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  • Juve, via al progetto Erasmus: nuove società affiliate e giovani all'estero

    Juve, via al progetto Erasmus: nuove società affiliate e giovani all'estero

    Un anno di Next Generation Series e due di Youth League. Quanto basta alla Juve per capire che serve un cambio di marcia per continuare a ridurre il gap dalle grandi potenze europee. Perché se a livello di prima squadra, con pazienza ed un progetto di crescita graduale, la Juve di oggi è riuscita a tornare a ridosso dei top team mondiali, per quel che riguarda la Juve di domani tutta la dirigenza bianconera si è accorta che la strada da percorrere è ancora tanta.

    FLOP PRIMAVERA IN EUROPA - In tre anni di competizioni internazionali, dove la Juventus Primavera ha fatto grande fatica, infatti, la società ha visto come anche squadre di medio livello arrivino con giocatori praticamente già fatti e finiti alle soglie della prima squadra a differenza di quanto stia capitando ai bianconeri.

    RINNOVAMENTO E SGUARDO ALL'ESTERO - Considerazione dettata dai fatti, che ha dato vita ad una riflessione e a due conclusioni. La prima è quella di accelerare il percorso di crescita interno, con una Primavera in stile seconda squadra europea ed un vivaio che abbia tra le sue linee guida quella del privilegiare l'inserimento di elementi sotto età in ogni squadra. La seconda è quella di accelerare il percorso di crescita esterno, secondo una distribuzione dei giocatori in prestito dal forte accento europeo sotto la supervisione di Federico Cherubini e Claudio Chiellini.


    PROGETTO ERASMUSVia prima, via più lontano. Questo l'imperativo del progetto avviato già in questa stagione e che dalla prossima entrerà nel vivo. La Primavera sarà sempre più una squadra fatta di Under 18 e non più di Under 20. Ma quello italiano non è un calcio per giovani, dove poter far crescere per davvero dei ragazzi di valore ma poco più che maggiorenni, troppo spesso la Juve ha visto svanire investimenti importanti tra le panchine e le tribune di Serie B o Lega Pro. Così per avvicinarsi al livello delle grandi d'Europa, la Juve si prepara a mandare i suoi talenti a farsi le ossa all'estero: più che una fuga di scarpini, un viaggio studio. Un progetto pronto a decollare in estate in maniera massiccia: dei 52 giocatori di proprietà Juve, attualmente sono 12 quelli in prestito fuori dall'Italia, prendendo in esame solo gli under 23. L'obiettivo è ora quello di alzare l'asticella: per la prossima stagione, è previsto che il numero dei baby da lanciare all'estero sia equivalente ad almeno il 50% dei giocatori in orbita Juve.

    PUNTI JUVE – Quest'anno, tra alterne fortune, i giocatori della Juve hanno assaggiato diversi tipi di calcio da quello olandese a quello ungherese (Branescu nell'Haladas), da quello spagnolo (Canizares al Rayo Vallecano, Djalo e Hidalgo al Granada B) a quello svizzero (Untersee al Vaduz e Josipovic al Lugano), fino a quello sloveno (Galinetta e Slivka al Nova Gorica) e greco (Bouy al Panathinaikos). In questo senso, un ruolo fondamentale avranno quelle società affiliate che presto diventeranno dei veri e propri punti di sviluppo. Ce ne sarà uno per ognuna delle principali nazioni europee, come ad esempio saranno il Norwich in Inghilterra, l'Eintracht Francoforte in Germania o il Boavista in Portogallo. L'esempio virtuoso è quello del Den Bosch nella seconda divisione olandese, dove la Juve ha mandato a fare esperienza il difensore centrale Penna ('95), il centrocampista Kabashi ('94) e l'attaccante esterno Ceria ('95): infortuni a parte, tutti e tre hanno vissuto una stagione da protagonista nel calcio vero, accumulando un bagaglio di esperienza che in Italia elementi sulla carta più quotati di loro non sono riusciti ad ottenere.  


    Nicola Balice


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