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  • Juvemania: riecco quella grinta...

    Juvemania: riecco quella grinta...

    • Andrea Bonino

    La vittoria di sabato sera a San Siro ha stupito. Non soltanto per il risultato finale, su cui pochi avrebbero scommesso alla vigilia. Più che altro per come è arrivata: con grinta, convinzione e aggressività. Tutte cose mai viste negli ultimi anni. Non tutte insieme per lo meno. Dai tempi  di Deschamps in poi, è raro ricordarsi una Juventus così convinta nei propri mezzi, così squadra, così gruppo come quella vista nell'ultimo mese con Luigi Del Neri e Beppe Marotta al timone. Ma soprattutto è sempre mancata la continuità. Già con Ranieri si erano visti sprazzi di bel calcio e lampi di gruppo affiatato, pronto a remare dalla stessa parte. Ma alle prime difficoltà si era sciolto tutto come neve al sole. E i tifosi della Juventus erano saliti sul fastidioso ottovolante, per poi cadere a precipizio alla fine della scorsa stagione, la peggiore degli ultimi 20 anni. Eppure contro il Milan mancava Krasic. E all'ultimo momento il tecnico bianconero ha dovuto fare a meno anche di Chiellini. Senza calcolare il doppio ko di De Ceglie e Martinez a partita in corso. Tutte cose che avrebbero segato le gambe a qualsiasi squadra. Non a questa Juve.

    Un team capace di aggredire i rossoneri negli spazi, di rintanarli nella propria metà campo e tirare le stilettate quand'era ora di chiedere il conto. Un amalgama perfetto, fatto di giocatori con tanta fame, pronti a tirare fuori gli attributi quando il gioco si fa duro. Storari non sta facendo per nulla rimpiangere Buffon. Era stato uno dei migliori portieri della serie A l'anno scorso e si sta confermando ad altissimi livelli. Peccato non sia più giovanissimo, altrimenti il numero uno della Nazionale si poteva tranquillamente lasciar partire per monetizzare. Chiellini e Bonucci hanno finalmente trovato la quadra e gli errori stanno quasi scomparendo. Ma anche Legrottaglie, se chiamato in causa, ha dimostrato la consueta affidabilità. Motta e De Ceglie hanno finalmente imparato a difendere e, soprattutto, a crossare. Peccato che ora, in concomitanza con l'assenza di Grygera, Del Neri dovrà inventarsi Pepe terzino. E proprio l'ex attaccante dell'Udinese si sta dimostrando il miglior acquisto. La sua duttilità è fondamentale. Nasce attaccante, ma ha dimostrato di poter giocare sia esterno di centrocampo che di difesa. E probabilmente è la fine che farà contro il Salisburgo giovedì sera.

    Assodato che Krasic è l'unico vero campione acquistato, bisogna spendere ancora elogi per Felipe Melo, che è tornato quello di Firenze. Sono ormai lontane le 'Felipate' dell'anno scorso ed è sempre più concreto e determinante. Marchisio è il solito soldatino affidabile dai piedi buoni, mentre Aquilani è soltanto al 70%. Se continua così tornerà ad essere il gioiello romanista d'inizio carriera. Quagliarella è l'attaccante che serviva alla Juventus, in mezzo a due colossi come Iaquinta e Amauri, in attesa che entrambi ritrovino sé stessi e tornino a seminare il panico nelle difese avversarie. Del Piero è sempre Del Piero, e su di lui si può fare sicuro affidamento. Lo si sa da 18 anni. Lo sapeva Boniperti allora, lo sa oggi Andrea Agnelli. Peccato che manchi un Trezeguet capace di risolvere le partite difficili e peccato per Martinez: non era ancora riuscito ad esprimersi sui livelli di Catania e, nel momento del rientro, ha dovuto fare i conti con la sfortuna. Ma non bisogna dimenticarsi che ci sono anche i Sissoko, i Grygera, i Manniger, i Lanzafame e i Traorè. Quando Del Neri avrà finalmente il problema dell'abbondanza, ci sarà da divertirsi. Speriamo…

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