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  • Agnelli e Twitter: 'Giocatori liberi sulla vita privata, sotto tutela quando scrivono della Juventus'

    Agnelli e Twitter: 'Giocatori liberi sulla vita privata, sotto tutela quando scrivono della Juventus'

    Andrea Agnelli ha parlato al "Festival della tv e dei nuovi media. "Il nostro mestiere è andare in campo, giocare la partita e possibilmente vincere - spiega il presidente della Juventus -. Io ho sempre avuto un paragone: se per una fabbrica il prodotto finito è quello che va negli scaffali e nei punti vendita, per noi il nostro prodotto è il gol e dobbiamo produrne uno in più dell'avversario per ottenere poi il risultato finale, che è il successo della squadra. Abbiamo le radio che hanno altri diritti. Abbiamo i giornali che ci raccontano con occhio critico. Abbiamo il mondo di internet, della carta stampata, della televisione. Questi sono i mondi che esistono e continueranno ad esistere, perchè alla fine dobbiamo essere raccontati da terzi. Dopodichè, con gli strumenti attuali si è aperto chiaramente un nuovo mondo e questo nuovo mondo cosa ci permette? Non tanto di raccontare la partita, quanto di avvicinarci maggiormente ai nostri tifosi. I nostri tifosi che possono essere quelli che abitano a 5 chilometri dallo stadio, ma sono chiaramente anche quelli che abitano dall'altra parte del mondo. I nuovi media ci aprono chiaramente questa possibilità, ci aprono un universo completamente diverso". 

    "Noi oggi siamo editori delle nostre attività, così come lo sono al tempo stesso i giocatori, così come chiunque sia un attore all'interno del mondo sportivo o in qualsiasi mondo pubblico. Chi ha una funzione, un ruolo. Un direttore di un quotidiano sportivo che ha un account Twitter, è seguito non tanto per la persona in sé, ma quanto perchè è il direttore di un giornale sportivo, e questo amplifica tutti i vari punti di vista, in quanto la cassa di risonanza  è immediatamente, potenzialmente globale. Da questo punto di vista, noi partiamo dal mio arrivo in società, tre anni fa, dove ho trovato una situazione abbastanza difficile, complessa e soprattutto molto introspettiva. Al mio arrivo in società ho trovato una Juventus “introspettiva” che guardava molto a se stessa, al passato, ma poco al futuro e che non era presente nel mondo multimediale. Era necessario cambiare l’approccio alla comunicazione. Se i giocatori vogliono parlare della loro vita privata sui social network, sono liberi di farlo. Se invece l'argomento è l'attività societaria, devono prima verificare con la nostra comunicazione, sono sotto il cappello della Juventus. Una mezza frase viene interpretata, bene o male, un Tweet diventa mezza pagina giornale o un servizio tv, quindi bisogna stare attenti in modo chirurgico a cosa si comunica, per evitare strumentalizzazioni". 

    Lo scudetto? "Ci manca poco". Andrea Agnelli, a due giorni dalla partita decisiva per il titolo bianconero non fa "a margine" con i giornalisti, ma concede una battuta ad un tifoso, che gli chiede l'autografo al Festival delle tv e dei nuovi media a Dogliani. Ma non risponde ad un altro che gli chiede: "Adesso comprate un attaccante".

     

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