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  • Juvemania: la più bella della storia?

    Juvemania: la più bella della storia?

    Piove su Torino. E piove sull'Inter, una squadra che non riesce ad essere più quella che in avvio di stagione aveva suscitato grandi speranze tra i fans. Squadra muscolare senza mai una invenzione: l'Inter tira una sola volta in tutta la gara, pericolosamente, nella porta di Buffon. Nel finale con Eder, quando per dirla con il vecchio Dan "la mamma ha già buttato la pasta". La Juventus mette subito il turbo: Hernanes da fuori spacca il legno con una conclusione che (fosse entrata) avrebbe fatto venire giù lo Stadium. Poi ancora con Dybala e con Mandzukic, uno che fa i gol difficili, ma quelli facili proprio non riesce a metterli dentro. Poi la gara diventa un continuo scontro fisico con due squadre che si controllano. Ma in avvio di ripresa su un macroscopico errore della difesa interista, Bonucci si inventa centravanti e confeziona un siluro che non dà scampo ad Handanovic. L'Inter in pratica non esiste fino al minuto venticinque della ripresa. Poi arrischia, preme, ma miete nulla. Entra Morata, per Dybala, frizzante ma meno preciso del solito.  Lo spagnolo è fresco e si vede. Sulla sua accelerazione, Miranda annaspa, poi cade nel trappolone tutto iberico di spostare il pallone alla Cristiano Ronaldo: è rigore. Rocchi è a un palmo e non ha dubbi. Calcia bene Alvarito, spiazza Handanovic  e poi corre in panchina ad abbracciare l'amicone Simone Zaza. A dimostrazione che la Juventus è un gruppo solido. "Dai, ha detto in un orecchio - Morata a Zaza - dai che mercoledì al Meazza tocca a noi due". 
     
    BONUCCI MIGLIORE IN CAMPO - Regge bene Khedira col suo solito tran tran che fa respirare Madama quando ne ha bisogno. Chiellini abbandona a scopo precauzionale. Entra Rugani a smentire i timori di Allegri: anche  questo è uno nato pronto. Gioca con una semplicità e una pulizia che strabiliano. Un uomo in più per Allegri. Molto bene Alex Sandro (tra l'altro con un intervento difensivo di testa, basilare nell' economia della gara) una spina nel fianco destro dell'Inter. Hernanes ha giocato senza fronzoli. Ha perso un paio di palloni, ma certamente lui al pari di Pogba non sono stati agevolati dal terreno di gioco reso viscido dalla pioggia battente. Buffon in versione Dea Kalì da otto gare tiene la sua porta inviolata. Merito soprattutto di quei due: Barzagli e Bonucci. Il primo è come un fido in banca. Il secondo sta vivendo un momento strepitoso. Miglior uomo in campo – a mio avviso – e leader dello spogliatoio. A fine gara ribadisce un concetto già espresso: "Una gara alla volta. Ci siamo ripresi, e ci crediamo. Crediamo che questa stagione possa diventare la più bella nella storia della Juve". Non serve la macchina inglese che decrittava i messaggi nazisti per capire il senso delle sue parole. Ah: c'era anche lo svizzero. Il solito infaticabile pendolino: sbuffa, corre, protesta, tampona, riparte e crossa. In totale fa 2-0. Ma credo che anche nei tifosi interisti sia chiara l'idea che poteva andare peggio.
     
    ALLEGRI: IN POLTRONA - Allegri, una furia, al solito nel finale per  l'occasione lasciata ad Eder, ora può  mettersi in poltrona ad attendere il risultato di Fiorentina-Napoli. Madama ha "strappato" a più quattro in classifica. La Viola è chiamata a difendere il suo terzo posto, visto che la Roma incombe. Il Napoli al Franchi è chiamato a rispondere. Lo scudetto è l'unico trofeo per il quale può ancora competere. Se perde, la Vecchia si stacca. Se pareggia, dovrà guardarsi alle spalle. La squadra più in forma in questo momento sembra la Roma, orfana di Totti ma rigenerata da Spalletti e da un Faraone che è davvero una buona notizia anche per Conte in chiave Europeo. L'Inter dovrà medicarsi le ferite. Capire in fretta quale assetto darsi. Quelle davanti non aspettano e dietro ormai Sinisa soffia sul collo di Mancini .
     
    MANCINI RAUCO - Mancini a fine gara si è "dato" per raucedine. O forse nel timore di offrire spunti a Maurizio Crozza che ormai è il più temuto editorialista del Paese. Ma come direte: un comico che eccetera? Ma certo: proprio quel formidabile comico, Pater del Paese delle Meraviglie. Non ha parlato Mancini, ci ha messo la faccia Zanetti. Che ha detto cose sensate, con misura e senza accampare attenuanti. Il vecchio pirata ha capito meglio di tutti cosa è accaduto sul campo. Si è offerto anche  Ausilio, anche lui nel post partita ai microfoni: il direttore sportivo dell'Inter parla di un buon primo tempo, di campo scivoloso, di scivolate, di episodi. Io non commento: mi rimetto al giudizio del blog. Ma evidenzio che non è stata offerta una sola parola sul gioco e sull'allenatore. Alcune sui giocatori. L'Inter gioca male, pur avendo un  parco giocatori di qualità. Colpa dei giocatori, della società, di Mancini? Non lo so. Ma di qualcuno la colpa sarà: o no? Mancini che non parla (auguri per la raucedine) non è, comunque,  un bel messaggio. Specie per una società che fa della comunicazione un suo punto di forza. O almeno vorrebbe. Magari alla prossima, Mancio: in fondo mercoledì si torna già in campo.
     
    MERCOLEDI' SI REPLICA - Ma al netto dell'euforia in casa Juve e della mestizia in quella Inter, il bello di questa stagione è che riposi un paio di giorni e poi torni sotto ai riflettori. Mercoledì si replica al Meazza: Inter-Juventus, gara di ritorno per la semifinale di Coppa Italia. Madama parte dal rotondo vantaggio acquisito all'andata. Darà spazio ai suoi Zaza, Cuadrado, Evra, Sturaro, Pereyra, ancora Rugani, forse Asamoah, forse Neto e chissà, magari Lemina: insomma quelli che non hanno giocato o hanno giocato poco. Ma avere l'occasione a pochi giorni di distanza di ribellarsi al potere bianconero, potrebbe dare la spinta all'Inter per tentare la missione impossibile. Del resto cosa ha da perdere attaccando a testa bassa? Il risultato dell'andata la condanna. Se Madama dovesse prendere la gara sottogamba, chissà: hai visto mai…
     
    JUVE IN ROSA  - E i tedeschi direte, i tedeschi che hanno mandato in gol (più un assist) l'ex Coman? Beh, amici  una cosa alla volta. Il Bayern è prossimo ventura. Prima l'Inter in Coppa Italia. Poi l'Atalanta. Una cosa alla volta. Ma se la "garra" della squadra è quella di Bonucci, beh, popolo bianconero, il futuro potrebbe tingersi di rosa. Che in fondo è un colore sociale della Juventus. Anzi il primo colore sociale. Le prime maglie della Vecchia inossidabile Signora del Calcio italiano. 
     

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