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  • Juvemania:| Spogliatoio? Una polveriera

    Juvemania:| Spogliatoio? Una polveriera

    • Andrea Bonino

    Negli ultimi giorni in casa Juventus se ne sono viste di tutti i colori. Dai due ko consecutivi dopo la sosta contro Parma e Napoli, alle panchine di Del Piero nonostante l'emergenza infortuni; da Sissoko malato immaginario che bisticcia con Marotta a mezzo stampa, ad Amauri che lancia messaggi chiari al palazzo di corso Galileo Ferraris, flirtando con il suo ex presidente Zamparini. Fino alla partita di ieri sera contro il Catania. Nella sfida di Tim Cup se ne sono viste di cotte e di crude: dall'ennesimo infortunio capitato a Toni (un mese di stop) al cambio di modulo, dal rientro di Buffon dopo quasi otto mesi all'ennesima 'esplosione' di Del Piero nonostante i suoi 36 anni, fino alle stilettate del portierone bianconero alla dirigenza. Tutto insieme.

    Partiamo dal franco-maliano. Dopo i suoi misteriosi malanni, il botta e risposta tra il centrocampista e Beppe Marotta, l'incontro tra il direttore generale e il suo manager, ieri è arrivata la conferma: le due parti sono vicinissime al divorzio. Sissoko sta cercando in tutti i modi di andare via e Del Neri, con la sua esclusione dalla lista dei convocati contro i siciliani, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: 'Se vuoi fare il furbo, finisci in tribuna'. Peccato che Marotta abbia ricordato che, se vuole andare via, lo farà soltanto alle condizioni bianconere. Vedremo come andrà a finire.

    Capitolo Toni: niente da aggiungere. I campi di Vinovo, con gli infortuni da trauma, c'entrano poco. L'ex genoano ha riportato una lesione di primo/secondo grado al legamento collaterale del ginocchio destro e dovrà stare fermo 30 giorni. Che dire? La sfortuna continua ad accanirsi sulla Signora. E proprio l'infortunio del neo-bomber ha costretto il tecnico a cambiare modulo per la prima volta da quando è a Torino. Forse per la prima volta nella sua carriera. Da sempre fedele al 4-4-2, l'allenatore di Aquileia ha incredibilmente tradito il suo credo, trasformato la 'sua' Juve con il 4-2-3-1, con Krasic, Aquilani e Pepe alle spalle di Del Piero. Ma, siccome l'esperimento ha rischiato di far nevicare per i prossimi decenni, dopo nemmeno un quarto d'ora è tornato sui suoi passi e al consueto 4-4-2.

    Si diceva del capitano. Ieri sera ha voluto far capire una cosa fondamentale a Del Neri: 'Perché mi tieni in panchina quando sto benissimo? Ora te lo dimostro'. Ieri in Coppa Italia il numero dieci è stato il migliore in campo. Peccato che contro il Bari potrebbe non essere a disposizione: edema contusivo del comparto mediale del ginocchio sinistro. 'Le sue condizioni - come recita il sito ufficiale - verranno valutate giorno per giorno'. Per quanto riguarda Amauri, invece, la situazione è chiara. L'attaccante s'è pentito di aver lasciato Palermo. Lì era coccolato e riverito. La squadra giocava per lui. Qui a Torino è lui a doversi adattare alla squadra ed è uno dei tanti campioni in rosa, sebbene non sia riuscito a dimostrare di esserlo tra infortuni, ricadute e partite parecchio al di sotto delle aspettative. Rimarrà fino a fine stagione, ma flirtando con i rosanero ha lanciato il sasso, senza nascondere la mano: a giugno se ne andrà.

    Chiusura con il 'caso' Buffon. Dopo aver dimostrato di non aver remore né nel tuffarsi né nell'impattare con gli avversari dopo il delicato intervento alla schiena, ha lanciato stilettate a fine partita. Durante la convalescenza i rapporti tra lui e la società si erano raffreddati, complice anche qualche frecciatina piccata di Del Neri (dalla sua assenza da Vinovo al dualismo con Storari). Una volta rientrato il portierone s'è tolto dalla scarpa qualche sassolino. Anzi: qualche masso. 'In questi cinque anni avrei potuto vincere qualche trofeo altrove, ma sono rimasto e ora voglio farlo con la Juve'. Chiarissimo ultimatum: o vinciamo qualcosa in fretta, oppure me ne vado. Di colpo lo spogliatoio bianconero è diventato una polveriera. E domenica c'è un'altra gatta da pelare: Quagliarella out, Toni ko, Del Piero in dubbio, Amauri 'mascherato' e Iaquinta che rischia forzatamente di dover anticipare i tempi di recupero, rischiando un altro stop. Non vorremmo essere nei panni di Del Neri.

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