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Juvemania: Allegri e Tevez, è vostro!

Juvemania: Allegri e Tevez, è vostro!

Poker. E' la parola che sintetizza meglio di qualsiasi altra il quarto scudetto consecutivo della Juventus. Quattro di fila come la Juve del quinquennio. Razza padrona bianconera. Quanti sono? Trentatré per ogni juventino, anche il più tiepido. Due in meno per la contabilità della Federazione. Nessuna polemica: il momento è speciale. Ma l'auspicio (da Elkann al magazziniere, all'ultimo curvaiolo ) è che il processo sportivo possa essere riaperto. Mai nella storia del calcio si era sentito di scudetti  “di cartone“ .

LA JUVE DI ALLEGRI - E' la Juventus di Max Allegri, vincente al primo anno. Arrivato tra scetticismo, polemiche e insulti. E  alla fine esemplare nella gestione del gruppo. Allegri è un allenatore da Juventus. Si è calato nel mondo bianconero in punta di piedi. Sfruttando il grande lavoro fatto dal predecessore Antonio Conte e migliorandolo. Inserendo benissimo i nuovi acquisti: Evra, Pereyra, Morata.
Lo scudetto da tempo era blindato. Il finale di stagione conforta. Con la Samp bastava un pareggio. E' arrivata l'ennesima vittoria. E' arrivato sopratutto il gol di Vidal: buon segno in vista del futuro. 
Futuro che incombe e da sviscerare al meglio. Contenuti i festeggiamenti, la testa è già al  Real Madrid e alla gara di martedì .

Che squadra è la Juventus di Allegri? E' una squadra pragmatica, cinica, paziente. Non va più sui nervi, furente come quella messianica di Conte. Ma come quella, è una squadra che se ti prende la giugulare non la molla più . Soprattutto è una squadra di amici: in panchina a Genova, i Pepe e i Marrone, quelli che giocano poco o non giocano mai ridevano accanto a Tevez.

LO SCUDETTO DI TEVEZ - Ecco: se c'è un giocatore che ha segnato il quarto scudetto e l'intera stagione, questo si chiama Carlitos Tevez, l'Apache che del nostro campionato ormai conosce ogni sasso, cespuglio, arbusto. E come quell'altro, quello che i suoi chiamavano “Colui che sbadiglia“ e che i messicani ribattezzarono Geronimo, è un uomo (come scrisse l'ufficiale che lo prese in consegna nel 1886 nello Skeleton Canyon)   "che una volta veduto è impossibile dimenticare“ .

E' quanto si augurano anche i tifosi juventini in vista del duplice impegno col Real: che a Madrid non lo “ dimentichino “. Venti gol in campionato,  una presenza costante al servizio del collettivo : risolutivo e insieme disponibile ad assistere ogni compagno .

LA SPINA DORSALE - L'asse di ogni grande squadra è: portiere, centrale di difesa, regista, attaccante. La Juventus in quei ruoli ha il meglio. Spesso può addirittura scegliere : Buffon,  Bonucci, Pirlo, Tevez. Ma gli Storari, i Barzagli e i Chiellini, i Marchisio non sono  “cambi“ . Sono titolari che a volte cambiano posizione. La squadra è solida con il suo pendolino elevetico, l' esperienza di Evra, la spavalderia  di Vidal, la crescita di Morata, la generosità di Llorente. La sorpresa più pesante va ascritta a Pereyra. Le prospettive sono tutte per Sturaro e Coman. Ma come dimenticare l'abnegazione di Padoin, il collante (nello spogliatoio) Pepe, la duttilità di Caceres ? Le qualità appena intraviste di Romulo restano inespresse: ma un pezzettino di scudetto è anche suo. E poi c'è il Polpo: pare che l'Ufo possa rientrare a Madrid. Di solito chi torna in campo dopo lunga assenza, alla prima confeziona meraviglie. Ci contiamo, Paul.  

Ha cinguettato  Alex Del Piero: “Grandi ragazzi“. Vangelo. Grandi quelli che sono andati in campo. Ma grandi anche quelli che stanno al timone e che hanno voluto Allegri, investito in due giorni dopo il traumatico addio del dux salentino. Agnelli, Marotta, Paratici, Nedved : poche società possono vantare un vertice di tale qualità e competenza. I conti sono in ordine, lo stadio è di proprietà, il brand è in crescita, il piano di sviluppo di eccellenza. E nessuna società in Italia può vantare una proprietà come quella della Juv : si scrive Elkann ma si legge Agnelli. Questi di adesso e quei due di prima, l'Avvocato e il Dottore. E prima di loro il patriarca che si godeva gli Orsi e i Cesarini.

LA VECCHIA SIGNORA E L'ELISIR DI LUNGA VITA - La chiamano Vecchia Signora. Ma Juventus significa “gioventù“. E Madama sembra davvero aver trovato l'elisir di lunga vita. O un chirurgo plastico in grado di fare miracoli. 

Non è finita. C'è la Coppa Italia. Obiettivo possibile. Difficile (la Lazio  è squadra ben allenata e con ottimi giocatori) ma possibile. In fondo la Juventus in questa stagione l'ha già battuta due volte. E io ho una passione per i proverbi .   
E poi c'è quella che il mio amico El Cabezòn chiama “la maledetta“. Sarà tremendamente dura contro Ancelotti e Ronaldo. Dura:  ma visto come (non) hanno festeggiato lo scudetto a Genova, c'è da credere che ci credano. Da settimane li stiamo bombardando con le magie di Sivori, in maglia nera al Bernabeu, con quelle di Nedved, con quelle di Pinturicchio omaggiato da 100.000 persone . Sarà dura, ma molti di questi che hanno calato poco fa quattro assi, guardando la propria carta d'identità, devono essersi detti che questa potrebbe essere l'ultima occasione. Ci proveranno. Garantito che guidati da quello con il volto pieno di cicatrici andranno a caccia di scalpi. Quello impomatato do CR7 in primis.  
Se andrà male ( cosa realisticamente possibile) ogni juventino che non voglia rischiare il ricovero, counque, applaudirà. 
Ma sapete cosa spesso diceva l'Avvocato? 
“Gli altri ? Grandi, fantastici, esemplari : chapeau“ .
“Noi ?  Beh, noi......noi siamo la Juventus“. E non era un pluralia majestatis.  
Vecchiaccia:  grazie di tutto . E prova: prova ancora a farci sognare. 
    

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