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Juve, Zidane o Guardiola decidono il futuro di Sarri? Ma a Lisbona Ronaldo vuole essere profeta in patria
Si fa sempre più ripida la strada che conduce la Juventus verso la finale di Champions League, il sogno proibito anche di questa stagione dopo l'avvicendamento in panchina tra Allegri e Sarri. Il primo step per la formazione bianconera sarà ovviamente ribaltare lo 0-1 di Lione subito nell'andata degli ottavi di finale, il prossimo 7 o 8 agosto, ma da quel momento in avanti il percorso si farà particolarmente impervio. L'urna di Nyon e le mani dell'ex Paulo Sosa non sono state benevole nel disegnare l'eventuale cammino dei campioni d'Italia in carica nell'inedita Final Eight di Lisbona che prenderà il via il 12 agosto. A meno che Ronaldo non decida di recitare la parte del profeta in patria.
In caso di superamento del turno, la Juve dovrà sfidare la vincente di Manchester City-Real Madrid in gara secca; la squadra allenata da Zinedine Zidane dovrà provare a sua volta a ribaltare la sconfitta interna per 2-1 subita nel primo atto degli ottavi per mano degli uomini di Guardiola, considerati anche dai bookmakers come i principali favoriti per la conquista della Champions League. Un problema in più per il tecnico francese sarà l'assenza per squalifica in Inghilterra del capitano trascinatore Sergio Ramos. Manca ancora un mese a questa supersfida, ma i blancos sono ripartiti lanciatissimi dopo la sosta forzata a causa dell'emergenza Covid-19. Insieme a Bayern Monaco e Atalanta, sono gli unici ad aver vinto tutte le partite ufficiali disputate dalla ripresa - 7 su 7 - e sono vicini alla conquista della Liga grazie al vantaggio di 4 punti sul Barcellona a 4 giornate dal termine. Al netto di una condizione fisica non eccelsa e di prestazioni non sempre scintillanti (il Real arriva da tre 1-0 consecutivi), il vero punto di forza dei 13 volte campioni d'Europa resta il rendimento della difesa, capace di concedere solo 2 gol nell'era post-lockdown.
PRECEDENTI AMARI, MA ORA C'E' CR7 - Sono 21 i precedenti europei tra Juve e Real Madrid, con un bilancio di 8 successi per i bianconeri, 2 pareggi e 11 affermazioni per le merengues. E' amarissimo l'esito degli ultimi due confronti diretti per la squadra oggi allenata da Sarri. Nei quarti di finale dell'edizione 2017/18, dopo lo 0-3 incassato a Torino (con la magnifica rovesciata di Cristiano Ronaldo), la Juve ribaltò il risultato a Madrid prima del discusso rigore a tempo scaduto trasformato da CR7 che mandò avanti gli spagnoli. Nel 2017 invece, a Cardiff i blancos si imposero per 4-1 in finale, dilagando nella ripresa dopo l'1-1 (gol di Mandzukic) dei primi 45'. L'ultimo precedente favorevole alla Juve resta così la semifinale del 2014/2015 quando, dopo il 2-1 ottenuto in casa, i bianconeri di Allegri pareggiarono per 1-1 al "Bernabeu" e conquistarono il pass per la finale di Berlino contro il Barcellona.
RAMOS E BENZEMA, CHE LEADER - La difesa, si diceva, resta il fiore all'occhiello di una squadra imbottita di stelle e campioni dalla metà campo in su, ma che continua a fare della solidità e della compattezza i suoi veri punti di forza. Trascinata da un autentico leader carismatico come Sergio Ramos, il difensore più prolifico dei 5 principali campionati europei con i suoi 10 gol. Se Ramos mantiene come compito principale quello di evitare i gol altrui, là davanti ci pensa Karim Benzema a risolvere molti problemi. Tre gol e un assist per il francese dalla ripresa della stagione a metà giugno e una sensazione di non essere mai stato così dentro il gioco del Real: un autentico regista offensivo, finalmente "liberato" dell'ingombrante presenza di Ronaldo, il pupillo di Florentino Perez è tornato ad essere grande protagonista anche sotto il profilo realizzativo e mette davvero paura alla Juve.
OSSESSIONE GUARDIOLA - Archiviato un campionato che ha già eletto il suo successore nell'albo d'oro, il Manchester City ha prontamente rivolto l'attenzione a come prepararsi al meglio per il ritorno Champions League. Alterno il rendimento in Premier dopo la ripresa, con i convincenti successi su Arsenal e Liverpool a cui fanno da contraltare i ko nel derby con lo United e contro Chelsea e Southampton. La vera notizia è l'infortunio subito al ginocchio da Aguero che rischia seriamente di privare Guardiola di un pezzo da novanta per la parte conclusiva della stagione.
I PRECEDENTI - I tifosi bianconeri hanno sognato il suo arrivo dopo l'addio di Allegri nella scorsa estate, ma ad oggi Guardiola evoca soltanto brutti ricordi - il doppio ottavo finale della Champions 2015/2016, quando il Bayern Monaco allenato dallo spagnolo si qualificò ai supplementari (non senza polemiche) dopo il 2-2 di Torino e il 4-2 in Germania - e un pericolo imminente. Diverso invece il bilancio tra la Juve e il City nelle coppe europee, con 3 vittorie, 2 pareggi e un solo ko e il ricordo piacevole del doppio successo nella fase a gironi del 2015/2016 alla squadra all'epoca allenata da Pellegrini.
