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  • Agnelli ribadisce: 'Gli scudetti sono 30'

    Agnelli ribadisce: 'Gli scudetti sono 30'

    Andrea Agnelli, presidente della Juventus, parla ai microfoni di Sky a margine dell'inaugurazione dello Juventus Museum.

    Sull’annata bianconera
    Cercherei di ripercorrere quest’annata, che c’ha visto partire sfavoriti. La miglior critica ci dava al quarto posto e, invece, con il lavoro, con l’abnegazione, con la capacità e la caparbietà, abbiamo fatto un’annata straordinaria. Questo ci è costato una festa altrettanto straordinaria domenica sera e devo dire che ce la siamo tutti quanti meritata,. Ma dal mattino dopo siamo tutti concentrati sulla partita di domenica prossima, che sarà difficile, delicata, con una squadra che ha messo in difficoltà una finalista di Champions League. Dopo di che, siamo altrettanto consapevoli che dal primo luglio partiremo ai blocchi di partenza alla pari con tutti gli altri e sapremo che tutto quello che ci dovremo guadagnare sul campo dovremo riguadagnarcelo passo dopo passo dall’inizio.

    Che emozione le dà il museo della Juventus?

    L’emozione Juventus è sempre rivolta al domani, perché la gioia più bella è quella che deve venire. Questo museo, però, è qualcosa di straordinario, che spero possa piacere, non solo ai tifosi juventini, ma a tutti i tifosi di calcio e agli sportivi, perché ripercorre la storia di una delle più grandi società del mondo. A me quello che fa piacere ricordare, è pensare a come la storia di questa società s’intrecci con la storia della mia famiglia. Dal 1923 questa società è con la nostra famiglia e sotto la nostra famiglia ha vinto 29 scudetti, che sono 30 con quello del 1905.

    Che effetto le ha fatto la festa dei tifosi di domenica scorsa?

    E’ stato bellissimo, ma è stato bellissimo tutto. Va raccontata l’annata perché sia capita, va raccontata la storia di dove arriviamo, va raccontata la storia di due settimi posti e, quindi, va capita questa annata, che è stata straordinaria e che passerà alla storia come la squadra degli invincibili. Va, quindi, capito tutto il percorso, le varie vittorie, le sofferenze, fino ad arrivare a Trieste. Ho già avuto modo di dire che in quella serata ero a casa da solo ed era straordinario vedere dalle immagini televisive come abbiamo riempito le piazze di Roma, Milano e Torino. Poi, c’è stata la possibilità, ed è stato un privilegio, di poter pianificare una festa per una settimana intera. Il pomeriggio di domenica, l’arrivo con due ore di ritardo del pullman, l’imponenza della folla, ha fatto si che si è dimostrato tutto quello che è l’orgoglio  della Juventus e tutta quella che era la rabbia per voler raggiungere questo obiettivo, che c’ha riportato dall’inferno dove ci avevano cacciato di nuovo in paradiso.

    Sull’addio di Del Piero

    Credo che il miglior sceneggiatore, se dovessimo vincere la Coppa Italia, non avrebbe potuto scrivere storia migliore. Adesso rimaniamo concentrati perché questo pezzo di storia dobbiamo ancora scriverlo e sarà una partita estremamente difficile, dove sappiamo che dovremo combattere dal primo al 90esimo e, forse, qualche minuto in più.


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