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  • Juventus e Leicester, la festa fredda

    Juventus e Leicester, la festa fredda

    • Pippo Russo

    Cos’hanno in comune la Juventus, il Leicester e le rispettive tifoserie, oltre alla vittoria del campionato nazionale? Una cosa che avrebbero preferito evitarsi: il festeggiamento in differita. Sia la squadra di Max Allegri che quella di Claudio Ranieri hanno ottenuto nel pomeriggio di domenica il risultato sufficiente a aggiudicarsi la vittoria finale, ma poi hanno dovuto aspettare il lunedì per avere la matematica certezza di non essere raggiunte dalla rivale più vicina. Piegate al rituale televisivo degli anticipi e dei posticipi, che impone un calendario insensato oltreché irrispettoso delle più elementari regole del dramma sportivo. Oltre a fare spezzatino delle giornate di campionato lo si fa anche con l’onda emozionale che ogni torneo produce. Come se venisse ordinato di pigiare il tasto pausa e andare a dormire col fiato sospeso nel vero senso della parola, in attesa di rimetterlo in moto l’indomani all’orario stabilito. 

    Certo, si dirà che le due squadre hanno vinto comunque, e questo è quanto rimane consegnato agli archivi. Ma non è la stessa cosa. Non è come liberare la gioia per il trionfo di una stagione dopo avere appena concluso l’ultima fatica, e a quel punto scaricare l’adrenalina in modo liberatorio. Il giorno dopo è come celebrare una festa fredda, priva della pienezza emotiva del momento. E una situazione del genere dà l’idea di un ulteriore passo verso l’ammaestramento della passione tifosa. Si sta completando l’edificazione del controllo totale, e la riduzione del tifoso a semplice cliente di uno spettacolo la cui tempistica industrializzata scandisce pure la curva della passione. Un tempo si diceva che non si dovrebbe mai interrompere un’emozione. Oggi invece vige il principio secondo cui un’emozione può non soltanto essere interrotta e frazionata, ma addirittura essere messa in freezer e poi scaldata al microonde quando altri danno il permesso. 

    Non è questione di condurre l’ennesima battaglia contro il calendario-spezzatino. Quella è ormai una causa persa. Piuttosto, è in ballo il diritto dei tifosi e del campionato a godersi il climax, il punto più alto dell’onda emozionale. Ecco, questo elemento andrebbe messo al riparo dalle tentazioni manipolatorie di chi gestisce il calendario come fosse cosa sua. Si dovrebbe stabilire nelle ultime 4-5 giornate di campionato le squadre impegnate nella volata giochino lo stesso giorno allo stesso orario, e che il verdetto arrivi alla conclusione delle gare di entrambe. E invece succede il contrario. La Premier League piazza la gara dell’inseguitore il lunedì sera, dopo aver fatto giocare di domenica la capolista. E lo stesso è successo due weekend fa in Italia, quando la gara fra Roma e Napoli è stata piazzata, senza alcuna ragione apparente, un lunedì pomeriggio festivo, dopo che la Juventus aveva giocato a Firenze di domenica. La Lega e le pay tv sono davvero convinte che questo gioco a cauterizzare la passione dei tifosi sia un affare? 

    Rimane l’assurdità della situazione. Due tifoserie col festeggiamento in canna, costrette a obbedire ai tempi della regia televisiva. Che un lunedì ha detto loro: “Ok, adesso potete festeggiare. Ma siate disciplinati e ricordatevi che fra un po’ dobbiamo andare in pubblicità”.

    @pippoevai
     


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