OCCHIO A FODEN - Rischia di non esserci Aguero, ma questo non significa che la Juventus si troverebbe un City particolarmente depotenziato in un eventuale quarto di finale. L'obiettivo di mercato Gabriel Jesus, Sterling (3 gol e un assist dopo la ripresa) e soprattutto il gioiellino Foden (4 reti e un assist) hanno dimostrato di poter sopperire all'assenza del Kun. E non abbiamo considerato i vari Bernardo Silva, Mahrez e mister assist De Bruyne. Punti deboli? Certamente una difesa priva di un centrale realmente e totalmente affidabile che, tra i vari Laporte, Otamendi, Stones e il giovane Eric Garcia, dà la sensazione di poter essere colpita in qualsiasi momento.
In caso di superamento del turno, la Juve dovrà sfidare la vincente di Manchester City-Real Madrid in gara secca; la squadra allenata da Zinedine Zidane dovrà provare a sua volta a ribaltare la sconfitta interna per 2-1 subita nel primo atto degli ottavi per mano degli uomini di Guardiola, considerati anche dai bookmakers come i principali favoriti per la conquista della Champions League. Un problema in più per il tecnico francese sarà l'assenza per squalifica in Inghilterra del capitano trascinatore Sergio Ramos. Manca ancora un mese a questa supersfida, ma i blancos sono ripartiti lanciatissimi dopo la sosta forzata a causa dell'emergenza Covid-19. Insieme a Bayern Monaco e Atalanta, sono gli unici ad aver vinto tutte le partite ufficiali disputate dalla ripresa - 7 su 7 - e sono vicini alla conquista della Liga grazie al vantaggio di 4 punti sul Barcellona a 4 giornate dal termine. Al netto di una condizione fisica non eccelsa e di prestazioni non sempre scintillanti (il Real arriva da tre 1-0 consecutivi), il vero punto di forza dei 13 volte campioni d'Europa resta il rendimento della difesa, capace di concedere solo 2 gol nell'era post-lockdown.
PRECEDENTI AMARI, MA ORA C'E' CR7 - Sono 21 i precedenti europei tra Juve e Real Madrid, con un bilancio di 8 successi per i bianconeri, 2 pareggi e 11 affermazioni per le merengues. E' amarissimo l'esito degli ultimi due confronti diretti per la squadra oggi allenata da Sarri. Nei quarti di finale dell'edizione 2017/18, dopo lo 0-3 incassato a Torino (con la magnifica rovesciata di Cristiano Ronaldo), la Juve ribaltò il risultato a Madrid prima del discusso rigore a tempo scaduto trasformato da CR7 che mandò avanti gli spagnoli. Nel 2017 invece, a Cardiff i blancos si imposero per 4-1 in finale, dilagando nella ripresa dopo l'1-1 (gol di Mandzukic) dei primi 45'. L'ultimo precedente favorevole alla Juve resta così la semifinale del 2014/2015 quando, dopo il 2-1 ottenuto in casa, i bianconeri di Allegri pareggiarono per 1-1 al "Bernabeu" e conquistarono il pass per la finale di Berlino contro il Barcellona.
RAMOS E BENZEMA, CHE LEADER - La difesa, si diceva, resta il fiore all'occhiello di una squadra imbottita di stelle e campioni dalla metà campo in su, ma che continua a fare della solidità e della compattezza i suoi veri punti di forza. Trascinata da un autentico leader carismatico come Sergio Ramos, il difensore più prolifico dei 5 principali campionati europei con i suoi 10 gol. Se Ramos mantiene come compito principale quello di evitare i gol altrui, là davanti ci pensa Karim Benzema a risolvere molti problemi. Tre gol e un assist per il francese dalla ripresa della stagione a metà giugno e una sensazione di non essere mai stato così dentro il gioco del Real: un autentico regista offensivo, finalmente "liberato" dell'ingombrante presenza di Ronaldo, il pupillo di Florentino Perez è tornato ad essere grande protagonista anche sotto il profilo realizzativo e mette davvero paura alla Juve.
OSSESSIONE GUARDIOLA - Archiviato un campionato che ha già eletto il suo successore nell'albo d'oro, il Manchester City ha prontamente rivolto l'attenzione a come prepararsi al meglio per il ritorno Champions League. Alterno il rendimento in Premier dopo la ripresa, con i convincenti successi su Arsenal e Liverpool a cui fanno da contraltare i ko nel derby con lo United e contro Chelsea e Southampton. La vera notizia è l'infortunio subito al ginocchio da Aguero che rischia seriamente di privare Guardiola di un pezzo da novanta per la parte conclusiva della stagione.
I PRECEDENTI - I tifosi bianconeri hanno sognato il suo arrivo dopo l'addio di Allegri nella scorsa estate, ma ad oggi Guardiola evoca soltanto brutti ricordi - il doppio ottavo finale della Champions 2015/2016, quando il Bayern Monaco allenato dallo spagnolo si qualificò ai supplementari (non senza polemiche) dopo il 2-2 di Torino e il 4-2 in Germania - e un pericolo imminente. Diverso invece il bilancio tra la Juve e il City nelle coppe europee, con 3 vittorie, 2 pareggi e un solo ko e il ricordo piacevole del doppio successo nella fase a gironi del 2015/2016 alla squadra all'epoca allenata da Pellegrini.
OCCHIO A FODEN - Rischia di non esserci Aguero, ma questo non significa che la Juventus si troverebbe un City particolarmente depotenziato in un eventuale quarto di finale. L'obiettivo di mercato Gabriel Jesus, Sterling (3 gol e un assist dopo la ripresa) e soprattutto il gioiellino Foden (4 reti e un assist) hanno dimostrato di poter sopperire all'assenza del Kun. E non abbiamo considerato i vari Bernardo Silva, Mahrez e mister assist De Bruyne. Punti deboli? Certamente una difesa priva di un centrale realmente e totalmente affidabile che, tra i vari Laporte, Otamendi, Stones e il giovane Eric Garcia, dà la sensazione di poter essere colpita in qualsiasi momento.