Juvemania: Pirlo sfida Dzeko, sarà un rimpianto? Attacco incompleto: quanta fretta nel cacciare Mandzukic...

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Finalmente si torna in campo. Questa settimana, purtroppo, le polemiche per una brutta storia italiana hanno rubato la scena a tutto il resto. Ora che però nel frattempo Luis Suarez si è accasato all’Atletico Madrid, si può tornare a pensare solamente al calcio giocato e ai giorni finali di mercato, fondamentali per provare gli ultimi, decisivi, colpi di mercato. In casa Juventus si ragiona principalmente ancora sull’arrivo di un altro attaccante. Il ritorno di Alvaro Morata fa sicuramente morale e regala ad Andrea Pirlo almeno un’alternativa offensiva a Ronaldo e Dybala ma ovviamente servirebbe ancora uno sforzo. Il reparto è chiaramente incompleto. Se Edin Dzeko era la preferenza massima di mercato per il nuovo allenatore della Juventus è evidente che nella sua testa aveva un’idea tattica ben chiara, non replicabile con gli attaccanti attualmente in rosa. Manca a questa formazione un attaccante fisico, che riempia l’area, che faccia sentire tutto il suo peso facendo salire la squadra. Manca da quando, con troppa fretta e superficialità, si è deciso di mandare via Mario Mandzukic senza nemmeno provare a rimpiazzarlo. Giocatori di questo tipo (e peso) possono cambiare le sorti di un’intera squadra e lo dimostrano i rendimenti di Lukaku all’Inter o di Ibrahimovic (auguri di pronta guarigione) al Milan. Non a caso negli ultimi giorni è stato accostato alla Juventus il nome addirittura di Fernando Llorente, anche lui un’eventuale clamoroso ritorno. Negli ultimi anni tutti vogliono tornare alla Juventus, un fenomeno che prima non era successo praticamente mai nel corso della storia bianconera. Evidentemente la possibilità di giocare con il ‘fenomeno’ Cristiano Ronaldo, unita alla quasi certezza negli anni passati di vincere lo scudetto per mancanza di avversari più la tendenza (sbagliata) della dirigenza a rinnovare a calciatori ultra trentenni garantendo super ingaggi, ha invogliato tutti perlomeno a provare a fare ritorno alla casa madre. Non c’è stato un calciatore, da Vidal a Kean, che non ha provato a rientrare a Torino. Persino la mega plusvalenza Pogba, nonostante il suo esoso cartellino e il mega ingaggio attivo a Manchester, è stato più volte accostato al nome della Vecchia Signora.VERSO ROMA-JUVE - Fatte tutte le dovute premesse, ci si avvicina alla sfida dell’Olimpico contro la Roma dell’ ‘ex’ Dzeko, un esame importante per Andrea Pirlo. Un primo, vero, banco di prova anche se ci troviamo ancora all’inizio del torneo. L’allenatore bianconero, nonostante l’arrivo di Morata e il recupero (parziale) di Dybala, non sembra intenzionato a modificare la formazione schierata all’esordio. Dall’altra parte si troverà contro una squadra non al meglio delle condizioni, soprattutto mentali, per via delle trattative (proprio con la Juventus) che hanno visto coinvolto il loro capitano Dzeko e per tutte le voci che vorrebbero l’ex allenatore juventino Massimiliano Allegri pronto a subentrare sulla panchina dei giallorossi in caso di esonero di Paulo Fonseca da parte di Friedkin. La nuova Roma, ad oggi, è un’incognita, non si riesce ancora a capire che ruolo potrà recitare nel corso del campionato 2020/2021 né chi saranno gli interpreti che ne determineranno il rendimento. La partita contro la Juventus potrebbe esser per loro una svolta decisiva, sia in un senso che nell’altro. Sicuramente Andrea Pirlo osserverà a distanza con grande rimpianto Edin Dzeko, che solo una settimana fa sembrava pronto a lasciare il ritiro di Verona per diventare il nuovo centravanti della Juventus e su cui il Maestro voleva costruire il gioco offensivo bianconero cercando di mettere Cristiano Ronaldo e Dybala nelle condizioni di poter rendere al meglio. Il resto della storia la sapete tutti, ora c’è Morata e quindi “viva Morata”, sperando che questa mancanza tecnico/tattica (difficilmente colmabile nell’ultima settimana di mercato salvo ripieghi) non risulti decisiva in negativo per le ambizioni stagionali e gli obiettivi della Vecchia Signora.
@stefanodiscreti
grazie eclipse73 ma come sempre la qualità delle interazioni dipende dall'intelligenza con cui ci si propone, Ermanno lo conoscono, è uno che difende il suo punto di vista ma sempre e solamente educatamente. Mebarba non lo conoscevo ma è in assonanza con questo principio. Il calcio non è una scienza esatta, nonè governato da leggi fisiche, e quindi è ovvio che ognuno di noi può pensarla diversamente. Ma poi come ben sai arriverà qualcuno che avvelenerà i pozzi e dovremo ripagarglo con il nick che ho scelto. Proprio per quello e quelli là. Per tornare al dibattito, credo che Pirlo abbia una qualità che non possedeva Sarri, la capacità di confronto con gli altri, non perchè è un'arrogante, ma perchè è entrato in uno spogliatoio a cui non era abituato come livello di personalità. In questo senso mi ha colpito molto quando Matuidi parlando di lui disse di aver scoperto il suo lato umano solo a Marzo, quando è finito in isolamento per il COVID. Pirlo sa stare in spogliatoi con quelle personalità ed Ego, e questo fa la differenza. Agnelli conta su quello credo. Non è un'abiura al concetto di allenatore invece che gestore, è che l'allenatore impersonato da Sarri non era la persona adatta a dettare la linea a quello spogliatoio. Per quanto riguarda invece la sistemazione della squadra, ti dico che al di là di quel che ho scritto che è poi quello che sta facendo adesso, spero che non abbia un'idea precisa di cosa fare, nel senso che i grandi, Guardiola ma anche Allegri, per prenderne uno agli due antipodi nel modo di far calcio, sanno cambiare assetto e uomini in base al contesto (Guardiola faceva il 4.3.3 a Barcellona e si è inventato il 4.1.4.1 o 4.2.3.1 al Bayern, per oscillare tra le due versioni al City, dove ogni tanto ci scappa il 3.4.3, di Allegri un senza modulo neanche parlo). Anche perchè questo ti aiuta a sfruttare al massimo tutte le potenzialità di ognuno dei giocatori in rosa. Anche Trap non era ossessionato dalla sua creatura, quella descritta sopra, che poi è il modello che sta riproponendo Pirlo, nell'ultima Juve sua giocava con un 3.4.2.1 anche se vinse solo la Uefa e fece vincere il pallone d'oro a Baggio, ma con quel Milan è stato già tanto.
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