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  • Juvemania: chi non salta non ci crede

    Juvemania: chi non salta non ci crede

    • Andrea Bosco
    PRESA PER I CAPELLI - L'hanno rimessa in piedi. E alla fine hanno pure provato a vincerla. Ripresa per i capelli, quando sembrava che la nave stesse affondando. E invece no: la Juventus rimonta, pareggia. Le manca l'acuto per chiudere in bellezza, ma da questo pari con il Bayern può trarre molte indicazioni. La prima: un conto è difendersi, un altro è lasciare all'avversario completamente l'iniziativa. Per sessanta minuti la Juve non la becca proprio. Ce l'ha sempre il Bayern che anche alla fine, complessivamente domina come possesso palla. Un Bayern che gioca a memoria, sul velluto. E senza paura: due centravanti, due ali, due soli centrocampisti. A dare una mano si alzano in fase di possesso palla i due terzini. La Juve paga soprattutto una assenza. E non perché , gli “assenti“, hanno notoriamente sempre ragione. La Juve paga (tanto) l'assenza di Alex Sandro. Uno che con i suoi mezzi atletici e tecnici avrebbe potuto veramente creare problemi alla difesa bavarese.

    DUE CEFFONI: POI....  - Uno sberlone alla fine del primo tempo (il solito Muller), poi un altro (meraviglioso) di un Robben ad inizio ripresa, che davvero non invecchia mai: come il buon vino, anzi migliora. Esce Marchisio (infortunio, un altro), entra Hernanes e ti dici: ciao mamma, è finita. E invece no: va in gol, Dybala, alla sua prima rete europea. Ed Hernanes (elogiato giustamente da Allegri) regge. Regge bene. Poi Allegri azzecca i cambi, Morata per Dybala e Sturaro per Khedira. Sono loro a confezionare il gol del pareggio: assist dello spagnolo e spaccata vincente dell'operaio Sturaro. Il resto sono spiccioli. Il Bayern è stupefatto, Kalle si dice di averlo sempre pensato che questi erano una “rogna“. Il Bayern non crede ai suoi occhi colpevole di aver archiviato la gara troppo in fretta. Il tabellone recita: 2-2. Juve per sessanta minuti brutta e imbelle. Alzi alti lai agli dei e quelli sembra che proprio non ti vogliano ascoltare. Poi la prima crepa nell'esercito di Bavaria. Poi la seconda.

    CHI NON SALTA NON CI CREDE - Qui Madama ci crede. Capisce il messaggio dello Stadium che dopo il 2-1, urla a squarciagola: “Chi non salta non ci crede“. Saltano tutti, come canguri. Che non è quella roba con la quale ormai giornalmente ci stressano i telegiornali e che attiene ai bizantinismi della politica. No, saltano tutti come veri canguri, quelli australiani: una marea umana che schizza verso l'alto. Credo sia stata quella la molla che ha innescato la rabbia agonistica della Signora. “Non sono invincibili“. Non li ho sentiti, ovviamente, ma ci giurerei che questo si sono detti quelli con la maglia bianconera. No, non sono invincibili. Se li lasci giocare, te la nascondono con il loro tiki-taka dell'accidente. Ma se li aggredisci (ma devi farlo di brutto), beh allora sul piano fisico, Madama se la gioca. Perché  questa non è la Juve impotente di Conte, surclassata allo Stadium sul piano fisico, oltre che sul piano tecnico. Questa è una Juventus che ha i numeri per giocarsela. E come ha detto Allegri: “Deve avere coraggio“. Deve entrare già negli spogliatoi con la bava alla bocca. Con la convinzione di poter “scatenare l'inferno“. Tanto per essere chiari: la banda di Simeone non avrebbe chiuso la gara con un solo ammonito. Madama sì, il Bayern con tre cartellini gialli. Due a due è un risultato che condanna la Signora. Come aveva previsto Allegri, la Juve dovrà giocarsela in casa dell'orso bavarese. E dovrà compiere una impresa: dovrà vincerla. Non importa con quale risultato. Dovrà fare un gol in più. Ma adesso sa. Sa che anche loro sono vulnerabili. Sa che Neuer non è Superman. Non faccio pagelle, non do voti. Ma da Pogba, pur sufficiente, è lecito attendersi di più. E lecito attendersi che faccia la differenza. Ha l'occasione per rifarsi davanti ad un pubblico dal palato fine .
    Ci metta la rabbia che ci metteva quando Conte gli concedeva spezzoni di gara e nessuno ancora poteva ipotizzare che sarebbe diventato Pogba.

    COLLINA: MA CHI CI HAI MANDATO? - Non è mia abitudine parlare degli arbitri. Non lo farò neppure in questa occasione. Dico solo che una volta ancora, Collina ha spedito sulle piste di un'italiana, un arbitro tecnicamente non eccelso, del quale era note topiche ed errori. E' accaduto a Torino, ma è accaduto anche a tutte le italiane impegnate in Europa. Decide Collina: Juventus, Napoli, Roma, Fiorentina, Lazio. Quattro su cinque ha deciso malamente. E' auspicabile che nei turni di ritorno, decida meglio. In fondo lui è giudicato “il migliore“: lo dimostri nelle designazioni.

    SAPETE CHE L'ASTROLOGA... - Immagino che molti tifosi si siano, al fischio di chiusura, stracciate le vesti, piangendosi addosso: questo non va, Allegri ha sbagliato quest'altro, Marotta non hai preso i giocatori giusti, lo svizzero ha giocato male, se la sono fatta addosso. E temo saranno tra i più indulgenti. A tutti dico : tranquilli. L'astrologa, come sanno quelli che mi seguono, lo  aveva previsto. Pari a Torino. Poi al ritorno vince la Juve. Potete non crederci. Ma occhio a scatenarvi. Perché se poi la signora degli astri ci prende (e spessissimo ci prende) che figura ci fate? 

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