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  • Kovacic, campione o talento inespresso? Molto dipende da Sarri

    Kovacic, campione o talento inespresso? Molto dipende da Sarri

    • Luca Macrì
    La storia del calcio è costellata di talenti mancati, di predestinati ad un grande avvenire che, per un motivo o per un altro, hanno deluso le aspettative. Curiosamente, alcuni tra i più grandi “rimpianti” della storia di questo sport provengono dai paesi dell’ex Jugoslavia, da sempre culla di stelle e delusioni, di genio e sregolatezza. Quando, l’ultimo giorno del mercato invernale della stagione 2012/2013, l’Inter acquistò dalla Dinamo Zagabria un giovanissimo ragazzo croato, strappandolo alla concorrenza di squadre blasonate come Real Madrid e Manchester United, in molti condivisero la stessa opinione: l’Inter si è assicurata un predestinato, un talento puro, che, nel giro di pochi anni, diventerà uno dei centrocampisti più forti e completi del panorama calcistico internazionale. “Non ho mai visto un giovane croato con il suo talento dopo Prosinecki” furono le parole di Martin Novoselac, allenatore di Kovacic ai tempi della nazionale under 17. In effetti, il ragazzo di Linz sembrava avere tutte le caratteristiche del predestinato: nel suo esordio in prima squadra, stagione 2010/2011, contro il Hrvatski Dragovoljac, mette a segno il quarto dei sei gol finali della propria squadra, diventando, a 16 anni e 198 giorni, il più giovane debuttante marcatore della massima serie croata, battendo un record stabilito solo pochi giorni prima da Dino Špehar. 

    IL PREDESTINATO - Classe 1994, destrorso e con un’ottima capacità di conduzione palla e progressione, “il nuovo Modric” (così, infatti, è stato definito in patria) a soli diciassette anni è già leader e trascinatore della Dinamo Zagabria, tanto da attirare su di sé l’attenzione delle grandi squadre europee. Sarà la società meneghina nerazzurra ad assicurarsi uno degli astri nascenti del calcio europeo, sborsando ben 11 milioni (più bonus) ed affidandogli il numero di maglia più pesante, il numero dei “grandi”: la maglia numero 10, appena lasciata libera da un certo Wesley Sneijder. Pochi mesi dopo l’approdo all’Inter, Kovacic esordisce con la nazionale maggiore, guidata da Igor Štimac, stregato dalla sua eleganza e precocità.

    Nei due anni e mezzo trascorsi a Milano, le qualità di Kovacic emergono agli occhi di tutti: pulizia nel tocco palla, tecnica sopraffina, visione di gioco, capacità di saltare l’avversario in progressione palla al piede, ma soprattutto colpisce la sua grande intelligenza tattica nel sapere quando e come muovere il pallone per creare pericolosità. Ad incantare sono, in particolare, la sua naturalezza di gioco e la sua maturità tecnico-tattica, pur essendo giovanissimo; qualità che gli permetteranno di chiudere l’esperienza italiana con ben 97 presenze, 8 gol ed 11 assist. L’approdo al Real Madrid sembra essere il trampolino di lancio perfetto per la definitiva consacrazione nell’Olimpo del calcio internazionale. 

    SALTO DI QUALITÀ MANCATO - Giocare nel Real Madrid è, si sa, il sogno nel cassetto di ogni giocatore. Calcare i maggiori palcoscenici internazionali, vivere l’atmosfera e la maestosità del Santiago Bernabeu, avere la possibilità di competere contro chiunque e, soprattutto, il prestigio e l’onore di giocare per la squadra più forte e famosa al mondo. Con la casacca madrilena Kovacic vincerà ogni cosa: tre Champions League, una Liga, due supercoppe spagnole, tre mondiali per club e due supercoppe europee, un palmarès di tutto rispetto. Eppure, quasi mai lo farà da protagonista. Complice qualche infortunio e l’abbondante concorrenza in campo, le tre stagioni di Kovacic al Real, seppur ricche di soddisfazioni collettive, a livello personale sono insoddisfacenti. La sua duttilità in campo diventa uno svantaggio: nel trasformismo della squadra allenata da Zidane, infatti, non troverà mai la sua collocazione definitiva, spaziando tra playmaker basso, interno di centrocampo e trequartista alle spalle delle punte, posizioni nelle quali non potrà crescere ed affermarsi completamente, anche perché oscurato da giocatori del calibro di Modric, Kroos, Casemiro, Lucas Vàzquez e soprattutto Isco.

    IL PRESENTE E LE SPERANZE PER IL FUTURO - Dopo aver sfiorato la vittoria del Mondiale in Russia, il giovane croato minaccia addirittura di non presentarsi agli allenamenti, richiedendo ufficialmente la cessione. La società lo accontenta parzialmente, accettando la proposta di prestito, con opzione per eventuale acquisto a titolo definitivo, del ChelseaAlla corte di Maurizio Sarri, Kovacic sembra aver ritrovato la brillantezza perduta: nel 4-3-3 del tecnico italiano, alternandosi con Barkley, sta dimostrando tutte le sue qualità tecniche e atletiche, e di esser migliorato in interdizione, aggressività e recupero palla. Il gioco offensivo dell’allenatore toscano, fatto di triangolazioni veloci ed inserimenti delle ali e degli interni, esalta le sue capacità di progressione palla al piede e di trasformazione dell’azione da difensiva in offensiva. Secondo “El Chiringuito Tv”, Kovacic infatti non è intenzionato a tornare in Spagna alla scadenza del prestito, ma vuole restare al Chelsea e trasferirsi a Londra a titolo definitivo. L’incerta permanenza di Sarri ed il recente blocco del mercato in entrata dei Blues costituiscono certamente due ostacoli importanti per accontentare la volontà del giocatore. La speranza di tutti gli amanti del calcio è che Kovacic possa trovare la  dimensione perfetta per esprimere al meglio tutto il suo potenziale e compiere il definitivo salto di qualità, che si aspettava da lui qualche anno fa. Per non essere annoverato,in futuro, tra i talenti mancati, tra i grandi rimpianti della storia del calcio.

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