalenze
IL CAMBIO – Via Allegri. È maggio quando si consuma la separazione con il tecnico, che proprio con Paratici ormai non aveva più margini d'intesa progettuale. E Andrea Agnelli nella conferenza d'addio ha lanciato il monito al dirigente, ognuno ha le sue responsabilità, con onori ma anche oneri. Poi la decisione di virare, scegliendo Maurizio Sarri. Che per ora non ha convinto al netto del nono scudetto.
IL COLPO – Serviva un difensore centrale, dopo una lunga ed estenuante trattativa è arrivato Matthjis de Ligt. Il più forte di tutti nel futuro, ma già di livello mondiale a soli vent'anni. L'Ajax non ha fatto sconti ma Paratici alla fine ha ottenuto quello che voleva, quello che serviva. Poi il bilancio si sistema in altri modi. E anche la rosa si rattoppa in qualche modo, considerando come poi l'attacco fosse di primo piano ma ridotto all'osso e Alex Sandro non avesse una sola alternativa di ruolo.
LA MISSIONE – Tra 150 e 160 i milioni di plusvalenze registrati dalla Juve, in un modo o nell'altro. C'è chi storce il naso, ma l'obiettivo è stato raggiunto. Attraverso cessioni più o meno pesanti, ma soprattutto dando vita a scambi esagerati di primo piano o tra giovani. Ma se vincere è l'unica cosa che conta...
LA SCONFITTA – La sconfitta c'è stata e risponde al nome di Emre Can, a più riprese definito al centro del progetto e invece ceduto a gennaio al Borussia Dortmund provando a limitare i danni. Anche la gestione di Mario Mandzukic ha lasciato parecchio amaro in bocca, scaricato senza mezzi termini e poi svincolato.
ERRORE BENEDETTO – Poi c'è stato un errore, benedetto. Perché il designato a lasciare la base un anno fa era Paulo Dybala, solo che l'argentino ha fatto saltare il trasferimento con United, Tottenham e infine Psg. Rivelandosi determinante in questa stagione.