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  • Krasic in krisic, Luis Enrique e il caso De Rossi

    Krasic in krisic, Luis Enrique e il caso De Rossi

    Twitta anche poco dopo l’una di notte (“Sono molto contento di potere dedicare la prima vittoria di questa stagione a tutti i tifosi romanisti. Adesso andiamo verso la seconda!”), è un triatleta, è furbo, attivo, si fa seguire dalla squadra, ma il suo calcio mi annoia terribilmente risultando peraltro indecifrabile: Luis Enrique (Luisenrique21) è una delle poche novità del campionato, ma per il momento non mi sembra una grande novità: assenza di verticalità, possesso e distribuzione della palla troppo lenti, fuori ruolo a gogo. Gli diamo tempo?

    De Rossi “libero” davanti alla difesa e centrale aggiunto, vi piace? A me no. O meglio: Daniele farebbe bene anche in porta, ma utilizzandolo in quel ruolo si perde un eccellente centrocampista, bravo negli inserimenti. E, comunque, la Roma continua a subire (Inter, Siena e altro).

    Conte lo sa bene. La Juve non può reggersi a lungo su Pirlo, Matri e l’anima, se vuole effettivamente puntare a uno dei primi tre posti: viste e riviste Milan, Inter, Napoli e Roma, l’anno sarebbe (è) quello giusto. Ha imparato a soffrire, l’unica squadra che ha ripreso a riempire gli stadi italiani (una benedizione). Ma la quantità dei rischi che corre aumenta in modo esponenziale: a Siena neanche tanti, col Bologna un numero imprevisto, a Catania troppi. Preso in velocità e soprattutto sugli esterni, il centrocampo entra in crisi. Altro aspetto: Pirlo a parte, i nuovi stanno dando poco: Vidal è una riserva, Elia è indietro come i meloni in autunno, Vucinic è Vucinic, un campione di discontinuità. A tenere su la baracca sono sempre i superstiti di vita più o meno lunga Chiellini, Del Piero, Matri e il dissotterrato Pepe – Krasic, al di là del gol, è sempre più Krisic.

    La leadership dell’Atalanta, neopromossa e penalizzata, è un altro allarme. Non per Colantuono, evidentemente. Il livello è basso, prevalgono i difensivisti e gli annoiados. Torno sugli stadi drammaticamente trascurati dagli italiani. La gente ha meno soldi in tasca, e anche la voglia cala. Una soluzione rapida e praticabile? Il taglio secco del prezzo dei biglietti.

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