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  • Kucka ha perso il pilota Mihajlovic

    Kucka ha perso il pilota Mihajlovic

    • Giampiero Timossi
    Caccia Sinisa, ricomincia da Kucka. Certo è strano pensare che il presente edel Milan possa passare dai cingoli di questo carrarmato slovacco. Presente e un pezzo di futuro. Il ragazzo è sbarcato in Italia dopo essersi messo in luce nello Sparta Praga. Autore di stagioni alterne (2011-2015) al Genoa è infine approdato al Milan, un'estate fa. Preziosi doveva venderlo, perché il centrocampista sarebbe andato in scadenza di contratto.

    In Italia non aveva più grossi estimatori: forte fisicamente, ma “grezzo” tatticamente, giovane (Juraj è nato il 26 febbraio 1987), ma spesso alle prese con gli acciacchi muscolari. Kucka era già un giocatore pronto a emigrare in Turchia, al Bursaspor. Costo? Tre milioni, prezzo accettabile e soprattutto pagabile in comode rate, tipo promozione televisore al plasma più frigorifero più lavatrice/ asciugatrice. “Tre milioni, perché non lo prendi tu?”, disse Preziosi a Galliani. Affare fatto, niente Turchia, sbarco a Milano. Affare fatto e ora (almeno nel rapporto qualità prezzo) lo slovacco è uno dei migliori acquisti della recentissima gestione rossonera. Non èn un campione alla Bacca, ovvio, ma un gregario di importanza strategica. In Italia non lo voleva più nessuno, tagliamo corto: sfumata l'Inter anni fa, c'era stato solo un concreto interessamento della Roma e del ds Sabatini. Sì. Decisamente più Roma che Napoli. Pensare che all'inizio, nel Genoa, il ragazzo fece benone. Il segreto dei felici esordi rossoblù? Camminava al suo fianco, ogni maledetta domenica. Era il compagno di centrocampo Milanetto a guidare Kucka: “Juraj copri, Juraj taglia e svegliati e ora esci palla al piede, però adesso no, adesso Juraj fermati”. Quando il Genoa perse Milanetto, Kucka perse la sua guida. L'ha ritrovata al Milan, ma stavolta sta in panchina.

    C'era Sinisa Mihajlovic dietro il successo rossonero del centrocampista slovacco. “Fai quello che sai fare, magari fai poche cose, ma falle bene”. Il ragazzo è serio, molto, moltissimo. Si applica e conosce le regole del lavoro, che valgono anche nel calcio, per molti il lavoro più divertente del mondo. Kucka è stato pagato tre milioni, ha firmato un contratto di quattro anni e sarebbe auspicabile che restasse al Milan per quattro anni. Certo, non basta, al suo fianco vanno messi dei campioni veri. Però c'era anche Riccardo Sogliano nel Diavolo di Gianni Rivera, con Cesare Maldini in panchina e Nereo Rocco direttore tecnico. “Esce Sogliano, il meno peggio”, lo elogiava a modo suo Gianni Brera. E allora pensa a Richi (Sogliano) e ricomincia da Kucka. In fondo, almeno per un po' sarà un Milan di Brocchi, sempre si tratta del genere mediano e affini. Peccato però: chi ha spiegato a Juraj come si gioca nel Milan non può più farlo. E' lo stesso “fallito” che ha dato fiducia a Donnarumma, creduto in Romagnoli, insegnato per primo le regole del gioco a Balotelli. Ricominciare da Sinisa? No, sarebbe stato intelligente, perché rischiare?

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